sabato 4 aprile 2015
novità
Ieri sera pensavo che,
forse, il mio personale periodo di sfiga
potrebbe essersi finalmente esaurito. Dopo
sei anni in cui quasi niente andava per il verso giusto, ma tutto andava
a scatafascio, finalmente cominciavo a ricevere belle notizie: il nuovo singolo
dei Duran Duran, il viaggio a Disneyland di giugno e, miracolo, dal mio uovo di
Pasqua questa settimana è uscito addirittura un colloquio di lavoro.
Erano le 23:15, e prima di andare a letto, sono entrata in
cucina. Ho visto i piatti ancora nel lavandino e mi sono detta una frase che
ultimamente mi ripeto spesso: mai rimandare a domani quello che potresti fare
oggi. Così ho riordinato la cucina e alle 23:30 aprendo l’armadietto per
ritirare una cosa è caduta la bottiglietta dell’aceto balsamico
frantumandosi e cospargendo il pavimento
del suo contenuto.
Stavo per ricredermi e ricominciare a pensare che la sfiga
non mi abbandonerà mai, ma poi mi sono ricreduta. Cosa sarà mai tirare su i
cocci, pulire il pavimento e buttare il contenitore dell’aceto, che tra l’altro
non era neanche comodo? Si è trattato solo di 5 minuti, è stato di più il tempo
passato a guardare quello che era
successo e pensare a quanto ero sfortunata.Insomma, tutto questo, per dire che questa settimana sono stata chiamata da un’agenzia per un colloquio. Manderanno il mio cv e quello di un’altra ragazza in questa ditta e poi ci chiameranno per il colloquio per decidere chi tra le due ha il profilo più adeguato.
Così oggi mi sono ritrovata a navigare su internet per capire
con che outfit presentarmi davanti al mio esaminatore. Sarà una settimana di
shopping, perché non ho niente che possa andare bene. Dovrò scegliere tra gonna
o pantaloni e poi dovrò trovare le scarpe giuste e questa sarà la parte più difficile.
Non so come andrà a finire, non ho molte speranze, perché mi
parrebbe strano trovare lavoro dopo un solo colloquio e un po’ mi dispiacerebbe
tornare a lavorare 8 ore e non poter più stare il pomeriggio con mia figlia. Da una
parte mi preoccupa dover ricominciare a correre, a non avere più tempo, a dover
incastrare tutto e alla fine non riuscirci, dover smettere di andare a
pianoforte proprio adesso che ho cominciato a suonare Mozart… Dall’altra sono
eccitata dal cominciare un lavoro nuovo, con prospettive di carriera, con
persone nuove, in un ambiente nuovo.
Ma forse è meglio lasciare tempo al tempo e aspettare di
vedere se alla fine sceglieranno me. Forse sto cominciando ad affrontare le
cose con lo spirito giusto.
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