tanti auguri
Oggi è
martedì 2 giugno, la festa della Repubblica Italiana, ma avrebbe potuto anche
essere il giorno in cui avrei cominciato a preparare la valigia, il giorno meno
quattro alla partenza per Disneyland Paris, il regalo di compleanno organizzato
per mia figlia.
Questi sono
gli eventi che ci hanno portato ad oggi.
Tutto è
cominciato a gennaio, quando la mia ditta ha deciso di chiudere definitivamente
e io mi sono ritrovata disoccupata, con una discreta cifra di tfr a
disposizione: una cifra mai vista tutta insieme in vita mia.
Allora ho
pensato: al diavolo il destino che ultimamente si è accanito contro di me,
questo sarà l’anno in cui riuscirò a festeggiare il compleanno di mia figlia a
Disneyland.
Così ho
cominciato a guardare il sito e a sognare cose impossibili anche per il mio
tfr: Disneyland hotel, pacchetto da vip per non fare code, suite da vere
principesse. Alla fine sono ritornata nella realtà e mi sono recata in agenzia
viaggi.
A febbraio
avevo in mano la prenotazione: partenza il 5 giugno, ritorno l’8 giugno, New
York Hotel e cena all’Auberge De Cendrillon con torta di compleanno annessa, io
lei e la nonna.
Ero
euforica, finalmente il nostro primo viaggio all’estero insieme, una bellissima
avventura.
Ma, chissà perché,
non le ho detto niente. Pensavo di andare a prenderla venerdì mattina da suo
padre e dirle: “bene, preparati, perché tra poco saliremo su un aereo e
conoscerai Elsa, Anna, Aurora, Biancaneve e tutte le principesse".
Erano mesi
che sognavo questo momento, anche se ad
aprile mia mamma aveva cominciato a non sentirsi bene. Dopo due influenze a
febbraio e a marzo, continuava ad avere un po’ di febbre e faticava a
respirare.
A metà
maggio il medico le prescrive una tac ai polmoni con liquido di contrasto. E
per noi inizia il calvario della preoccupazione: tac ai polmoni su una
fumatrice poteva voler dire tumore.
Potrei
tralasciare il giorno della tac, ma voglio proprio scrivere che l’infermiera
che doveva iniettare il liquido di contrasto, non ha preso la vena. Mia mamma
se n’è accorta, ma l’infermiera le ha detto che non era vero. Fatto sta che la
sera il braccio di mia mamma aveva raggiunto dimensioni preoccupanti e la
febbre era salita a 38.
Il giorno
dopo è stato chiamato il medico che ha deciso di farla ricoverare.
E da qui
inizia il calvario, era giovedì 21 maggio, mancavano 14 giorni alla partenza.
In ospedale
hanno controllato la tac che aveva fatto per scoprire che non serviva a niente perché
il liquido non era andato in vena. Mia mamma continuava
ad avere la febbre quindi hanno rifatto l’esame.
Purtroppo l’esito
non è stato bello: c’erano degli addensamenti
che richiedevano altri esami. Poteva essere di tutto, da una polmonite a
un tumore, ma i medici non si sono sbilanciati.
Così, con la
certezza del peggio, visti gli avvenimenti degli ultimi anni, sono andata in
agenzia e ho disdetto il viaggio. Il sogno era svanito, ma la vita di mia mamma
valeva molto di più.
Sono state
due settimane di ospedale, di attesa, di paure, ma per fortuna ieri ci è stato detto che non c’è
niente di grave, è stata solo una polmonite non curata adeguatamente e adesso mia mamma è a casa.
Provata, ma a casa.
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