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sabato 24 dicembre 2011

l'armadio è vuoto  


L’armadio della nostra camera è vuoto per metà. In sala al posto del televisore è rimasta solo della polvere accumulata dietro al mobile. Di fianco all’albero di Natale, dove c’era la poltrona di vimini, non c’è più niente. Sui muri sono rimasti solo i segni lasciati dai quadri.
Ieri mattina il papà di Iaia ha cominciato a portare via le sue cose, e insieme a loro anche un pezzo della mia felicità.

Intanto io impacchetto regali per non pensarci. Probabilmente ha trovato inopportuno chiedermi di passare la vigilia con la sua famiglia a Genova, infatti non me l’ha neanche chiesto.
Domani saremo a pranzo da mia mamma con gli zii e le cuginette e quasi certamente lui partirà per Genova subito dopo che Iaia avrà aperto i suoi regali.

Io mi faccio coraggio da sola con tutta la forza che ho e sono sicura che nonostante tutto, questo Natale sarà un bel Natale.

martedì 20 dicembre 2011

separazione consensuale  


Da oggi so una cosa in più, perché realmente non sapevo e non immaginavo che una separazione consensuale avvenisse in questo modo.
Sono arrivata in tribunale da sola. Avevo appuntamento con il mio avvocato alle 11:15.
Quando è arrivato siamo salite al primo piano e quello che mi aspettavo io era di entrare in una stanza dove ad attenderci c’era già il giudice, a modi visita privata.
Quello che ho trovato è stato l’opposto.
Il mio avvocato ha aperto la porta e a me è mancato il respiro. Dentro la stanza ci saranno state una sessantina di persone. L’aria era straviziata e l’unica finestra era sigillata.
La prima domanda che mi è sorta spontanea è stata: ma sono tutti qua per separarsi? E nella mia ingenuità mi sono risposta che era impossibile, di sicuro tutta quella gente era lì per motivi diversi.
Invece no, volevano tutti separarsi. Per lo più giovani, anche giovanissimi, e una sola coppia datata accompagnata dalle due figlie di non più di quindici anni, che chissà cosa avranno avuto da ridere vista la circostanza.
All’interno della stanza c’era un’enorme porta bianca, alla Fantozzi (ma nera sarebbe stata più appropriata). Ogni cinque/dieci minuti la porta si apriva e una voce femminile chiamava due nomi, e tre o quattro persone venivano risucchiate dalle tenebre.
Osservando questa scena ho notato che tutti quelli che venivano risputati fuori dalla stanza dell’orrore ridevano, quindi la seconda domanda è stata: ma il giudice gli racconterà delle barzellette?
Quando la voce ha chiamato noi, eravamo ancora impegnati a scrivere l’integrazione all’accordo. Nello specifico a scegliere i giorni in cui Iaia starà con il suo papà.
Inutile dire quello che è successo dentro, il giudice non aveva idea di quello che c’era scritto nell’accordo, alla domanda se non ci fossero speranze di restare insieme io sono quasi scoppiata a piangere, il mio avvocato è venuto in mio soccorso mi e ha appoggiato la mano sulla spalla. Ho resistito. Lui ha risposto senza esitazione, senza dubbi. Mi ha fatto di nuovo male.
Quando gli abbiamo detto che non eravamo riusciti a metterci d’accordo per il pernottamento, il giudice ha detto: il pernottamento? Una bambina di due anni. No, deve restare con la sua mamma.
Ho visto lui sudare freddo.
Credo di essere stata l’unica ad uscire da quella stanza con le lacrime agli occhi. E penso che tutta la gente che mi ha vista abbia mandato a cagare lui mentalmente.

La nostra storia ormai è finita, tra pochi giorni lui se ne andrà via e dubito che sia possibile mettere in pratica quello che ci ha detto il giudice e cioè mantenere dei buoni rapporti per il bene di nostra figlia.

Sono arrabbiata, sono incredibilmente incredula nonostante siano passati due anni. Sono consapevole che non ci sia più niente da fare, che la mia vita continuerà senza di lui e che da una settimana sono entrata a far parte del club delle ex mogli (ladre approfittatrici e vendicative).

So anche che non vorrei più tornare con lui, che non vorrei più i suoi abbracci e i suoi baci, non avrebbero più senso.

So che non voglio più piangermi addosso, che sono diventata noiosa che sono stufa di scrivere post sulla mia sofferenza, che piangerò dentro per sempre, ma che da oggi la mia vita cambierà. Che nei prossimi post voglio scrivere di come riorganizzerò la mia casa, di come sono capace di andare all’Ikea anche senza di lui, di come sia brutto tornare a lavorare 8 ore e di come sia difficile organizzarsi. Di come Iaia cresca e io con lei. Di come sia bello andare a vedere un concerto dei Duran Duran senza litigare per i mesi successivi. Di come io stia ritornando ad essere io e basta.

sabato 17 dicembre 2011

senza titolo  

Io non penso che potrei sopportare un'altra disgraia/dolore/preoccupazione oltre a quelle che mi sono piombate addosso senza preavviso negli ultimi due anni.
Se dovesse accadere qualcos'altro sono sicura che mi vedrebbero girare per le strade del centro urlando a squarciagola come una pazza.

Ieri sera mio papà ha avuto un principio di infarto. Adesso è in ospedale in attesa di fare una coronarografia.

domenica 11 dicembre 2011

per non pensarci da sola  

E così ci siamo, domani un giudice metterà fine alla mia lunga storia d’amore, alla famiglia di Iaia, al sogno di poter dare a mia figlia la serenità familiare che a me è mancata.
Domani alle 11:30 ci sarà l’udienza per la separazione consensuale.
Ma poi a pensarci non sono mica convinta che sarà così semplice. Perché è vero che un accordo lo abbiamo firmato, ma era troppo approssimativo. Ci sono una marea di cose su cui non ci troviamo, tipo i giorni della settimana in cui potrà tenerla. So già che domani litigheremo davanti al giudice, e che alla fine ci butterà fuori rimandandoci ad una giudiziale.

Ma adesso voglio pensare a cose futili, tipo cosa mi metto per andare in tribunale? Perché non credo di poter andare in jeans e maglione. Forse è per questo che il mio avvocato mi ha chiesto di passare da lei un’ora prima.
Di sicuro non potrò essere molto elegante, perché non è da me, non ci riuscirei, ma non posso neanche andare in tuta (che anche questo non è da me). Pensavo ad un paio di pantaloni grigi, modello largo ( avranno quasi dieci anni) e sopra non ho idea di cosa abbinare.
Ho una sola camicia, ma è glitterata, quindi poco adatta all’occasione. Una giacca non se ne parla, troppo elegante e troppo vecchie quelle che ho ( quella color salmone sembra fatta con una tovaglia di velluto, e quella bianca? Forse non è mai andata di moda).
Mi sa che domani mattina proverò di tutto e poi manderò tutti a quel paese e mi metterò i jeans!

Intanto in questi giorni di ponte ho cercato di creare un’atmosfera natalizia. Ho pensato, Iaia ha due anni e mezzo, finalmente avrò qualcuno che mi aiuterà a fare l’albero.
Invece mi sono trovata a farlo da sola anche questa volta. Ha preso da suo padre pure questo! L’unica cosa che ha voluto fare è stato attaccare gli adesivi sul vetro, con il risultato di metterli tutti storti.
Farei delle foto, ma la macchina fotografica è morta. Speriamo in Babbo Natale!
Ieri ho fatto anche il presepe che è stato prontamente distrutto al ritorno di Iaia (Giuseppe non è ancora stato ritrovato).

Poi questa notte sarà l’ultimo giorno di lavoro di mia mamma. Finalmente va in pensione! Sono contenta, ma la cosa mi preoccupa molto. Troppe persone sono morte poco dopo essere andate in pensione. Vedi mio suocero. Poi nella nostra famiglia c’è una maledizione: dal 1972 (ma probabilmente andando a scavare, anche da prima) ogni 10 anni muore qualcuno. Tra poco meno di un mese sarà il 2012 e mia mamma negli ultimi mesi ha fatto l’abbonamento al pronto soccorso. L’ultima volta ci siamo state fino alle sei del mattino.
Io non sono superstiziosa, non credo nelle maledizioni, ma come faccio a essere serena visto il periodo di cacca di questi ultimi anni?

Tra gli altri malesseri, ci sono:
il pc mi sta abbandonando, ci impiega 15 minuti solo per accendersi
dal primo gennaio tornerò a lavorare 8 ore ( almeno tu un lavoro fisso ce l’hai)
come passeremo queste vacanze? E soprattutto, ci arriveremo?
ma quando cavolo mi accrediteranno lo stipendio che devo ancora fare tutti i regali?
Il Presidente della mia ditta domani sarà guarito? E se si, avrò ancora un lavoro?
Siamo stati senza riscaldamento e acqua calda per una settimana. Sono venuti in tutto quattro tecnici, l’ultimo era un ragazzo (una volta!) che mi piaceva da morire quando avevo 14 anni. Lui ne aveva 19 quindi ero troppo piccola per lui. Ma era anche troppo bello, alto con gli occhi azzurri alla Simon e un ciuffo biondo… già, un ciuffo biondo che adesso non c’è più! Comunque resta sempre carino e io l’ho accolto in pigiama!
Non ti svegliare Iaia, almeno non fino a che avrò finito questo post!

giovedì 1 dicembre 2011

uffffffffff  


Ieri ho fatto una cazzata, una di quelle cose dettate dalla rabbia e che quando ti rendi conto ormai è troppo tardi.
Ho avuto una brutta discussione=litigio nientemeno che con il presidente della ditta in cui lavoro.

Lei è alteriosclerotica e spesso offensiva, molto oltre la decenza.
Solitamente incasso tutto, non rispondo e per questo si arrende subito e tutto finisce in niente.
Purtroppo in questo periodo sono in continua tensione oltre che per il lavoro anche e soprattutto per i mie problemi personali, così non ce l’ho fatta a stare zitta e ho fatto scoppiare la terza guerra mondiale! Il tutto sarà durato dieci minuti che non sarebbero stati neanche troppo nocivi se non mi fossero uscite dalla bocca delle parole dettate solo dai fumi della rabbia.
In pratica ho minacciato di licenziarmi…
Ho sbagliato, mi sono tirata la zappa sui piedi e per questo prevedo che prossimamente oltre a tutti i casini che già ho diventerò anche vittima del mobbing più crudele mai visto.

Sono proprio stufa, ma proprio tanto.