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venerdì 21 marzo 2014

vorrei crederci per combattere al tuo fianco  

Sono stata diversi giorni in bilico, al confine  tra una consapevolezza inaccettabile e  una disperata ricerca di voltarmi per tornare indietro. Come quando ricevi una bastonata nelle gambe, ma resti in piedi perché sai che nel momento in cui piegherai le ginocchia e cadrai a terra ti piomberà addosso tutto il dolore e quindi ti illudi che restando in piedi potrai ricacciarlo indietro. E trattieni il fiato sapendo che non potrai resistere per sempre e presto crollerai e dovrai affrontare la realtà.
Così è successo anche a me e da pochi giorni ho piegato le ginocchia e ho cominciato a piangere.  

Mia cugina non sta bene. Il mostro, che dopo più di dieci anni finalmente anche lei si era convinta di avere sconfitto, si è ripresentato.

E io ho cercato di trovare risposte che contraddicessero le mie parole: ho cercato nei forum e nei vari siti internet cosa vuol dire avere metastasi e leggendo mi è venuto da vomitare.
Cerco disperatamente di tornare indietro perché alla fine era meglio stare male per uno stronzo che mi aveva lasciato, piuttosto che avere paura di perdere mia cugina.

 Ma non ci riesco e ho paura, e vorrei che questi maledetti chilometri che ci dividono si dissolvessero. Vorrei stare vicino ai miei zii, vorrei abbracciare lei vorrei non sentire mia nonna  dire che vorrebbe morire.

Vorrei non pensare che da un tumore al seno si può guarire, ma da delle metastasi no.
Vorrei chiudere gli occhi e sapere che con quel gesto  tutto il mondo si fermerà.