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sabato 24 dicembre 2011

l'armadio è vuoto  


L’armadio della nostra camera è vuoto per metà. In sala al posto del televisore è rimasta solo della polvere accumulata dietro al mobile. Di fianco all’albero di Natale, dove c’era la poltrona di vimini, non c’è più niente. Sui muri sono rimasti solo i segni lasciati dai quadri.
Ieri mattina il papà di Iaia ha cominciato a portare via le sue cose, e insieme a loro anche un pezzo della mia felicità.

Intanto io impacchetto regali per non pensarci. Probabilmente ha trovato inopportuno chiedermi di passare la vigilia con la sua famiglia a Genova, infatti non me l’ha neanche chiesto.
Domani saremo a pranzo da mia mamma con gli zii e le cuginette e quasi certamente lui partirà per Genova subito dopo che Iaia avrà aperto i suoi regali.

Io mi faccio coraggio da sola con tutta la forza che ho e sono sicura che nonostante tutto, questo Natale sarà un bel Natale.

martedì 20 dicembre 2011

separazione consensuale  


Da oggi so una cosa in più, perché realmente non sapevo e non immaginavo che una separazione consensuale avvenisse in questo modo.
Sono arrivata in tribunale da sola. Avevo appuntamento con il mio avvocato alle 11:15.
Quando è arrivato siamo salite al primo piano e quello che mi aspettavo io era di entrare in una stanza dove ad attenderci c’era già il giudice, a modi visita privata.
Quello che ho trovato è stato l’opposto.
Il mio avvocato ha aperto la porta e a me è mancato il respiro. Dentro la stanza ci saranno state una sessantina di persone. L’aria era straviziata e l’unica finestra era sigillata.
La prima domanda che mi è sorta spontanea è stata: ma sono tutti qua per separarsi? E nella mia ingenuità mi sono risposta che era impossibile, di sicuro tutta quella gente era lì per motivi diversi.
Invece no, volevano tutti separarsi. Per lo più giovani, anche giovanissimi, e una sola coppia datata accompagnata dalle due figlie di non più di quindici anni, che chissà cosa avranno avuto da ridere vista la circostanza.
All’interno della stanza c’era un’enorme porta bianca, alla Fantozzi (ma nera sarebbe stata più appropriata). Ogni cinque/dieci minuti la porta si apriva e una voce femminile chiamava due nomi, e tre o quattro persone venivano risucchiate dalle tenebre.
Osservando questa scena ho notato che tutti quelli che venivano risputati fuori dalla stanza dell’orrore ridevano, quindi la seconda domanda è stata: ma il giudice gli racconterà delle barzellette?
Quando la voce ha chiamato noi, eravamo ancora impegnati a scrivere l’integrazione all’accordo. Nello specifico a scegliere i giorni in cui Iaia starà con il suo papà.
Inutile dire quello che è successo dentro, il giudice non aveva idea di quello che c’era scritto nell’accordo, alla domanda se non ci fossero speranze di restare insieme io sono quasi scoppiata a piangere, il mio avvocato è venuto in mio soccorso mi e ha appoggiato la mano sulla spalla. Ho resistito. Lui ha risposto senza esitazione, senza dubbi. Mi ha fatto di nuovo male.
Quando gli abbiamo detto che non eravamo riusciti a metterci d’accordo per il pernottamento, il giudice ha detto: il pernottamento? Una bambina di due anni. No, deve restare con la sua mamma.
Ho visto lui sudare freddo.
Credo di essere stata l’unica ad uscire da quella stanza con le lacrime agli occhi. E penso che tutta la gente che mi ha vista abbia mandato a cagare lui mentalmente.

La nostra storia ormai è finita, tra pochi giorni lui se ne andrà via e dubito che sia possibile mettere in pratica quello che ci ha detto il giudice e cioè mantenere dei buoni rapporti per il bene di nostra figlia.

Sono arrabbiata, sono incredibilmente incredula nonostante siano passati due anni. Sono consapevole che non ci sia più niente da fare, che la mia vita continuerà senza di lui e che da una settimana sono entrata a far parte del club delle ex mogli (ladre approfittatrici e vendicative).

So anche che non vorrei più tornare con lui, che non vorrei più i suoi abbracci e i suoi baci, non avrebbero più senso.

So che non voglio più piangermi addosso, che sono diventata noiosa che sono stufa di scrivere post sulla mia sofferenza, che piangerò dentro per sempre, ma che da oggi la mia vita cambierà. Che nei prossimi post voglio scrivere di come riorganizzerò la mia casa, di come sono capace di andare all’Ikea anche senza di lui, di come sia brutto tornare a lavorare 8 ore e di come sia difficile organizzarsi. Di come Iaia cresca e io con lei. Di come sia bello andare a vedere un concerto dei Duran Duran senza litigare per i mesi successivi. Di come io stia ritornando ad essere io e basta.

sabato 17 dicembre 2011

senza titolo  

Io non penso che potrei sopportare un'altra disgraia/dolore/preoccupazione oltre a quelle che mi sono piombate addosso senza preavviso negli ultimi due anni.
Se dovesse accadere qualcos'altro sono sicura che mi vedrebbero girare per le strade del centro urlando a squarciagola come una pazza.

Ieri sera mio papà ha avuto un principio di infarto. Adesso è in ospedale in attesa di fare una coronarografia.

domenica 11 dicembre 2011

per non pensarci da sola  

E così ci siamo, domani un giudice metterà fine alla mia lunga storia d’amore, alla famiglia di Iaia, al sogno di poter dare a mia figlia la serenità familiare che a me è mancata.
Domani alle 11:30 ci sarà l’udienza per la separazione consensuale.
Ma poi a pensarci non sono mica convinta che sarà così semplice. Perché è vero che un accordo lo abbiamo firmato, ma era troppo approssimativo. Ci sono una marea di cose su cui non ci troviamo, tipo i giorni della settimana in cui potrà tenerla. So già che domani litigheremo davanti al giudice, e che alla fine ci butterà fuori rimandandoci ad una giudiziale.

Ma adesso voglio pensare a cose futili, tipo cosa mi metto per andare in tribunale? Perché non credo di poter andare in jeans e maglione. Forse è per questo che il mio avvocato mi ha chiesto di passare da lei un’ora prima.
Di sicuro non potrò essere molto elegante, perché non è da me, non ci riuscirei, ma non posso neanche andare in tuta (che anche questo non è da me). Pensavo ad un paio di pantaloni grigi, modello largo ( avranno quasi dieci anni) e sopra non ho idea di cosa abbinare.
Ho una sola camicia, ma è glitterata, quindi poco adatta all’occasione. Una giacca non se ne parla, troppo elegante e troppo vecchie quelle che ho ( quella color salmone sembra fatta con una tovaglia di velluto, e quella bianca? Forse non è mai andata di moda).
Mi sa che domani mattina proverò di tutto e poi manderò tutti a quel paese e mi metterò i jeans!

Intanto in questi giorni di ponte ho cercato di creare un’atmosfera natalizia. Ho pensato, Iaia ha due anni e mezzo, finalmente avrò qualcuno che mi aiuterà a fare l’albero.
Invece mi sono trovata a farlo da sola anche questa volta. Ha preso da suo padre pure questo! L’unica cosa che ha voluto fare è stato attaccare gli adesivi sul vetro, con il risultato di metterli tutti storti.
Farei delle foto, ma la macchina fotografica è morta. Speriamo in Babbo Natale!
Ieri ho fatto anche il presepe che è stato prontamente distrutto al ritorno di Iaia (Giuseppe non è ancora stato ritrovato).

Poi questa notte sarà l’ultimo giorno di lavoro di mia mamma. Finalmente va in pensione! Sono contenta, ma la cosa mi preoccupa molto. Troppe persone sono morte poco dopo essere andate in pensione. Vedi mio suocero. Poi nella nostra famiglia c’è una maledizione: dal 1972 (ma probabilmente andando a scavare, anche da prima) ogni 10 anni muore qualcuno. Tra poco meno di un mese sarà il 2012 e mia mamma negli ultimi mesi ha fatto l’abbonamento al pronto soccorso. L’ultima volta ci siamo state fino alle sei del mattino.
Io non sono superstiziosa, non credo nelle maledizioni, ma come faccio a essere serena visto il periodo di cacca di questi ultimi anni?

Tra gli altri malesseri, ci sono:
il pc mi sta abbandonando, ci impiega 15 minuti solo per accendersi
dal primo gennaio tornerò a lavorare 8 ore ( almeno tu un lavoro fisso ce l’hai)
come passeremo queste vacanze? E soprattutto, ci arriveremo?
ma quando cavolo mi accrediteranno lo stipendio che devo ancora fare tutti i regali?
Il Presidente della mia ditta domani sarà guarito? E se si, avrò ancora un lavoro?
Siamo stati senza riscaldamento e acqua calda per una settimana. Sono venuti in tutto quattro tecnici, l’ultimo era un ragazzo (una volta!) che mi piaceva da morire quando avevo 14 anni. Lui ne aveva 19 quindi ero troppo piccola per lui. Ma era anche troppo bello, alto con gli occhi azzurri alla Simon e un ciuffo biondo… già, un ciuffo biondo che adesso non c’è più! Comunque resta sempre carino e io l’ho accolto in pigiama!
Non ti svegliare Iaia, almeno non fino a che avrò finito questo post!

giovedì 1 dicembre 2011

uffffffffff  


Ieri ho fatto una cazzata, una di quelle cose dettate dalla rabbia e che quando ti rendi conto ormai è troppo tardi.
Ho avuto una brutta discussione=litigio nientemeno che con il presidente della ditta in cui lavoro.

Lei è alteriosclerotica e spesso offensiva, molto oltre la decenza.
Solitamente incasso tutto, non rispondo e per questo si arrende subito e tutto finisce in niente.
Purtroppo in questo periodo sono in continua tensione oltre che per il lavoro anche e soprattutto per i mie problemi personali, così non ce l’ho fatta a stare zitta e ho fatto scoppiare la terza guerra mondiale! Il tutto sarà durato dieci minuti che non sarebbero stati neanche troppo nocivi se non mi fossero uscite dalla bocca delle parole dettate solo dai fumi della rabbia.
In pratica ho minacciato di licenziarmi…
Ho sbagliato, mi sono tirata la zappa sui piedi e per questo prevedo che prossimamente oltre a tutti i casini che già ho diventerò anche vittima del mobbing più crudele mai visto.

Sono proprio stufa, ma proprio tanto.

martedì 29 novembre 2011

ho fatto un sogno  


La notte scorsa ho fatto un sogno che mi ha lasciato due sensazioni opposte e per questo si potrebbe dividere in due parti.
Mi trovavo ad una festa anche se non ricordo nessuno intorno a me, solo un ragazzo. Non bello, ma interessante e che realmente nella mia vita non esiste. Ad un certo punto balliamo insieme una specie di valzer. Io non so ballare, invece lui è molto bravo e cerco di lasciarmi guidare da lui. Gli chiedo un parere e lui divertito mi dice che nonostante gli sforzi non riesco a ballare molto bene. Sto bene e continuiamo a ballare e a ridere.
Poi finisce tutto e comincia la parte angosciante.
Mi ritrovo ad essere una bambina alle elementari. La festa è finita e io non ritrovo la mia classe per tornare a scuola, così seguo altri bambini e resto in classe con loro fino a quando una maestra viene a riprendermi.
Avrei voluto ripetere la prima parte del sogno all’infinito…

Valepi, tu che ne capisci di queste cose… Sarò mica impazzita?
Qualcosa mi dice che se abitassi dalle mie parti usufruirei del tuo studio, già da un pezzo!

domenica 27 novembre 2011

12/12/2011  

Questa è la data fissata per l'udienza di separazione consensuale.
Il 27 dicembre dovrà lasciare la nostra casa, insieme ai 6 quadri, il televisore, il dvd, la poltrona in vimini e tutti i nostri ricordi.
Non riesco proprio ad essere contenta...

Intanto non potendo più spostare il mio part-time dal pomerigio al mattino ho deciso di tornare a fare le 8 ore. Si ricomincia dal primo di gennaio.
Non vedrò quasi più la mia bambina, ma almeno potrò garantirle una vita economicamente migliore.

mercoledì 23 novembre 2011

io dico no  


Quando ho scelto di diventare vegetariana, l’ho fatto in seguito a un servizio del tg in cui si vedevano mucche trasportate in condizioni impietose, trasportatori impazienti e privi di empatia che facevano scendere questi animali facendoli saltare dal camion senza utilizzare lo scivolo, ma siccome non erano in grado allora li spingevano facendoli letteralmente volare fuori.
Sono rimasta impietrita, sconcertata di fronte alla crudeltà di certe persone, ero ancora troppo giovane e ingenua per rendermi conto che forse quella era la normalità.
Ho deciso per questo di smettere di mangiare la carne, consapevole del fatto che purtroppo il mio gesto non avrebbe fatto cambiare le cose, ma per me era diventato inconcepibile mangiare una bistecca e pensare a tutto quello che c’era dietro.

Da allora sono passati quasi vent’anni e tutte le volte che in tv c’era un servizio sul maltrattamento degli animali non riuscivo a guardarlo, tutta quella crudeltà mi faceva stare davvero troppo male, sentivo un peso enorme difficile poi da mandare via. Fino a ieri…

Striscia la notizia, servizio su un macello. La tele era accesa casualmente proprio su quel canale, nessuno la stava guardando e proprio in quel momento ci sono passata davanti per andare in camera.
Mi sono fermata, ho preso il telecomando per cambiare canale, ma non l’ho fatto.
Ho visto che le cose non sono cambiate, anzi si, sono indiscutibilmente peggiorate.

Mucche arrivate morte o agonizzanti, mucche stremate e morenti spinte col muletto, pungolate con ferri appuntiti trascinate senza alcuna pietà come se non fossero esseri viventi come noi.

Immoralità, criminalità, CRUDELTA’, schifo, nausea, incredulità.

Credevo che queste persone si comportassero così anche per ignoranza, ma a verificare il tutto c’era un veterinario, un mestiere che ero convinta si facesse per amore nei confronti degli animali.
E invece questo schifo di veterinario, probabilmente dopo aver trattato sul prezzo visto l’illegalità della cosa e le condizioni degli animali, ha accettato tutto il carico.
Bestie! Le vere bestie sono queste persone: trasportatori insensibili, veterinari compiacenti, impiegati di questi macelli che solo perché non vedono quello che succede fuori dal loro ufficio pensano di non essere colpevoli.

Io non sono estremista, non critico chi sceglie di continuare a mangiare la carne, rispetto chi fa scelte diverse dalle mie. Solo non chiedetemi più perché sono vegetariana, perchè io dico no.

lunedì 7 novembre 2011

questo divorzio non s'ha da fare  

Dopo più di un anno passato a rincorrere un accordo che mi sembrava impossibile trovare, venerdì 21 ottobre ero seduta nell’ufficio del mio avvocato con nelle mani il futuro di Iaia, il mio e quello del suo papà.
E’ stato un percorso lungo, ogni volta che sembrava finito c’era sempre qualcosa che non andava bene. Quasi sempre il papà di Iaia faceva scrivere cose non concordate e così il tempo è passato a far rimbalzare da un avvocato all’altro quei fogli che mi sono ritrovata a dover firmare.
E ho firmato, senza pensarci, come se stessi firmando un qualsiasi documento senza importanza.
Sono uscita dallo studio e sono andata a lavorare senza pensieri, tranquilla, forse troppo tranquilla.
Ho acceso il pc e controllato la posta; un messaggio da parte dell’avvocato: “Nella foga della discussione ho dimenticato di farle firmare la delega. Appena può passi dal mio studio”
Cavolo non è ancora finita, ho pensato, andrò a firmare lunedì.

Credevo…

Lunedì Iaia ha iniziato a stare male: febbre tosse e raffreddore. Una nonna con la schiena bloccata e l’altra impegnata con il lavoro. Sono riuscita ad andare a firmare venerdì 28 e dalla segretaria ho saputo che l’accordo non sarà depositato fino al 10 novembre perché il MIO avvocato non l’ha fatto firmare dall’avvocato dello studio che lei rappresenta. E lui non c’era fino ad oggi, ma poi il loro fattorino consegna in tribunale solo il giovedì.

Insomma non è ancora finita e ho paura che non lo sarà neanche per Natale, e allora saranno grossi problemi. Non ho proprio voglia di far di nuovo finta che vada tutto bene e passare la Vigilia con i suoi parenti.

giovedì 27 ottobre 2011

27/10/2011  

Questa mattina mi sono svegliata, mi sono vestita e ho preparato il caffè per essere pronta al risveglio di Iaia, che se l'è presa comoda svegliandosi alle 10:30. Ma poteva permetterselo perchè, poverina, è da lunedì che non sta troppo bene e non riesce a dormire a causa della tosse e del naso chiuso.
L'ho preparata, abbiamo fatto colazione, siamo andate in farmacia e dalla nonna a pranzo.
Alle 13:00 sono uscita per andare al lavoro. Ho iniziato a lavorare subito perchè si preannunciava un pomeriggio intenso.
Verso le 15:30 mi capita di scrivere la data su un documento: 27/10/2... "Oh caz, ma oggi è il 27 di ottobre... il compleanno del mio Simon. Simon Le Bon... Ma... come ho fatto a non ricordarmi?"
Io che tutte le mattine del 27 di ottobre aprivo gli occhi, guardavo il poster di Simon appeso al muro della mia cameretta e gli facevo gli auguri. Io che da quando mi sono sposata, il 27 ottobre passavo da mia mamma, entravo nella mia camera e gli facevo gli auguri. Io che non mi sono mai dimenticata...

Certo troppi pensieri, troppe preoccupazioni, troppo dolore negli ultimi anni, troppo poco dormire, troppo da fare, troppa stanchezza troppo di troppo, mi hanno cambiata. Le priorità sono cambiate, Iaia ha sovvertito tutto, io non ho più memoria per niente.

Però adesso, poco prima che questa dura giornata finisca, voglio fare un tuffo nel mio passato di adolescente e scrivere a grandi lettere:

BUON COMPLEANNO SIMON

domenica 16 ottobre 2011

singolarmente accoppiata  

La verità è che ogni volta che la mia testa si riempie di pensieri che vorrei far uscire scrivendo, mi trovo in situazioni in cui mi è impossibile farlo: o sono in macchina, o sto camminando, o si sveglia Iaia. Così oggi mi trovo con una marea di arretrati e la testa super affollata.

Ad oggi non siamo ancora riusciti a firmare l’accordo di separazione, e sinceramente non so se sia lui che sta cercando di prendere tempo o sono gli avvocati a non capire un ca…volo, fregandosene di noi. Intanto io ho realizzato di sentirmi “singolarmente accoppiata”; cioè non mi sento ancora single o separata o smaritata anche se la mia vita è quella di una ragazza sola o non accompagnata. Viviamo ancora sotto lo stesso tetto, dormiamo ancora nello stesso letto, mangiamo insieme anche se non ci parliamo quasi, gli cucino durante la settimana e lui mi cucina nel fine settimana, lavo e stiro anche le sue cose, faccio la spesa pensando ancora a lui. Per questo mi sono sentita dare della scema. Mi hanno detto che visti da fuori la gente potrebbe pensare che io mi senta in colpa, che la separazione sia voluta da me perché lo tengo ancora in casa. In realtà io ho provato a buttarlo fuori, prendendo spunto dalla mia vicina. Gli ho fatto trovare la valigia fuori e quando lui è tornato l’ ha riportata dentro dicendomi di rimettergli a posto i vestiti e quando l’ho mandato a ca… quel paese lui è andato in camera e ha buttato tutti i miei vestiti sul letto.

Siamo una coppia strana, sono passati più di due anni da quando mi ha detto di non amarmi più eppure viviamo ancora insieme pur con l’attesa di firmare questo benedetto accordo. Oggi ad esempio siamo andati insieme ad un pranzo organizzato con i mie colleghi e le loro famiglie. Il motivo era che lui voleva stare con Iaia, intanto però potevamo sembrare una coppia normale.
Per questo mi chiedo spesso: ma quante sono le coppie che dopo due anni dalla decisione di separasi stanno ancora insieme aspettando di separarsi?
L’unico aspetto positivo, mi dicono, è che sicuramente lui non ha un’altra, altrimenti se ne sarebbe già andato via. Magra consolazione… all’ora andrà a p…rostitute?

sabato 17 settembre 2011

si le compro tutte!  


Questa mattina la mia vicina di casa ha suonato alla mia porta per chiedermi in prestito la bicicletta, perché la sua è ancora in montagna. La mia vicina è quella che ha cacciato di casa il marito non so quante volte, è quella che viene da me per un caffè e mi dice che vuole separarsi, è quella che mi ha detto di non amare più suo marito perché è sempre assente e perché vengono prima sua mamma suo fratello i suoi nipoti, il suo lavoro di lei e le loro figlie, quella che mi ha detto: almeno si trovasse un’altra così se ne andrebbe.

Mi chiede
“come va?”
“ come al solito, la settimana prossima firmeremo l’accordo e nel giro di venti giorni lui se ne andrà via e io comincerò una nuova vita”
“ Mi spiace, sai che noi siamo qui, se hai bisogno puoi venire da noi… “
“Grazie, sono sicura che ci saranno momenti molto difficili, all’inizio…”
“ Si, per questo conta su di noi.
Invece guarda cosa mi ha regalato ( e stende la mano allargando bene le dita, con gli occhi per l’occasione trasformati da forca a cuore) ieri per l’anniversario degli 11 anni, un brillante”.

Mi è venuto spontaneo mandarla “amorevolmente e scherzosamente” a cagare, ma non con cattiveria, sono contenta che i loro problemi fossero così futili da essere superati con un anello. Mi fa piacere che non ci sarà un’altra famiglia distrutta e che le loro figlie possano crescere serene come tutte le loro amiche. Il vaffa non è assolutamente rivolto a lei, semmai a un’altra persona, solo non mi sembrava il caso di dirlo a me, proprio in questo momento.

Così i conteggi nella nostra piccola comunità abitativa risultano ancora pari, nonostante il cambio di inquilini al piano di sopra: due famiglie separate e due ancora insieme.

Ma non capisco perché è tutto il giorno che ho le lacrime agli occhi, non scendono ma devo mandarle via con molto sforzo. Vorrei solo una spalla su cui piangere, un abbraccio di conforto e invece come al solito sono sempre, sempre, maledettamente sempre da sola.

domenica 11 settembre 2011

le varie fasi di un abbandono  


L’altro giorno il papà di Iaia ha pianto; ha pianto perché non bastano pochi mesi, e forse neanche gli anni, per accettare la perdita di un genitore. Ha pianto e avrei voluto piangere anch’io, abbracciata a lui, avrei voluto aiutarlo in qualche modo. Invece ho detto solo frasi idiote, fredde che mi hanno fatto capire quanto sia impossibile esserci allontanati così tanto. Non ci parliamo più, non ci raccontiamo più quello che ci succede, non scherziamo più, non ridiamo più.

Mi sembra di essere in mezzo a due fuochi: da una parte ci siamo io e lui, i genitori di Iaia, due persone che si sono amate tantissimo e che adesso per il bene della loro bambina devono restare amici, devono salutarsi quando uno dei due esce o rientra a casa, devono volersi bene e sapere di poter contare l’uno sull’aiuto dell’altro. Dall’altra parte c’è il male che mi ha fatto, la difficoltà di fare il primo passo, l’impossibilità di perdonarlo.
Credo che la strada giusta da prendere sia la prima, ma è anche la più difficile da percorrere, anzi no, da iniziare, perché sono sicura che se uno dei due facesse il primo passo poi sarebbe tutto meno complicato.

In questi due anni ho vissuto varie fasi, alcune tipiche di una separazione, altre strane, non ben identificate. Sono rimasta incredula quando mi ha detto “ D’altronde non è colpa mia se non ti amo più”. Sono sicura che queste parole non me le dimenticherò mai. Ho passato mesi a dirgli che non ci credevo. Poi è arrivato il dolore forte e a volte insopportabile che non mi ha permesso di essere una buona madre per la mia bimba. Ho pianto tanto, fino allo sfinimento fino a pensare di non vedere un futuro. Al dolore poi si sono affiancati l’odio e la rabbia, molto forti, che mi hanno fatto dire e pensare cose molto brutte. Una volta quando lui doveva partire per un viaggio di lavoro, gli ho detto che speravo che il suo aereo precipitasse. La rabbia toglie lucidità, non credo di essere una persona cattiva che augura la morte degli altri, ma questo pensiero ha ronzato nella testa diverse volte. Adesso per fortuna se ne è andato.
Queste tre fasi si sono alternate, hanno convissuto e si sono prese il loro tempo per due anni. Leggendo un po’ ho scoperto che sono le fasi normali che bisogna passare dopo un abbandono.
Circa un mese fa però è subentrata una fase che mi era sconosciuta, non ne avevo mai letto l’esistenza. Ho cominciato a sentirmi come svuotata, come se tutti i sentimenti che avevo provato si fossero azzerati. Non più rabbia non più dolore, non più disperazione, niente, il nulla. Mi sentivo come un sacco vuoto, senza alcun senso e quasi stavo bene. Poi però in questi giorni è tornata un po’ di rabbia e un po’ di lacrime agli occhi, ma non sono scese.

Credo di aver capito una cosa dopo tutto questo. Vedevo la nostra nuova famiglia come una specie di riscatto. Io ho avuto un’infanzia “sofferta”, mi sentivo sempre in difetto nei confronti dei miei compagni, perché loro avevano i genitori sposati e i miei erano divorziati. Per questo motivo lo scopo della mia vita era quello di dare a mia figlia due genitori che si amassero, una famiglia felice con cui uscire il sabato e la domenica, con cui andare a fare la spesa e andare in vacanza. Sarebbe stato come se io avessi potuto vivere attraverso di lei quello che mi è mancato. Si sarebbe cancellata tutta la mia sofferenza attraverso la sua felicità.
In questo ho fallito.
Per questo soffrirò nuovamente.

Adesso di lui mi manca la persona a cui appoggiarmi in qualsiasi situazione, con cui uscire, ridere scherzare, piangere, fare shopping. Insomma il mio migliore amico.

Poi nei momenti in cui mi sembra di stare bene anche senza di lui, a volte, mi chiedo: ma se lui mi chiedesse di tornare indietro, di riprovarci, cosa risponderei?

sabato 27 agosto 2011

partenze  


Iaia è appena partita con il suo papà: sono andati per una settimana in montagna.
Adesso mi viene da piangere perchè mi manca già da morire. Mi manca come non avrei mai pensato che mi mancasse. Ogni giorno che passa la amo sempre di più e diventa sempre più difficile farla andare via. In più lui è andato via in fretta e furia, non vedeva l'ora di stare da solo con lei.....................(e qui ci stanno tutte le cose che vorrei dirgli, ma non amo scrivere le parolacce.
Se penso che la mia vita sarà così per sempre, con lui che tre volte a settimana verrà a portarmela via, non dico quello che vorrei gli succedesse!

In questi giorni solitari mi spetteranno: una pulizia profonda della casa, una montagna di roba da stirare, la mia nipotina da andare a trovare perchè è stata appena operata, bollette da pagare e un po' di tempo per me. Naturalmente comincio con un po' di tempo per me.

venerdì 26 agosto 2011

dolce sognar  

Ninna nanna ninna ooo quetta mamma a chi la do
................
A Simon Iaia, a Simon...

martedì 23 agosto 2011

tutto bene?  


Un salto a destra CLAP, un salto a sinistra CLAP, un salto sul posto CLAP, un salto in alto CLAP, CLAP, CLAP, CLAP... Ho appena inventato il ballo della zanzara, e non l'ho neanche presa.
Mannaggia, si direbbe che stia meglio, speriamo che non sia come al solito il sereno prima della tempesta...

domenica 21 agosto 2011

la prima volta  


C’è chi dopo una separazione si fa un tatuaggio, chi fa shopping sfrenato e spende 1000 euro per un vestito o per una borsa, chi se ne parte per una vacanza all’insegna del relax assoluto o chi si cambia colore dei capelli. Io qualche giorno fa ho deciso di fare una cosa che solitamente si fa verso i vent’anni. O meglio, la mia generazione la faceva a quell’età, oggi sicuramente si fa prima:
ho deciso di provare gli assorbenti interni.
Non li ho mai usati per delle paure assurde tipo: farà sicuramente male metterli oppure di certo al momento di toglierli si romperà la cordicella e mi toccherà andare al pronto soccorso, pensa che figura!
Settimana scorsa si è presentata l’occasione giusta per provare perché io e Iaia siamo state invitate da un’amica in piscina e quando le ho detto del problema mi ha risposto: “ Non puoi usare gli assorbenti interni?”. Così il giorno dopo sono andata in un supermercato e mi sono imbattuta nel primo problema: la scelta. Inutile dire che è quasi stato più facile scegliere lo smartphone; le marche erano solo due, ma per ognuna c’erano tre confezioni differenti, ho chiuso gli occhi e ne ho scelta una. Sinceramente è più semplice comprare gli assorbenti normali.
Quando sono tornata a casa, nell’aprire la confezione mi sono detta scherzando: “Speriamo ci siano le istruzioni”. Beh c’erano davvero e questo mi ha un po’ preoccupata: ho pensato che metterli non sarebbe stato un gioco da ragazzi! Ho aperto il foglietto e ho iniziato a leggere e l’impressione è stata che chi lo ha scritto volesse chiaramente scoraggiare il loro utilizzo. Le prime frasi erano: rilassati ed usa tutto il tempo necessario quando utilizzi l’assorbente interno la prima volta. Lavati le mani e mettiti in una delle seguenti posizioni: siediti sul gabinetto con le ginocchia aperte o stai in piedi con le ginocchia piegate oppure stai in piedi con un piede sul water.
Quindi RILASSATI facendo qualche respiro profondo.
Molte donne hanno bisogno di alcuni tentativi prima di poter inserire l’assorbente facilmente e confortevolmente.

Mi sono guardata allo specchio, ho fatto un respiro profondo, ho piegato le istruzioni, le ho rimesse nella confezione, l’ho chiusa, l’ho ritirata nell’armadietto del bagno e ho pensato che ci saranno sicuramente altre occasioni per la mia prima volta.

martedì 16 agosto 2011

il mio nuovo cellulare  


Alla fine ce l'ho fatta, spinta dalla morte definitiva del BlackBerry di ieri pomeriggio, questa mattina ho acquistato il mio nuovo cellulare.
E' il Samsung GT-I5510 che adesso è qui davanti a me e si sta ricaricando. Non so se ho fatto la scelta giusta, ma dopo due giorni di ricerche internettiane, tra termini sconosciuti quali HSDPA, MTS Android, Symbian, EDGE e così via, ho deciso di sceglierlo in base all' utilizzo che ne farò. Il mio BleckBerry l'ho usato a un decimo delle sue potenzialità, ad esempio non ho mai usato internet o la posta elettronica, quindi avrei potuto benissimo comprare un cellulare da 30 euro.
Però mi spiaceva non prendere uno smartphone e così ho deciso di sceglierlo tra quelli che costavano meno ma con buone caratteristiche.
Non so se ho fatto un buon acquisto, di sicuro è stato d'impulso, come ha detto mia mamma non ho mai impiegato così poco tempo per comprare qualcosa.
Per ora non l'ho ancora usato, spero sia semplice anche se come tutte le cose qualche difetto verrà fuori.
La cosa più bella, che nella giornata mi ha ridato un po' di buonumore è che dopo tanto tempo ho comprato qualcosa per me!

venerdì 12 agosto 2011

siamo tornate a casa  


Inutile dire che il rientro è stato più deludente di quello che immaginavo Ho aperto la porta e ho trovato la casa nello stesso disordine in cui l’avevo lasciata, con in più tutta la polvere che si può accumulare in quattro giorni. Lui in questi giorni è stato a casa di sua mamma (che era in montagna) e nonostante le mie raccomandazioni non ha portato fuori né l’umido né il secco. Poi come se non bastasse quando siamo arrivati a casa, alle sette di sera, ha preso Iaia ed è andato a fare la spesa: in 4 giorni di ferie non ha trovato il tempo neanche di fare quello.
Infine per concludere in bellezza mi si sono rotti nell’ordine: macchina fotografica, blackberry e anche il pc si è preso un nuovo virus. La prima cosa che comprerò sarà il cellulare, ma non ho la più pallida idea di quale scegliere (economico si intende).

La vacanza di contro è stata divertente, rilassante e rigenerante. Mia cugina, per quel poco che siamo riuscite a parlare, ha trovato le parole giuste per farmi stare meglio; le ultime che mi ha detto prima di salutarci sono state: “Vedrai che alla fine si sta meglio così”, e stranamente mi sono sembrate molto veritiere. Sono sempre più convinta che avremmo dovuto essere sorelle.
Mia zia mi avrà ripetuto almeno venti volte al giorno che sono bellissima e alla fine mi ha quasi convinta. Ogni volta che uscivamo per lei c’era qualcuno che ci provava con me, persino il cameriere, che ha avuto la sola colpa di chiedermi se l’acqua per Iaia la volevo fredda o a temperatura ambiente.
In realtà però qualcuno ha provato ad attaccare bottone… Sembrava una scena comica. Eravamo in centro e stavamo aspettando che mio zio venisse a prenderci con la macchina, così io e Iaia siamo andate sulla spiaggia per vedere il mare. Ad un certo punto Iaia guarda un gruppo di ragazzi che suonavano il tamburello e uno di loro si avvicina. Le fa vedere il tamburino e comincia a dirmi che gli piacciono i bambini che ne vorrebbe tanto uno ma non si trova la materia prima per farlo. Io penso che sia proprio dolce, ma poi lo guardo bene e mi pare troppo giovane per pensare ad un figlio, cosi gli chiedo l’età: 21 anni. Quando gli dico che è troppo giovane e che almeno deve arrivare a 30 anni lui si meraviglia e chiede a me quanti anni abbia. Alla mia rivelazione (li ho detti tutti, senza togliermene neanche uno) cade una tegola in testa a lui e una certezza a me. Lui mi dava 18/20 anni e io ero, nella mia ingenuità, convinta che fosse venuto solo per far giocare Iaia e invece voleva rimorchiare me.
Deve esserci qualcosa che non va o in lui che non è in grado di attribuire l’età alle persone o in me che dimostro più di 15 anni in meno! Comunque anche in questo mia zia ha trovato un aspetto positivo: mi serve per convincermi che sono ancora in pista; si, ma non con uno di vent’anni, aggiungo io!

Avrei voluto restare di più, per me e per Iaia che si è divertita come non mai con lo zio che per l’occasione è diventato il nonno. Rideva come una pazza e io anche. Questi miei parenti sono tutto l’opposto di quelli che ho qui. Sono giocherelloni, per loro non c’è età anagrafica, basti pensare a mio cugino che a quarantaepassa anni si è fatto crescere i capelli perché deve regredire di età fino a che non arriva ai 20. Non so come faccia la gente a fidarsi di lui come commercialista, però è fantastico e ha fatto un figlio dolcissimo che sono sicura diventerà un campione di nuoto.
Mi spiace non aver rivisto la figlia di mia cugina, che era al mare con il suo papà, però l’ho sentita al telefono e mi ha chiesto di andare a trovarla con il teletrasporto. Buon sangue non mente.

Adesso sono tornata nel grigiore di questa vita, ma la marcia in più che mi hanno lasciato i miei parenti (la mia dolce nonnina) e la loro città non si è ancora esaurita. Sono più fiduciosa, più ottimista, più realista, ma più di tutto sono ancora più innamorata della mia bambina e molto meno del suo papà.

Adesso vado alla ricerca internettiana del mio prossimo cellulare.

sabato 6 agosto 2011


Oggi siamo del bel mezzo dei preparativi pre-vacanze: domani Iaia, io e mia mamma partiremo per la nostra seconda vacanza. E’ strano, ma sento questa come una vacanza molto più di quando siamo partite per Finale.
Andiamo di nuovo al mare, a trovare la bisnonna di Iaia che in due anni l’ha vista una sola volta quando aveva due mesi. Forse è per questo che la vedo come una vacanza vera, avrò a disposizione un’intera schiera di parenti che permetteranno anche a me di godere un meritato riposo. Poi ci sarà mia cugina, la mia preferita, anche lei è separata, con una bellissima bimba che purtroppo non ci sarà visto che è in vacanza con suo papà. Credo che parleremo molto e che potrà aiutarmi a credere in un futuro sereno per me e Iaia e poi spero anche che mi porterà finalmente a passare una serata di svago!

Andiamo in treno, la prima volta di Iaia e sarà un viaggio piuttosto lungo. Un po’ di preoccupazione c’è, non credo che riuscirà a dormire quindi dovrò attrezzarmi al meglio tra libri, pastelli, stickers e chissà che altri giochi, sempre troppo pochi per 5 ore di viaggio. Poi c’è la valigia, purtroppo un solo trolley per me e per lei, ma sono sicura che non ci basterà quindi spero nella valigia di mia mamma. Già ci vedo domani tutte e tre a correre per prendere il treno, con me con due trolley, una borsa di Iaia, uno zaino e una borsa mia e mia mamma con la bambina in braccio, altre due borse di plastica con dentro quello che non è stato in valigia e un toast da far mangiare Iaia! La vedo già che mi urla dietro che non mi so organizzare e io che le dico “cavolo ho dimenticato chissà che e non possiamo partire”. Con tutta la gente che ci guarda come fossimo a Zelig.

Il viaggio sarà stressante ne sono sicura, come sono sicura che Iaia, visto che sono due giorni che non fa la cacca, la farà tutta domani, in una prima classe con gente con la puzza sotto il naso e io non saprò dove buttare la bomba puzzolente e tutti mi guarderanno male. Sicuramente rimpiangerò i viaggi in cui potevo ascoltare la musica, leggere un libro o meglio una rivista o semplicemente guardare fuori dal finestrino aspettando di vedere il mare.
D’ altra parte però avrò la mia bimba che sperimenterà una cosa nuova, che griderà il maleeee, non appena vedrà il mare, che mi farà passare il tempo a rincorrerla tra i vagoni!

Domani a mezzogiorno si parte, andiamo a respirare aria di famiglia, e a ma piacerebbe tanto non dover ritornare dopo soli tre giorni.

venerdì 22 luglio 2011

QUANDO  

Quando smetterò di avere le solite improvvise crisi di pianto?

Quando non sarò più colta di sorpresa da un misto di rabbia e tristezza che mi faranno scoppiare a piangere durante il tragitto lavoro-casa?

Quando crederò che non è vero che se non ci fosse stata Iaia avrei superato tutto questo con meno dolore (a questo penso che non ci crederò mai)?

Quando accetterò il fatto che niente potrà riportarmi quella che credevo una splendida famiglia?

Quando comincerò a pensare al mio futuro?

Quando schifossissima testa di c....o te ne andrai fuori dalla mia vita e fuori da questa casa?


Oggi avrei dovuto essere vicino Padova ad assistere al concerto dei Duran Duran. Mi spiace per tutti i duraniani delusi, ma forse per me è meglio che Simon abbia avuto problemi di voce e che abbiano dovuto cancellare l'intero tour.
Non sarei stata proprio dell'umore adatto...

domenica 10 luglio 2011

arrivata  

La mia bambina è arrivata. Non immaginavo che potesse rendermi così felice riabbracciarla. Avevo paura di riperdere la liberta riacquistata nella settimana senza di lei, invece rivederla è stata un'immensa gioia. Non me la ricordavo così bella, con i suoi ricci ribelli, la risata contagiosa. Mi è sembrata contenta e per tutto il viaggio in macchina continuava a chiamarmi. E' diventata più alta e mi pare più ubbidiente. Non ho dovuto litigare per lavarle le mani e la faccia, neanche per farle il bagnetto. Ma forse anch'io sono più rilassata, forse un po' più tranquilla, e lei lo sente.
Credo che avevo proprio bisogno di una settimana da sola!

sabato 9 luglio 2011

miscellanea  


Oggi finisce la mia vacanza forzata, la mia settimana solitaria, senza cene da dover preparare, senza bimbi da dover andare a prendere, lavare, nutrire, far giocare e addormentare. Una settimana con la casa in ordine… Questa sera alle nove atterrerà l’aereo che mi riporterà indietro la mia bambina e tutto tornerà come prima.
Iaia mi è mancata molto, mi è dispiaciuto tutte le volte che non ha voluto parlare con me al telefono, però dopo il primo giorno di spiazzamento, sono riuscita a gustarmi tutti i vantaggi di non avere figli, e mi è piaciuto! Certo lei è mia figlia, c’è e non ne potrei più farne a meno e sono felicissima di andare a riprenderla all’aeroporto, però stare da soli ogni tanto fa molto bene.

Questa mattina sono uscita per comprare tutte le cose che piacciono di più a Iaia. Sono andata dal macellaio, c’erano 15 persone e questo mi ha fatto riflettere. A parte che mi ha fatto specie pensare a me, vegetariana, che ordino macinato per fare il mio primo polpettone, però siamo una popolazione di carnivori e molti non pensano neanche a quante cose alternative alla carne si possono mangiare. Da quando è nata Iaia vado spesso dal macellaio e mi da sempre un po’ di fastidio, una delle certezze della mia vita è che non potrei mai stare con un macellaio!

Ieri sono andata dal mio avvocato perché c’erano delle parti dell’accordo di separazione che non mi andavano bene. Una era la restituzione della caparra della casa che abbiamo in affitto. Le ho detto che la caparra è sua e non lo metto in dubbio, ma sinceramente in questo momento non ho 1500 euro da dare per una nuova caparra più 2500 euro per l’avvocato. Devo averle fatto pena perché mi ha detto di non preoccuparmi, posso pagare il saldo anche a rate e poi cercherà di farmi uno sconto. Intanto però devo darle un fondo spese di 750 euro. Potrei vendermi un rene, magari mi avanza anche qualcosa. Mi sa che presto tornerò a fare il tempo pieno e non vedrò più mia figlia.

Simon non sta bene. Credo che l’abbiano operato e nessuno dice niente. Se penso che il 22 avrei dovuto essere al concerto dei Duran mi viene da piangere. Chissà se rifaranno i concerti… Intanto il 22 sarò a casa dal lavoro perché c’è la festa patronale e mi ritirerò nella mia vecchia camera sotto il poster di Simon a meditare.

Qualche giorno fa mia mamma, vedendomi di ritorno dal lavoro, vestita come mai mi sarei vestita per andare al lavoro, (pantaloni bianchi aderenti tacco alto color oro, canottiera lunga e stretta con paiette e occhialoni da vip) mi ha detto che somigliavo a Belen Rodriguez. Mi sono fatta una grassa risata. Belen neanche dei poveri, ho pensato. Mia mamma ci prova a tirarmi su l’autostima, però poteva scegliere qualcuna di più verosimile.

Ho pulito da cima a fondo la casa, ho fatto 5 lavatrici, ho fatto il cambio dell’armadio ( a luglio inoltrato!), ho stirato, ho fatto la spesa sono andata a lavorare. Questa settimana è stata in crescendo e ne sono soddisfatta. Oggi andrò a comprare quello che manca e poi mi piazzerò davanti al televisore, voglio godermi la tv fino a che l’avrò, visto che è una delle cose che lui si porterà via!
Poi Malpensa…

mercoledì 6 luglio 2011

sarà astinenza?  


Siamo a mercoledì, il quarto giorno di vita solitaria. In realtà non è proprio solitaria visto che tra lavoro e mamma/fratello sono sola solo di notte, purtroppo.
Infatti in questo periodo, non so perché, comincio a sentire la mancanza di un uomo e, stranamente, nei miei pensieri compare Simon. Fisicamente è lui il mio tipo di uomo ideale, anche se poi mi sono sposata con uno che non c’entrava niente con lui. Così mi ritorna in mente quella sera in cui ci siamo guardati a distanza ravvicinata e il suo sguardo era esplicitamente provocatorio, tanto che il suo manager/procuratore di ragazze post concerto, mi ha fatto entrare in hotel. Quella sera se fossi stata più disinibita e se non fossi stata sposata chissà…. Simon così vicino con le sue mani nei miei capelli, ha cancellato tutte le mie convinzioni di quando dicevo: Simon è bello e ha una voce stupenda, ma non ci andrei mai a letto! Se fosse qui adesso… Anche se c’è da dire che quella sera era, diciamo così un po’ alticcio, altrimenti col cavolo che entravo in hotel!
Comunque, tutto questo per dire che comincio ad aver bisogno di una persona al mio fianco e che forse questa è la strada giusta per venir fuori dal mio esaurimento!
So che non è finita la mia sofferenza, non è passata neanche una settimana da quando ho fatto la strada di ritorno dal lavoro piangendo come una scema sentendomi sola e abbandonata. Dopo tanta salita sono ripiombata nella fossa che ha iniziato lui a scavare, ma che sono andata avanti io a rendere più profonda. Ogni volta che credo di riuscire a venirne fuori basta una mail del mio avvocato o una litigata per farmi fare 10 passi indietro. E sono passati due anni!
Però oggi sento che se incontrassi qualcuno non mi tirerei indietro, penso che ci uscirei insieme e che poi chissà, anche le mie convinzioni di far passare qualche mese prima di finirci a letto potrebbero andare a farsi benedire.
Mi sa che sto cambiando…

lunedì 4 luglio 2011

freedom  


E anche la mia prima domenica da single è appena passata.
Per non sentire nostalgia di Iaia sono stata al nuovo parco dei gonfiabili, in mezzo a molti bambini tra cui le mie due nipotine. E’ stata una giornata carina, anche se mi mancava la mia bimba. Dopo tanto tempo mi sono anche mangiata, in tranquillità, un buonissimo gelato con la panna. Sono stata per la prima volta in questo parco e sono sicura che Iaia si divertirebbe da matti in mezzo a tutti quei giochi: appena torna ce la porto.
Questa mattina invece la dedicherò alla mia di mamma, chissà che non ci scappi anche un po’ di shopping!
Intanto Iaia sembra che si stia divertendo, non ha più la febbre e ha già fatto il bagno. Questa mattina in Sardegna è un po’ nuvoloso, almeno dove sono loro, ma quando li ho sentiti stavano andando al mare. Tutto quello che mi ha detto è stato: “ poco poco sole, al mareeee, ciao” non è stata di molte parole, ma va bene lo stesso se si diverte.
Non vedo l’ora di riabbracciarla!!!
Adesso stendo e vado dalla mia mamma

sabato 2 luglio 2011

partenze  


Sono appena tornata dall’aeroporto: Iaia e suo papà sono partiti per il mare e torneranno sabato prossimo. In questo momento Iaia e il suo papà sono su un aereo. E’ la seconda volta che la mia bimba prende l’aereo, ma la prima volta aveva solo due mesi, quindi era troppo piccola per accorgersene. Spero non abbia avuto paura durante il decollo e che non ne abbia per l’atterraggio.

Sarà una settimana durissima, è la prima volta che stiamo lontane per più di una notte e già mi manca da morire. Purtroppo è partita con un po’ di febbre quindi sono ancora più preoccupata.
Per la prima volta dopo due anni sarò sola per una settimana e pensando a come saranno le mie giornate mi chiedo cosa facessi prima quando lei non c’era. Oggi le mie giornate sono scandite dai suoi ritmi: la mattina sveglia presto, perché lei è mattiniera, poi asilo e adesso che faccio il part-time, sistemo la casa, cucino per la sera, prendo il pane e poi al lavoro. Alla sera vado a riprenderla dalla nonna, bagnetto, cena, gioco e nanna.
Da domani sarà diverso, innanzi tutto potrò dormire, se l’abitudine al risveglio presto me lo permetterà. Poi riuscirò a vedere la tv, sperando in film interessanti, potrò leggere, non dovrò cucinare e se avrò abbastanza forza di volontà farò un po’ di addominali. Tutto questo però non compenserà il vuoto che mi ha lasciato, non pensavo che sarebbe stato così difficile, ma questa esperienza mi sta facendo capire quanto lei sia importante per me e quando tornerà io sarò più riposata e rilassata e felicissima di rivederla.

Poi oggi ho avuto anche una brutta notizia. Mi avevano detto che il tour dei Duran Duran mi avrebbe aiutata a passare questo brutto periodo. Che seguirli nei vari concerti aveva già aiutato persone in situazioni simili alla mia. Mi ero detta: sarai libera di divertirti senza litigare con lui perché non capisce. Ero convinta che anche se non riuscivo ad avere l’eccitazione di sempre nel rivederli, sarebbe stato comunque bello stare con le amiche duraniane e rincontrare loro. Mancavano 20 giorni al primo concerto, invece questa mattina è arrivato il comunicato ufficiale: tutto il tour dei Duran è stato annullato/posticipato per problemi di Simon. Aveva una semplice laringite che probabilmente si è trasformato in qualcosa di più serio, spero non così grave da compromettere la sua salute.

Io intanto in questo mio primo sabato sera libero sono spaparanzata sul divano a bere coca-cola e mangiare patatine per cena. So già che in una settimana mi ridurrò come quegli uomini panzoni con la canottiera unta, con una birra in mano, davanti ad un programma demente che sterminerà gli ultimi neuroni sani che mi sono rimasti.
Vado a vedere cosa c'è di stupido in tele.

Ti voglio un mondo di bene mia piccola patata.

martedì 28 giugno 2011

una mamma part-time che sceglie il part-time  


Torno qui dopo mesi di assenza per dimostrare i lati peggiori del mio carattere: incostanza, disorganizzazione, inaffidabilità e svogliatezza. Soprattutto in questo periodo, ma solitamente io sono quella che inizia una cosa e non la finisce, poi la riprende per poi smettere di nuovo e infine raramente la porto a termine. Questo è l’aspetto che più non mi piace del mio carattere, cerco di migliorare, ma ci ricasco sempre. E questo blog ne è la dimostrazione, ma da oggi lo userò di più…

Intanto qualcosa è cambiato. Sembra che siamo riusciti ad arrivare ad un accordo. Alla fine non ho più ceduto e lui ha dovuto dire di sì. Così contro ogni mia aspettativa sul futuro mi ritrovo, pur non volendo, ad essere una mamma part-time. Non potrò stare con mia figlia per due week end al mese, dal venerdì alla domenica sera, per una notte e una cena a settimana. Non passerò il capodanno con lei, perché preferivo il Natale, e tutte le altre vacanze perché dovremo alternarci. Starà con il suo papà per due settimane in estate e una per le vacanze natalizie e potrà vederlo tutte le volte che vorrà.
Non abbiamo ancora firmato, ma se tutto va bene ci siamo vicini. Anche se in questi giorni continuiamo a litigare.
Poi giusto per cominciare ad abituarmi all’idea, sabato Iaia partirà per una bellissima località di mare con il suo papà. Staranno via per una settimana e dovranno prendere l’aereo! Sono già in crisi, vorrei che restasse con me, ma visto che due settimane fa l’ho portata io al mare con la nonna, adesso non mi resta che preparare il fazzoletto, ricaricare il cellulare e aspettare che la prossima settimana passi in fretta.
Purtroppo le vacanze separate sono stata l’unica possibilità per far stare al mare Iaia perché il suo papà piuttosto che fare le vacanze insieme l’avrebbe fatta stare tutta l’estate a casa (come ha fatto l’anno scorso!)

Ma non sono solo una mamma part-time, sono anche una lavoratrice part-time. Da una settimana.
ho dovuto rinunciare al mio perfetto orario di sei ore perché mi hanno detto di scegliere se tornare a fare il tempo pieno o fare quattro ore al giorno, per giunta il pomeriggio, almeno fino alla fine dell’anno. Ci ho pensato molto e alla fine ho deciso di provarci e se non dovessi farcela per la notevole diminuzione di stipendio posso sempre decidere di fare le otto ore.
Certo adesso Iaia è al nido al mattino quindi non posso stare con lei, ma a metà luglio finirà e per due mesi staremo tutte le mattine insieme. Per adesso ne approfitto per scrivere, per preparare la cena, perché alla fine arriviamo a casa alle sette di sera, per farmi una doccia in tranquillità, per curarmi di più e per mettere a posto la casa (ahimè dovrò fare a meno dell’aiuto che avevo per recuperare un po’ di soldi). Poi se va tutto bene potrò alternare i pomeriggi e le mattine con una collega.

Adesso è già ora di andare, mangio una focaccia al volo e vado al lavoro…

sabato 30 aprile 2011

buon compleanno a me  


Oggi è il mio compleanno. Questo pomeriggio ci sarà una piccola festa in cui il numero di bambini potrebbe superare quello degli adulti, quindi mi chiedo: ma siamo proprio sicuri che sia la mia di festa?
Di certo non potrà essere peggiore di quella dell'anno scorso, in cui il numero degli invitati si è drasticamente ridotto a metà di quelli previsti. Basti pensare che al mattino un invitato mi ha chiamato dicendomi che non poteva venire perchè era scappato di casa dopo una lite con il marito e si trovava al parchetto del suo paese in pigiama e ciabatte: era mia sorella!

Comunque oggi ho già ricevuto il primo regalo: le date sicure del tour dei Duran Duran. Un regalo un po' scarso visto che sono solo 3. Speriao le aumentino!

Io per non pensare al tempo che passa, mi sono vestita da teenager per andare a prendere la torta!

mercoledì 27 aprile 2011

il mio ultimo mese  


Mamma mia quanto tempo è passato dall’ultima volta che ho scritto.
E’ che il tempo non basta mai, tra il lavoro, la spesa e le commissioni varie rischiavo di trascurare Iaia per scrivere sul blog, e le conseguenze si stavano già facendo vedere.
La mia bimba mi respingeva, preferiva stare con il suo papà e la sua nonna, mi cacciava dicendo “via mamma” e per giunta picchiandomi. Quando cercavo di prenderla in braccio aveva delle crisi di isterismo e preferiva buttarsi a terra piuttosto che stare con me.
Non nego che quando mi ha detto cattiva mi è balenata l’idea di una coalizione mamma/figlio (suocera/papà di Iaia). Spesso ho la sensazione che facciano di tutto per tenermela lontano. Ad esempio oggi quando sono andata a prenderla,alle 17, mia suocera non era riuscita ancora a farla dormire. Pretendeva di farla addormentare in quel momento: io avrei potuto andare a casa e passare a riprenderla prima di cena. Quando le ho detto che me la portavo a casa ha insistito guardandomi come se stessi facendo del male a Iaia.
Per non parlare di quando Iaia ha sbattuto la testa contro il tavolo e si è messa a piangere, me la stava strappando letteralmente dalle braccia dicendomi che dovevo stare attenta! Naturalmente me la sono tenuta e l’ho consolata io! Se non stesse passando un bruttissimo periodo l’avrei già riportata al suo ruolo di nonna e non mamma.

La separazione non è andata avanti, continuiamo con le proposte, ma questa volta la mia è l’ultima e siccome mi è stato anticipato dall’avvocato che non è stata accettata, ma sono state rilanciate altre soluzioni, è chiaro che nel giro di una settimana si andrà in giudiziale. E’ proprio assurdo!

Io tra un’operazione di mia mamma annullata, una tossidermia che non ho il tempo di accertare, vari problemi che sono venuto fuori con gli esami del sangue, una grigliata pasquale da mia sorella, una pasquetta a Genova dalla nonna bic (bisnonna, così la chiama Iaia) e una montagna di cioccolato da smaltire sto andando avanti, con la paura che mia figlia non mi voglia bene, con la speranza di una vacanza io e lei (e la nonna) al mare a giugno e con la voglia di comprarmi una casetta con il giardino per far giocare Iaia.

Ah si, c’è stata anche la prima notte senza Iaia, lunedì scorso, perché non è voluta tornare a casa con i suoi genitori, ma ha preferito dormire dalla nonna. Magari un giorno racconterò della notte che ho passato, a casa da sola con il suo papà che speravo andasse a dormire sul divano e di quante volte mi sono svegliata con la paura di non sentire il telefono, ma con la tranquillità di potermi preparare senza fretta per andare al lavoro.

Ah, e poi ci sono le prime date del tour dei Duran Duran che forse coincideranno con il periodo in cui Iaia sarà in vacanza con il suo papà. Magari ne approfitterò per vedere Palermo e i Duran in una volta sola.

sabato 26 marzo 2011

I' VE GOT IT  









Finalmente anche io posso ascoltare il nuovo lavoro dei DURAN DURAN.

Incredibilmente lo sto ascoltando per la seconda volta. Speriamo che Iaia non si svegli.

Sono contenta...... Grazie....





venerdì 18 marzo 2011

ma come si fa?  

Non so perché, ma in questi giorni continuo a sentire sempre lo stesso argomento: quando due persone si lasciano non devono farsi tormentare dall’odio e dal rancore, ma devono perdonare e superare la delusione, per se stesse ma soprattutto per i figli, se ci sono.
Io sono riuscita a non farmi accecare dal rancore puro per il bene di nostra figlia e grazie a questo mio immenso sforzo non sto assolutamente usando Iaia per far del male a lui. Ma da qui a perdonare un uomo che pur sapendo che l’unica certezza che avevo nella vita era dare ai miei figli una famiglia tradizionale e unita sono sicura che non basterebbero 1000 vite.

Quindi mi chiedo:
MA COME SI FA?
Come si riesce a soffocare l’odio, a cancellarlo, a trasformarlo in un qualcosa di positivo? Come si può controllare a proprio piacimento un sentimento quando è il nostro “cuore” che soffrendo per la delusione, manda impulsi negativi al cervello? Come si può confutare il detto “Al cuor non si comanda?”

All’inizio della nostra separazione quello che provavo era incredulità, disperazione assoluta. Iaia aveva solo due mesi e lui mi diceva di non amarmi più. Lui ha rovinato i primi mesi, anzi il primo anno della mia vita insieme a mia figlia. Non avevo voglia di fare niente, ricordo che all’allattavo la mia bimba e intanto piangevo, la cullavo per farla addormentare e piangevo. In quei mesi non sono riuscita ad instaurare il famoso rapporto mamma/figlia perché non facevo altro che disperarmi.
Poi, ha iniziato a farsi largo la rabbia, il risentimento…
Quando mi sono resa conto che questo non mi faceva bene, perché continuavano a ronzarmi in testa sempre gli stessi pensieri che mi distoglievano dalla mia bimba, ho pensato che stavo sprecando le mie energie per una persona che non valeva niente e che sicuramente avrebbe giovato a me e a Iaia se fossi riuscita a trasformare l’odio in amore per lei.

Ci ho provato, con tutte le mie forze, ma a distanza di un anno e sette mesi io provo ancora una forte rabbia nei confronti della persona che più di tutte mi ha fatto soffrire. Io non ci riesco. Sono sicura che lo odierò per tutta la mia vita, ogni volta che vedrò negli occhi di mia figlia il desiderio di una famiglia unita.
Penso che quando una persona ci fa del male, un male insopportabile, non ci sia nessun modo per superare la rabbia, nessun rimedio. La ferita non si richiuderà più e ci accompagnerà per sempre in tutte le decisioni e le strade che percorreremo nella nostra vita.
Quando il dolore è così grande non può esserci rinascita.

Con questo non voglio dire che non riusciremo ad avere un buon rapporto civile, anzi, ma il mio sforzo è solo per Iaia, per farle avere un padre vero, perché possa crescere con una figura paterna al suo fianco ogni volta che ne avrà bisogno.

mercoledì 9 marzo 2011

le cose belle della vita  

Grazie a Kriegio che mi ha spronata a pensare a 10 cose belle per cui valga la pena vivere.
Partirò da lei per questi miei pensieri, anche se alla fine credo che non saranno 10 le cose che in questo momento per me siano valse le sofferenze che la vita mi ha riservato. Ho passato sicuramente dei bei momenti, ma uno solo è davvero valso la mia vita.
Passo poi la palla a chiunque, transitando da qui, la voglia cogliere.

Banalmente, incredibilmente e ancora molto inconsciamente la prima cosa che mi viene in mente è la mia bimba. Anche se è difficile e lo sarà ancora di più quando saremo sole, nonostante spesso dica convinta che se tornassi indietro non lo rifarei, mi rendo conto che se veramente qualcuno mi desse la possibilità di non avere Iaia non accetterei per niente al mondo. Darei la mia vita per lei.

Il mare. Restare in piedi su una spiaggia sabbiosa alle sette di sera guardando fisso un punto del mare con il pensiero che tutta la mia famiglia si riunirà per cena, senza fretta. Poter toccare almeno una volta la sabbia magica delle Maldive.

Le vacanze che seguono un lungo periodo di intenso lavoro. Sia viverle che organizzarle. Quindi mi vengono in mente tutti i posti che ho visto e che valeva la pena visitare: Barcellona e la meravigliosa Sagrada Famiglia, New York e i paesi tipici americani, l’Islanda, L’Inghilterra, Parigi. La Russia, lo Sri Lanka le Maldive e tanti altri posti che ho potuto vedere.

I bei momenti che la mia storia con il papà di Iaia mi ha permesso di vivere. L’estate in cui ci siamo messi insieme, il primo bacio, la prima vacanza insieme sulle Dolomiti, il primo anniversario, il giro in moto in campagna il giorno prima degli esami di maturità, il periodo che abbiamo vissuto insieme, di nascosto dai genitori, quando eravamo all’università, gli aperitivi, il matrimonio e tutti gli anni felici che ci hanno portato alla nascita di nostra figlia.

Il pezzo di strada che separa casa mia dal mio posto di lavoro. 25 minuti di macchina immersi nella campagna con in sottofondo la musica delle mie radio preferite. Con le montagne di sfondo, le anatre con gli anatroccoli dietro che attraversano la strada (oggi ha attraversato la strada un fagiano), gli aironi che volano sopra di me e altre specie di uccelli di tutte le dimensioni che fanno il bagno nei canali che costeggiano la strada. Molte volte ho la tentazione di fermarmi perché potrei toccarli allungando un braccio.

I Duran Duran, i loro concerti, i post concerti, le promozioni e gli incontri con loro e con gli amici duraniani. I concerti della prossima estate…La musica in genere.

La mia famiglia, tutta.


Ora, per pensare invece alle disgrazie che mi stanno capitando, vorrei soffermarmi su quello che il destino carnevalesco mi ha riservato. Sono ormai 10 giorni che sul mio corpo, o meglio sugli arti inferiori e superiori, si sono manifestate queste strane “cose”.




Il mio medico ha provato a curarmi con antistaminici e creme antinfiammatorie e quando ha visto che peggioravo mi ha mandata al pronto soccorso. Dopo ore di attesa, 25 euro di ticket e la consulenza del dermatologo sono tornata a casa con un’altra crema antibiotica e nessuna diagnosi, ma solo un “torni lunedì mattina in ambulatorio”.
Lunedì sono tornata e mi hanno visto altri medici che hanno pensato ad una tossidermia causata da un maledetto aulin che ho preso qualche settimana fa. Però siccome non erano sicuri mi hanno prescritto 157,06 euro di esami del sangue, tampone faringeo ed esami delle urine.
Sta di fatto che ieri mi hanno prelevato mezzo litro di sangue, mi devo spalmare una crema allo zinco molto puzzolente e devo prendere un antistaminico che mi dovrebbe causare molta sonnolenza e quindi mi hanno sconsigliato di guidare. Ma secondo loro come posso fare? E così lo stesso guido per andare a lavorare, cercando di prendere le pillole una volta a casa.
In più queste “cose” non se ne vanno, anzi ogni volta che mi guardo ce n’è una in più. Se non riescono a guarirmi questa estate sembrerò una deficiente che con 40 gradi all’ombra va in giro vestita come fosse inverno!

Si accettano diagnosi da eventuali medici e non che dovessero passare da queste parti.

mercoledì 2 marzo 2011

01-03-2011  

Quando ti accorgi che non sai come ti devi comportare per non dare fastidio.
Quando ti accorgi che lui accetta meglio gli abbracci di vecchi colleghi mentre ai tuoi risponde solo alzando un braccio e vorresti piangere.
Quando ti accorgi di arrivare a casa sua insieme a mille altre persone per assistere al funerale e ti senti un’estranea.
Quando ti accorgi che la gente capirà che c’è qualcosa di strano e vorresti nasconderlo come la polvere sotto al divano, per nasconderlo anche a te stessa.
Quando ti accorgi che lui ha deciso di chiudersi in cucina con degli amici per non vedere nessuno e tu non sai se entrare o no.
Quando entra nella stanza una ragazza che non conosci, lo bacia, gli fa le condoglianze e quando un amico gli fa la domanda che ti rimbomba nel cervello: “Ma chi è”, lui non risponde e tu ti senti bruciare dentro.
Quando nel corteo non sei vicino a lui, ma dietro e ti senti distante mille miglia.
Quando al cimitero ti corre in aiuto l’amica G., ti abbraccia e ti porta in un angolino invisibile a piangere fino a che ti tremano le mani.
Quando dopo due notti che lui ha passato con sua mamma, torna e tu ti senti sollevata, ma poi la parte razionale del tuo cervello ti dice che lui non è tornato per te, ma per stare con Iaia, e tu ti sorprendi che possa essere davvero così.
Allora capisci che tutti questi mesi sono stati inutili, che non sono serviti a niente, che ti eri illusa che il peggio fosse passato, che la tua vita potesse di nuovo, ma diversamente, essere felice, che ti sei girata e hai scoperto di essere nuovamente all’inizio.
E ti accorgi che resterai segnata per sempre, ma che effettivamente non lo stai ancora accettando.

Grazie a G. che c’è sempre nei momenti più bui.

martedì 1 marzo 2011

se ne è andato  

Ci ha lasciati senza neanche darci il tempo di capire quello che stava succedendo.
Se ne è andato senza permetterci di festeggiare il suo ultimo compleanno.

Il nonno di Iaia è morto domenica sera per colpa di un tumore bastardo che non ha concesso alla sua famiglia neanche gli ultimi mesi per stare con lui.

domenica 27 febbraio 2011

io non c'ero  


L’ultima volta che ho visto i Duran Duran era l’estate di qualche anno fa. Le ultime parole che ho detto a Simon sono state: “Spero di rivederti presto” e la sua risposta è stata: “Oh yes”. Entrambi non ci credevamo neanche un po’ a quello che stavamo dicendo…
Lui se ne andò in un altro “porto” e io in quella che sarebbe stata la svolta della mia vita: un figlio, anche se ero convinta che non sarei riuscita ad averne uno con tanta facilità. Sapevo che la mia vita sarebbe cambiata, che non avrei più potuto seguirli come prima, che prima ci sarebbe stata la mia famiglia, da quel momento in poi. Avrei potuto vedere solo un concerto, non li avrei potuti incontrare nei vari hotel a cinque stelle, godendomi una giornata da vip e gustandomi un tiramisù da 15 euro o una spremuta da 10!

Il destino però mi ha giocato un brutto scherzo, ma non è adesso che voglio ricordarmi del periodo di vero schifo che stiamo passando…

Comunque, in questo momento, i Duran Duran sono a Milano, in un noto e bellissimo hotel, a fare interviste e ad aspettare di esibirsi, nel pomeriggio, a “Quelli che il calcio”.
Io sono a casa…
Sono arrivati a Milano venerdì, giovedì hanno partecipato a un programma di radio deejay ( io sarei stata più brava a fare l’intervista, caro Linus) e a uno di rtl. Venerdì hanno tenuto un concerto per la settimana della moda, un concerto ad inviti, per vip e qualche fan fortunato… Un concerto che sognavo, un concerto per cui avevo il biglietto…
Potevo esserci… ma ho deciso che non era il momento di pensare alle scemate, che il mio posto era a casa a tenere Iaia e permettere al suo papà di stare con il nonno… Ho ceduto il biglietto alla mia cara amica G. sapendo che si sarebbe divertita anche per me.
Sono stata a casa, forse inutilmente, ma non sono nello spirito adatto per pensare a divertirmi, perché c’è qualcuno a cui continuo a voler troppo bene che sta molto male…

Oggi starò a casa e guarderò Quelli che il calcio con un po’ di nostalgia per il periodo di serenità che ho lasciato alle mie spalle e con la speranza che in futuro riusciremo a trovare un po’ di tranquillità.

Vorrei dirlo di persona, ma: “A presto Duran Duran”. Intanto io per consolarmi mi strafogo di chiacchiere!

venerdì 11 febbraio 2011

Purtroppo ieri la tac ha dato l’esito che nessuno avrebbe voluto sentire: il tumore c’è ed è nel fegato. Uno dei posti più brutti perché è difficile venirne fuori…
L’oncologa che ha visto la tac fatta a dicembre, quando è stato male la prima volta, ha detto che già si vedeva qualcosa e ha chiesto come mai non l’avessero fatta vedere a un neurologo. Il perché è semplice: il primario che l’aveva vista al pronto soccorso aveva detto che non c’entrava niente. Non so se anticiparlo di due mesi avrebbe cambiato le cose, però forse si sarebbe evitato di intaccare così tanto il cervello.
Lunedì faranno degli esami per vedere se il tumore è posizionato in un punto in cui è facilmente accessibile e quindi se sarà possibile martedì faranno la biopsia.

Lui, quello che ancora è mio marito, sta soffrendo molto e come fa sempre si tiene tutto dentro. Gli unici momenti in cui cambia espressione è quando è con Iaia, però da come parla si capisce che si è già arreso senza neanche combattere e questo non fa bene né a suo padre né a sua madre.

Oggi lo guardavo mentre saliva in macchina per andare al lavoro e mi ha fatto una grande tristezza: avrei voluto poter fare qualcosa, ma come sempre accade in queste situazioni non si può fare niente: i tumori sono una malattia bastarda!Avrei voluto abbracciarlo per fargli sentire che può appoggiarsi su di me, ma non sono sicura che lui vorrebbe questo.
Spero solo che abbia chiamato E., il suo migliore amico, anche lui a un anno dalla nascita di suo figlio ha perso il padre per un tumore. Spero che lui sia in grado di aiutarlo perché io in questo momento io sono inutile…

martedì 8 febbraio 2011

caro diario  

Questo è un giorno in cui vorresti solo piangere, chiedere aiuto urlando, ma più urli e più ti rendi conto che nessuno ha la possibilità di aiutarti. Un giorno in cui vorresti chiudere gli occhi e non pensare al futuro e soprattutto al presente. Il giorno in cui ti senti impotente e non sai come fare, con il lavoro, con tua figlia, con la separazione da portare avanti, perché prima di questo ti trovi davanti a qualcosa di più grande, qualcosa contro cui non puoi fare niente, solo piangere: un tumore…

Purtroppo in questo momento mio suocero è stato ricoverato nel reparto di oncologia con questo schifosissimo sospetto. E io non posso che ammettere che la sanità nel nostro paese fa schifo, anzi fa vomitare…Se a novembre, quando è stato male per la prima volta non gli avessero detto “ Si ha avuto un’ischemia e continua ad averne, vada a casa e si prenoti gli esami, ma se vuole fare in fretta perché non vuole morire prima, se li faccia a pagamento”, se lo avessero ricoverato e si fossero comportati come fanno quando è un loro parente a stare male, oggi avrebbe guadagnato tre mesi contro questa malattia.

E adesso si mette tutto in secondo piano: l’appuntamento dall’avvocato è stato nuovamente rimandato a data imprecisata, ma chi se ne frega, questo è un peso troppo grosso per lui e non ci penso neanche a caricarlo di altri pensieri…
Poi Iaia sta male, oggi il pediatra ha ordinato di farla stare a casa dal nido per un’altra settimana; mia mamma ha la bronchite e 40 di febbre e io non posso starle vicino perché devo strare con mia figlia.
Non c’è nessuno a cui posso affidare Iaia per andare al lavoro, mi sento sola e incapace di poter fare qualcosa per la persona con cui ho vissuto per quasi vent’anni; non posso, non ne sono più capace, ormai c’è un abisso tra noi…

Vorrei solo piangere, vorrei che qualcuno bussasse alla mia porta e mi dicesse: “Stai tranquilla, fa quello che devi, ci penso io alla tua bimba fino a che le cose non si sistemeranno. Invece mia mamma sta male, mia sorella è troppo lontano, mio fratello è inaffidabile e tutti i miei parenti non abitano abbastanza vicino.

Io non so cosa fare, non so cosa dire quando tornerà lui dall’ospedale, non so come fare ad assentarmi ancora dal lavoro, e poi chissà per quanto, non so come fare per aiutare mia mamma…
Mi sento impotente, piccola e in colpa.

Non so dove andare e l’unico posto che mi viene in mente è qui; come quando avevo 14 anni e nei momenti più tristi aprivo il mio diario e scrivevo:
ti prego fai che non sia un tumore…
Ti prego ascoltami anche questa volta...

domenica 6 febbraio 2011

Questo week end  

Volevo smettere di mangiare dolci, ma questo che sto mangiando è il quarto.
Volevo approfittare del riposo pomeridiano di Iaia per dormire, ma lei russava (poverina ha il raffreddore) e alla terza volta che ha cominciato a piangere e io in un nanosecondo mi sono diretta verso il suo lettino ci ho rinunciato e mi sono alzata.
Volevo fare la mia prima torta con la frutta, ma ho rimandato a settimana prossima.
Volevo fare la spesa con Iaia, ma è stata male e il pediatra ci ha vietato di farla uscire fino a martedì.
Volevo navigare tra i blog, ma chissà perché col mio pc non riesco a entrare in molti di quelli che frequento.
Volevo leggere un libro, ma l’unico momento libero è questo e sto scrivendo un post.
Volevo vedere la tv, ma da quando c’è il digitale rai uno due e tre non le vedo e ieri sera Cold Case l’ho visto proprio col caiz…
….Volevo scrivere un post, ma Iaia sta mugolando, si è svegliata, devo andare, torno ad essere mamma…

Ma……

mercoledì 2 febbraio 2011

discutendo del presidente  

In ufficio, invece di lavorare:

A: comunque noi non potremmo mai… Hai visto come sono belle?
B: ne ho vista una, si è bella.
C: le ha dato 5000 euro…
B: no, ma come si fa a vendersi per 5000 euro, ci si svaluta e si rovina il mercato!
A: ma non sono mica pochi 5000 euro. Per andarci a letto una volta sola…
B: no scusa, ma come minimo avrei chiesto i soldi per comprarmi una casa.
A: io per 100.000 euro ci sarei andata.
C: no, che schifo, io non ci andrei per niente al mondo. Poi ti porti dentro questo peso per tutta la vita.
B: però se mi dicessero che mi danno 5000 euro al mese e che quindi non dovrei più lavorare, forse lo farei…
C no, no, no…
A: ma si, tanto è una botta e via.
B: e poi mica vai con il primo che capita, lui ha il fascino del potere, è un simpaticone, divertente e poi sembra una persona pulita…
C: no... che schifo…

Fino a quasi due anni fa, C avrei potuto essere benissimo io. Oggi invece sono A o B e il mio pensiero su quello che ha detto C è stato: parla con l’ingenuità dei suoi vent’ anni, innamorata del suo primo ragazzo e con la convinzione che l’amore sia eterno e bellissimo, che non c’è niente al mondo che possa corrompere la sua integrità morale.
A è me alla sua età.
Io ero così e lo sono stata fino a poco tempo fa. Poi la vita (ma direi piuttosto lui) mi ha fatto perdere l’ingenuità, la certezza di certe mie convinzioni e la serenità.
Mi sono trasformata in una persona cinica che non professa più la fedeltà assoluta, non solo fisica ma anche mentale.

Poi però mi sono chiesta: ma non è che sono sempre stata così e che il mio vero carattere era nascosto sotto un rapporto che doveva essere perfetto agli occhi della gente? Non è che ho finto anche a me stessa per tutti questi anni di essere una persona che non sono?

Mi sento sempre più confusa…


Per dovere di cronaca il discorso era basato molto sull’ironia.

sabato 29 gennaio 2011

perchè  


perchè mi ritrovo qui in cucina col pc aperto a (non saper cosa) scrivere sul mio blog? Sono stanca morta, sono quattro giorni che ho un mal di stomaco da morire e da ieri per la prima volta in vita mia ho il collo bloccato... Visto che sono a casa da sola potrei buttarmi sul letto, chiudere gli occhi e lasciare che il mio corpo si conceda tutto il tempo di cui ha bisogno per stare meglio.
Invece sono qui e almeno potrei scrivere qualcosa di utile, tipo fare il punto su quello che dirò al mio avvocato settimana prossima. Dovremmo mettere giù un'altra proposta di risposta alla controproposta. Ma sinceramente non mi va!

Oggi la mia amica T. mi ha scritto che, nonostante vari problemi, vorrebbe andare a Londra a maggio per un concerto dei Duran... Anch'io sono tentata e spero che il mio di problema per quel mese se ne sia già andato.
E' una vita che non vado in Inghlterra. Mi manca... Chissà...
Mi ha chiesto se mi andava di andare a trovarla a febbraio visto che si incontrerà con altre amiche duraniane. Cavolo, mi piacerebbe da morire ma oggi sono troppo stanca e malata per cercare di capire se si possa fare...

La fase no sta passando. Nonostante il mal di stomaco la fase si si sta facendo largo e speriamo che riesca a mandar via la fase no definitivamente.
Però oggi mi sembra che il mio fisico mi stia abbandonando, stia decadendo. Starò mica invecchiando? Fisicamente però, perchè di testa non c'è speranza: i Duran Duran saranno in concerto da noi a luglio e mi sa che dovro andare in palestra per prepararmi!!!

Adesso vado a buttarmi sul letto anche se ormai è mezzogorno...

sabato 22 gennaio 2011

depressed  

Certe volte invidio chi lavora in uno studio proprio, chi lavora da solo o chi lavora a casa. In poche parole chi non è costretto a vedere dei colleghi tutti i giorni.
Perché è vero che la maggior parte delle volte, lavorando con persone brillanti (beh forse nel mio caso basterebbe scrivere simpatiche), si passa buona parte del tempo ridendo e anche di gusto, ma è altrettanto vero che quando c’è da pararsi “il sederino” sanno essere “carogne” all’ennesima potenza.
Questa cosa mi ha portato ad accorgermi che nell’ultimo anno e mezzo io non sono più io. Credo di essermi trasformata e non sono sicura di esserne contenta.
Tutto quello che mi è successo in questo periodo e cioè essere stata lasciata mi ha segnato profondamente. Fino a poco tempo fa ero una persona tranquilla, pacifica, che non si arrabbiava mai, che non alzava mai la voce, che lasciava correre, che non amava le polemiche e che cercava di risolvere le cose con una battuta. Ma la cosa più importante è che non ho mai mandato a quel paese un mio collega, cercavo sempre di dividere le responsabilità come due bravi fratelli. Questa volta non è stato così: ho litigato. E anche se poi tutto è già passato, o almeno credo, mi sono chiesta il perché è successo quello che è successo.
Così ho capito che sono cambiata, che non sto poi così bene, che se non ci lasciamo al più presto al prossimo angolo mi troverò di fronte ad un esaurimento che mi accoglierà a braccia aperte.
Mi sembra di percorrere una strada senza alternative di svolta, mi guardo attorno ma non c’è nessun posto in cui rifugiarmi ed ad ogni passo che faccio dietro di me si forma un baratro che mi costringe ad andare avanti. So che se non troverò una via alternativa la mia strada mi porterà inevitabilmente faccia a faccia con una depressione. La riesco a vedere da ieri sera e questo mi spaventa perché vuol dire che ci sono vicina…
Io so che sono forte, che ho superato tante prove e che un divorzio non è la fine del mondo, ma in questo momento non mi piace quello che sono diventata e non mi piace la direzione che sta prendendo la mia vita. Mi sento un po’ sola, anche se in fondo c’è sempre la mia famiglia.
Non so più se sono ancora innamorata, ma credo di no per questo mi chiedo: perché mi sento così se di lui non mi importa più niente?
Spero tanto che questa sia la solita fase no che segue la fase si e che precede la nuova fase si e così via. E spero anche che alla fine tutto si concluderà con la fase si.

martedì 18 gennaio 2011

ipermercati  


Allora, adesso vai al centro commerciale, entri dritta all'iper e poi vai subito da Iaia, perchè non è possibile che esci alle 15 dal lavoro ma non vai mai a prenderla prima delle 17.Tanto devi comprare solo le uova, il detersivo per la lavastoviglie la camomilla e il pane. Quanto vorrai spendere? Al massimo 10 euro...
Entro all'iper:
Cavolo, c'è l'offerta delle pentole antiaderenti. Solo 10,50 euro al chilo. Ne abbiamo proprio bisogno che le nostre non hanno praticamente più il teflon, potremmo avvelenarci!
Cavolo c'è l'offerta tutto a 1 euro, posso prendere il contenitore per mettere la farina per far giocare Iaia.
Cavolo ci sono gli sconti sui libri, posso prendere qualcosa per Iaia.
Ah si, mi sono dimenticata il tv sorrisi e canzoni, oh c'è anche il Marieclaire con la guida allo shopping...
Risultato: scontrino da 34,57 euro.
Sono proprio malata.
Certo avrei potuto evitare i 9 euro di finish con powerball con cristalli liquidi annessi e optare per un detersivo più economico, ma far pagare 6,49 euro una camomilla per bambini mi sembra proprio esagerato.

Chissà se esistono dei blog che ti insegnano a risparmiare. Secondo me si, vado a cercarli. Ah no, devo prima andare a prendere Iaia...

sabato 15 gennaio 2011

rinascita, ma quante volte l'avrò pensato?  

Dunque, come potrei cominciare… Forse la maniera diretta è la migliore…

Esattamente una settimana fa, lui ci ha provato… Per più volte visto che la mia risposta è stata no ... All’inizio.
E dire che tutte le volte che ci ha provato, vedevo la mia amica G. che mi diceva:
“Hai visto che avevo ragione, ti ha sempre trattata come una sua proprietà, anche adesso lo sta facendo”.
Poi sentivo Kriegio e Valepi che mi ripetevano:
“No, no, non farlo, non cascarci”.
Alla fine però non credo sia stato un passo indietro, lui non mi ha mentito, comunque tra noi è finita. Questo credo che sia il normale svolgimento di una separazione visto che è successa la stessa cosa a tutte le persone divorziate che conosco. Anzi gli ex ci provano lo stesso anche se hanno una nuova compagna!
Poi c’è un aspetto positivo, non sono stata male, non sono ricaduta nella disperata illusione che qualcosa fosse cambiato. Perché anche per me non è cambiato niente, sono serena e voglio andare avanti nella separazione. Non è più lui l’uomo con cui voglio invecchiare…
Il giorno dopo sono andata a fare shopping e anche se alla fine ho comprato solo per Iaia, mi sono divertita e svagata per tutto il pomeriggio.
Per me questa è come una vittoria o meglio una conferma della mia “guarigione”. Certo che in ogni caso rimane il dispiacere di una famiglia negata a Iaia…

Ma adesso sono contenta, sono tornata ad ascoltare i mie Duran Duran, anzi in questo momento sono in sottofondo con All you need is now e visto che sono sola per un’oretta mi godo e rigodo almeno un centinaio di volte il meraviglioso video che, a mio avviso, è più bello della canzone.
E che dire, a me gli uomini con la barba non piacciono, ma Mr Simon Le Bon non riuscirà mai a farmi dire che non è l’uomo più bello e sexy dell’universo, neanche se si tatuasse tutta la faccia!!!
E’ bellissssssimoooooo!!!

Forse questo vuol dire “rinascita”

lunedì 3 gennaio 2011

fasi alterne  

Sono a casa in ferie forzate (perché ne avevo troppe) fino al 10 gennaio e devo dire che si sta proprio bene.
Se ripenso all’inizio del dicembre 2009, quando sono rientrata al lavoro dalla maternità, mi viene un po’ di angoscia. Ero distrutta in tutti i sensi: non dormivo, non avevo più un marito, non riuscivo a mangiare se non c’era qualcuno che mi aiutava con Iaia, non trovavo il tempo neanche per lavarmi i capelli. Ero disperata e l’idea di tornare al lavoro era l’unica luce che intavedevo.
Ed in effetti è stato così. Finalmente riuscivo a mangiare seduta, anche se solo dello yogurt e dei cracker, potevo pensare ad altro, anche se era lavoro era sempre meglio che avere nelle orecchie il pianto stressante di un bambino, ma soprattutto ho esternato tutta la mia tristezza, per la fine del mio matrimonio, con le mie colleghe.

Adesso invece è tutto diverso, Iaia è cresciuta, è sempre capricciosa e bisognosa di attenzioni continue, ma ora riesce a comunicare, possiamo giocare insieme, ballare insieme, ascoltare le nuove canzoni dei Duran Duran insieme (no, non pensare che non hai ancora scaricato l’album, maledetto iTune, o maledetto pc troppo vecchio e incasinato).
Beh, mangiare è ancora difficile, oggi mi sono accontentata di un biscotto alle mandorle, del cioccolato e del pane, ma dopo le abbuffate va bene.

Per il resto la mia vita scorre a fasi alterne: un po’ sono depressa per me e per la mancata famiglia che non ho dato alla mia bimba, un po’ sono furiosa e continuo a farmi discorsi mentali su quello che vorrei dire a lui. Poi penso che potrei dirglielo, ma ci rinuncio in partenza: sarebbero parole buttate al vento, visto che a lui non gliene potrebbe fregare di meno di me e di quello che penso.
A volte poi ho dei momenti di ripresa, mi immagino, dopo la fuitina con Simon, che ci sarà un’altra persona con cui poter iniziare una storia, con cui divertirmi e passare tutte le fasi iniziali di un innamoramento.
Magari prima ci starebbe bene anche qualche storiella di puro divertimento, visto che queste esperienze non le ho potute fare…
Poi ritorno ad essere triste per quello che ho perso e che non avrò mai più. Ma questa volta non piango, sono mesi che non mi succede più. E’ solo un peso nel cuore quando la mia bimba, a tavola in mezzo a noi dice indicandoci: “ Queto mamma, quetto papà”, e ride e io in quel momento mi sento un macigno dentro perché so che non sarà così e lei ne soffrirà.

Il 10 il mio avvocato darà un ultimatum al suo: entro una settimana dovrà darci una risposta, altrimenti sarà un giudice a decidere.
L’unica consolazione è che anche il suo avvocato ha ammesso che io ho fatto di tutto per andargli incontro.

Magra consolazione…

Ah, il Natale e il Capodanno sono andati, per fortuna e senza nessuna vittima o discussione.