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sabato 7 aprile 2012

Qualche giorno fa, mentre tornavo dal lavoro, il pezzo anteriore della marmitta della mia macchina si è staccato lasciandomi a piedi nel bel mezzo del niente. Se mi fosse successo tre anni fa, sarei andata nel panico e la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata telefonare all’allora mio marito per chiedere aiuto. Quel giorno invece sono riuscita a cavarmela da sola.
Qualche giorno dopo, sempre tornando dal lavoro, ho deciso di andare in un negozio in cui non ero mai stata per cercare qualcosa per il mio nuovo hobby . Mi sono persa dentro ad un paesino e stranamente sono restata calma. Ho girato per il paesino per un po’ fino a che non ho ritrovato la tangenziale. Se fosse successo tre anni fa mi sarei fermata e avrei chiamato sempre lui per farmi venire a prendere, o meglio non ci sarei mai andata da sola, ma avrei aspettato un sabato per andare con lui.

Tutto questo mi ha fatto riflettere, mi ha dato fiducia. Mi sono sentita più forte.
Ho avuto la sensazione di essere giunta finalmente alla fine del mio precipizio, di avere sì le ossa rotte, ma di essere in grado di rialzarmi per capire come uscirne.

Poi però ieri a casa della mia ex suocera, dove ora vive anche lui, è bastata l’ingenuità di Iaia per farmi ricredere. E’ bastato che lei dicesse che i figli della sua “amante” erano stati in quella casa per farmi accorgere di non essere arrivata in fondo al precipizio, ma proprio lì, davanti a me c’è un’altra voragine molto più pericolosa in cui non voglio assolutamente cadere perché ho paura che si chiami depressione.

Così oggi ho guardato fuori dalla finestra. Il sole aveva lasciato il posto a delle nuvole che facevano presagire una tempesta e io sono uscita. Sono andata incontro al vento e alla pioggia perché vorrei che anche dentro di me ci fosse una tempesta, con tuoni fulmini e trombe d’aria per spazzare via la mia apatia.
Non è servito a molto, o forse sì perché è proprio in quel momento che ho deciso che devo chiedere aiuto, che non è normale che dopo quasi tre anni i miei occhi si riempiano ancora di lacrime. Non è normale che io stia male se al supermercato vedo un uomo e una donna insieme ai loro figli mentre fanno la spesa.

La settimana prossima chiamerò la psicologa da cui eravamo andati tempo fa per chiedere come comportarci con Iaia. Io spero che almeno lei sia in grado di aiutarmi.

Non avrei mai creduto che potesse farmi tutto questo male…

What next?

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1 commenti: to “

  • Eu
    10 aprile 2012 alle ore 08:56  

    Riconoscere di aver bisogno di aiuto è un buon passo indietro che ti allontana dalla voragine... Però lasciami dire che il tuo ex ha la delicatezza di un elefante.