Eccomi di
nuovo qui, dopo questo periodo strano. Proprio come l’estate scorsa. Chissà poi
perché i momenti di crisi arrivano sempre in estate? Anche se la domanda giusta
sarebbe: perché le notizie che mi fanno ancora male come mille lamine affilate,
arrivano sempre d’estate?
Comunque l’estate
sta orami quasi finendo. In questi giorni il cielo da me è stato splendido: sia
quando era limpido e azzurro, come solo gli occhi di una certa persona sanno
essere, sia quando era cosparso di nuvole multicolore. Le cime delle montagne
sono già ricoperte di neve e tornare a casa dal lavoro quando è tardi mi
permette di vedere un tramonto all’orizzonte spettacolare. Questo è uno dei
pochi aspetti belli di vivere qui.
L’estate mi
ha portato anche un ottimo consiglio, che alla lunga non so se avrà effetti positivi,
ma nell’immediato mi permette di riuscire ad addormentarmi di notte e di non
mangiarmi il fegato. Fino a pochi giorni fa, infatti, quando mi venivano in
mente cose che mi facevano soffrire, mi ci buttavo dentro con tutto il corpo, perché
pensavo che soltanto affrontandole avrei potuto metabolizzarle per riuscire a
conviverci e accettarle. Il risultato era che non dormivo di notte e che passavo
ore e ore a pensare a discorsi ipotetici che non potranno mai essere detti.
Questa estate sono andata a trovare i miei parenti al mare e
ho parlato molto con mia cugina. E’ stata lei a dirmi che facendo così mi
facevo solo del male. Mi ha detto di spostare il pensiero verso qualcosa di
positivo quando mi capita di pensare a certe persone o a certi avvenimenti
accaduti. Così adesso, quando sono in
macchina e penso a cose che mi fanno star male, sposto lo sguardo verso il
cielo o verso i campi e il male passa. Quando mi sveglio di notte con un’immagine
davanti la sostituisco con, chessò, Simon Le Bon e così riesco a
riaddormentarmi. Sto diventando bravissima!
La conseguenza di tutto questo è che ho cominciato anche a
sostituire i problemi, tipo: mi ha lasciata per un’altra con voglio cambiare
lavoro; dovrà capitare di incontrarla in giro e allora si che dovrà avere paura
con devo trovare il gattino che Babbo
Natale dovrà portare a Iaia. A proposito di questo, domani vado a vedere dei
cuccioli di gatto sacro di Birmania, però sono già svezzati quindi ora di Natale
avranno già sei mesi.
Ma poi perché devo pensarci io? Ma dove caspita si è
cacciato Babbo Natale? Natale… Neanche è settembre e già ci penso…
Però si, va decisamente meglio, anche se questo maledetto
magone è diventato parte integrante di me.
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