mercoledì 9 luglio 2014
e adesso basta, e che cazzo
Ormai sono
passati più di cinque anni da quando sono entrata in questa specie di incubo da
cui non solo sembra impossibile venirne fuori, ma più va avanti e più
peggiora e mi trascina giù, come una melma schifosa che cerco di togliermi di
dosso con l’unico risultato di farmi solo del male.
E’ stato tutto un
susseguirsi di cose orrende, tanto che ultimamente sono così paranoica da
credere di essere una vittima alla “Truman show” e spesso penso: "No, non è
possibile, adesso troverò quelle maledette telecamere, perché mi stanno mettendo alla prova per valutare
quanto una persona possa sopportare prima di andare fuori di testa e fare del
male a qualcuno". Anche solo se all’esito disastroso di un affidamento, nello
stesso giorno, ti accorgi di aver preso i pidocchi, tu e tua figlia.
Però pensi anche: “Non sono impazzita, non ho ancora “ucciso” nessuno, anche se ho incrociato mia figlia con la zoccola che le ha rovinato la famiglia (senza nulla togliere al bastardo di suo padre), forse posso superare anche questo…" E cosa succede? Scopri che alla fine dell’anno, se non prima, rivedranno tutti i contratti sul lavoro e il tuo è sotto esame perché dopo più di dieci anni non vali più un cazzo, guadagni troppo e non è bastato ridurti l’orario, no adesso vogliono ridurti anche lo stipendio = te ne devi annà…
E io incasso e mi incazzo, ma ho incassato e mi sono
incazzata così tanto in questi ultimi anni che adesso mi sono rotta gli zebedei. Mi
colpiscono e mi rialzo, ogni volta con un osso rotto, e se succede il giorno
dopo che credo di stare meglio è anche peggio. Il risultato è che mi è venuta
persino la paura di pensare che sto meglio, perché il mio angelo custode è
stato sconfitto da non so che cazzo di diavoletto stercoso che potrebbe farmi
succedere qualcosa anche peggiore di tutto questo.
Quindi anche questa mattina mi sono ritrovata a terra, mi
sono guardata, ho tastato il mio corpo e ho trovato un altro osso rotto. Mi
sono rialzata e ho detto: “Questo è il nuovo libro della mia vita e i primi
capitoli comprenderanno anche la ricerca di un nuovo lavoro”. Così adesso con sottofondo Vivaldi ho
iniziato a mandare cv a tutto il mondo (pensavo di mandarlo anche all’hotel
Principe di Savoia, sia mai che alla reception mi capiti di trovarmi ancora
davanti Simon. Ah Simon, vorrei averlo
qui, adesso, a sostenere ancora il suo sguardo blu, intensamente provocatorio),
chiedendomi quanto sarà difficile alla mia età cambiare anche questo e sperando
che la prossima caduta non sia rimanere senza lavoro.
Anche questa volta sto reagendo cercando di essere io la
scrittrice del libro della mia vita. Poi però penso che questo incubo non lo
sento ancora finito e ho paura che alla fine le uniche ossa non ancora rotte
sono quelle delle mani e devo cercare di proteggerle perché se si dovessero
rompere anche quelle non ci sarà più nessuno che potrà scrivere la mia storia.
11 luglio 2014 alle ore 01:12
Ho letto questo post, e anche quelli indietro... Non c'è niente che io possa aggiungere,... solo che non può e non deve più accanirsi così la vita contro di te. Basta.
Alzati, non permetterlo più. Non permettere agli altri di farti soffrire. E ama te stessa, perché sei una splendida persona. Sei forte. Tanto forte.
Un abbraccio.
13 luglio 2014 alle ore 17:41
Grazie, sei molto gentile. Ma forse tutti abbiamo dei problemi però magari non tutti vanno a raccontarli su un blog. Com' è che si dice? Mal comune mezzo gaudio. E io nel mio blog ce lo sto mettendo tutto il male. Forse un giorno arriverà anche il gaudio, chissà...