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venerdì 22 giugno 2012

Sono giorni caotici, dove c’è sempre qualcosa da fare e appena ne ho terminata una se ne aggiungono altre tre nuove. In tutto questo cerco di organizzare almeno  il necessario per le nostre vacanze. Sì, perché domani, se riesco a preparare almeno la valigia, io Iaia e la nonna, andiamo a Rimini. Sarà un’avventura, andiamo in treno e resteremo per una settimana.
Ho fatto un po’ di fatica per scegliere l’hotel, ma alla fine ho deciso per il primo che avevo trovato. Non è una struttura nuova, ma ha molti servizi per i bimbi. Speriamo in bene.
Devo ancora stirare, preparare la valigia, mia e di Iaia, svuotare il frigo, portare giù la spazzatura, preparare i toast e sicuramente fare qualcos’altro che mi verrà in mente all’ultimo minuto. Lo stress finale prima del riposo. Ma poi sarà davvero riposo?

domenica 17 giugno 2012

PAREGGIO  

va bene, o forse non tanto, ma oggi c'è stato il pareggio. Solo ieri gioivo per il mio primo punto e oggi, quasi come una delle ultime partite dell'Italia, è arrivato l'uno a uno. La mia difesa si è come dire distratta, diciamo così...

Intanto oggi mi sono anche ustionata durante la recita delle mie nipotine. Tutto il pomeriggio sotto il sole, ma non potevano farla in un posto con un po' d'ombra? Adesso sono rossa come un peperone e brucio come un pollo allo spiedo.

sabato 16 giugno 2012

congratulations  



Oggi, nonostante abbia avuto più volte l'occasione di passare davanti a casa sua per vedere se era a casa o se lei era a casa sua, non l'ho fatto. Ho fatto altre strade.
Non che la voglia non mi sia venuta, ma non l'ho fatto. Questo è il mio primo punto, il mio primo gradino.
E mi sento un po' meglio.

giovedì 14 giugno 2012

LA VOCE DEL TERREMOTO  



Abito in una zona che, a detta degli esperti, non è a rischio sismico. Di scosse ne abbiamo avute anche noi, ma solo di riflesso ad epicentri relativamente vicini. Scosse di due o tre secondi, fortunatamente neanche il tempo per avere paura. Le volte che è successo non me ne sono quasi mai accorta.

Il 19 maggio scorso sono stata a Mantova per visitare la città, per fuggire da incontri sgradevoli e dolorosi.
Quello che sto per descrivere sono la mia esperienza, le mie sensazioni e la mia paura di quella notte tra il 19 e il 20 di maggio.

Sono rimasta con gli occhi chiusi, non ero ancora del tutto sveglia, era quasi un sogno. C’era un rumore strano, mi sentivo sballottata e la prima cosa che ho pensato è stata “ mi sono addormentata sul treno, ma dove sto andando?”. Poi ho realizzato di non essere su un treno, ma nel mio letto che stava andando avanti e indietro sempre più forte e ho capito: il terremoto. Ho iniziato a preoccuparmi perché non smetteva ma aumentava accompagnato da quel rumore sordo. Ho pensato che fossimo noi l’epicentro e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata Iaia: “Devo prenderla e scappare fuori”. Ma continuavo a restare nel letto con gli occhi chiusi, perché quando ti capita di essere svegliata nel cuore della notte ci vuole un po’ prima di capire che non stai sognando.
Ero convinta di essere a casa mia e quindi di avere il lettino di Iaia di fianco, ma non ne avevo la percezione. Sentivo che non c’era. Allora ho pensato che fosse nel lettone insieme a me e che quindi dovevo prenderla subito, ma non la sentivo vicino. Intanto restavo ferma come se non fosse vero, fino a quando finalmente mi sono resa conto di essere a Mantova e che dovevo pensare a mia mamma perché ero con lei. Solo allora ci siamo alzate di scatto sempre accompagnate da questo rumore cupo, quasi il verso di un mostro che ti avvisa che sta arrivando.
Mi sono infilata le ciabatte e sono corsa fuori dalla stanza, ma ormai era già passato. Erano le 4:08.

Ho sempre pensato che in occasioni del genere la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata prendere il cellulare il portafogli. Invece ho messo solo le ciabatte. Ho capito che se sei sorpresa da un terremoto di notte, o sei già sveglia e riesci a scappare subito o se la casa crolla tu ci resti dentro. Quando capisci dove sei e cosa devi fare è già troppo tardi. Il terremoto non ti lascia il tempo.

Ho scoperto che il terremoto ha una voce. Pensavo fosse solo una mia sensazione, invece ho letto di altre persone che l’hanno sentita. Non so cos’è, se è la terra ad urlare, ma è proprio un suono strano, sordo, quasi trattenuto. E di notte fa paura.

Il terremoto ti terrorizza, non solo quando ci sei in mezzo, ma anche dopo. Io quella notte non ho più dormito, ho sentito anche la seconda scossa e se devo essere sincera ancora adesso quando vado a letto o quando sono seduta, se ci penso, sento la terra tremare. So che è una sensazione, che non è vero e che passerà, ma la paura che ho provato quella notte mi resterà dentro per sempre insieme alla tristezza per le persone che ne sono rimaste coinvolte.

martedì 12 giugno 2012

sospesa  

Oggi mi sento un po' così, sospesa tra il mio amico baratro e la luce che sinceramente faccio ancora molta fatica ad individuare.
Indecisa, confusa, strana, come direbbe Iaia un po' vuota e un po' piena.
Non ho voglia di fare molto, ma non vedo l'ora di giocare con la mia bimba che non vedo da ieri mattina.
Questi turni mi permetto di prendere delle voloci boccate d'aria, ma mi tengono troppo lontana da lei. Come il prossimo week end.
Per fortuna venerdì pomeriggio sono a casa per andare con lei alla festa del nido. Dall'anno prossimo passerà alla scuola materna. Sta diventando grande...

Sabato ho deciso che farò la turista a Milano. Così cerco musei da visitare, posti in cui andare e perchè no, visto che sono già iniziati i saldi, mi concederò un po' di sano shopping. Almeno non rischierò di fare brutti incontri.

mercoledì 6 giugno 2012

buon compleanno amore mio  



Tre anni fa esattamente alle 11:08 nasceva Iaia, mia figlia. Ancora adesso mi fa effetto scrivere “mia figlia”, ma tre anni fa oggi cominciava la mia avventura di mamma. Tre anni fa, sebbene impaurita, sapevo come sarebbe stato il nostro futuro, la nostra famiglia. Ero sicura che saremmo stati una famiglia invidiabile, felice, serena. Ero convinta che la nostra vita sarebbe stata fatta di fine settimana al mare, in montagna, di abbracci a tre, di cene piene di risate, di amore infinito per tutti.

Oggi la mia famiglia siamo io e lei e anche se ancora adesso sono una confusione di sensazioni contrastanti, ho la certezza che lei ha bisogno di me e che io ci sarò per sempre.
Non sarò mai una mamma perfetta e forse non mi avvicinerò neanche a quell’idea, ma mi impegnerò e cercherò di renderla orgogliosa della sua mamma. Ed è proprio per questo che sto combattendo per superare al più presto questo periodo difficile. Perché solo ritrovando me stessa riuscirò ad essere una buona madre per lei.

Cercherò di proteggerla, di sostenerla, di consigliarla, di viaggiare al suo fianco fino a quando vorrà e ne avrà bisogno. Cercherò di essere decisa quando sarà necessario e dolce e affettuosa quando sarà triste. Cercherò di insegnarle a vivere seguendo le mie esperienze, di renderla forte e indipendente e cercherò di accettare le sue scelte e di parlare e confrontarmi con lei sempre.

Sono passati tre anni, mi sembra così grande. Mi sorprende con le sue domande dettate dalla situazione difficile che sta vivendo. La guardo e mi sembra impossibile che era uno scricciolo di 49 centimetri e di soli due kg e mezzo. E’ bella, bella e simpatica come solo un figlio riesce ad essere. E mi dice che mi vuole bene e mi abbraccia stringendomi forte forte, come una volta faceva il suo papà…

Tanti auguri mia piccola ma grande Margherita.