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giovedì 27 ottobre 2011

27/10/2011  

Questa mattina mi sono svegliata, mi sono vestita e ho preparato il caffè per essere pronta al risveglio di Iaia, che se l'è presa comoda svegliandosi alle 10:30. Ma poteva permetterselo perchè, poverina, è da lunedì che non sta troppo bene e non riesce a dormire a causa della tosse e del naso chiuso.
L'ho preparata, abbiamo fatto colazione, siamo andate in farmacia e dalla nonna a pranzo.
Alle 13:00 sono uscita per andare al lavoro. Ho iniziato a lavorare subito perchè si preannunciava un pomeriggio intenso.
Verso le 15:30 mi capita di scrivere la data su un documento: 27/10/2... "Oh caz, ma oggi è il 27 di ottobre... il compleanno del mio Simon. Simon Le Bon... Ma... come ho fatto a non ricordarmi?"
Io che tutte le mattine del 27 di ottobre aprivo gli occhi, guardavo il poster di Simon appeso al muro della mia cameretta e gli facevo gli auguri. Io che da quando mi sono sposata, il 27 ottobre passavo da mia mamma, entravo nella mia camera e gli facevo gli auguri. Io che non mi sono mai dimenticata...

Certo troppi pensieri, troppe preoccupazioni, troppo dolore negli ultimi anni, troppo poco dormire, troppo da fare, troppa stanchezza troppo di troppo, mi hanno cambiata. Le priorità sono cambiate, Iaia ha sovvertito tutto, io non ho più memoria per niente.

Però adesso, poco prima che questa dura giornata finisca, voglio fare un tuffo nel mio passato di adolescente e scrivere a grandi lettere:

BUON COMPLEANNO SIMON

domenica 16 ottobre 2011

singolarmente accoppiata  

La verità è che ogni volta che la mia testa si riempie di pensieri che vorrei far uscire scrivendo, mi trovo in situazioni in cui mi è impossibile farlo: o sono in macchina, o sto camminando, o si sveglia Iaia. Così oggi mi trovo con una marea di arretrati e la testa super affollata.

Ad oggi non siamo ancora riusciti a firmare l’accordo di separazione, e sinceramente non so se sia lui che sta cercando di prendere tempo o sono gli avvocati a non capire un ca…volo, fregandosene di noi. Intanto io ho realizzato di sentirmi “singolarmente accoppiata”; cioè non mi sento ancora single o separata o smaritata anche se la mia vita è quella di una ragazza sola o non accompagnata. Viviamo ancora sotto lo stesso tetto, dormiamo ancora nello stesso letto, mangiamo insieme anche se non ci parliamo quasi, gli cucino durante la settimana e lui mi cucina nel fine settimana, lavo e stiro anche le sue cose, faccio la spesa pensando ancora a lui. Per questo mi sono sentita dare della scema. Mi hanno detto che visti da fuori la gente potrebbe pensare che io mi senta in colpa, che la separazione sia voluta da me perché lo tengo ancora in casa. In realtà io ho provato a buttarlo fuori, prendendo spunto dalla mia vicina. Gli ho fatto trovare la valigia fuori e quando lui è tornato l’ ha riportata dentro dicendomi di rimettergli a posto i vestiti e quando l’ho mandato a ca… quel paese lui è andato in camera e ha buttato tutti i miei vestiti sul letto.

Siamo una coppia strana, sono passati più di due anni da quando mi ha detto di non amarmi più eppure viviamo ancora insieme pur con l’attesa di firmare questo benedetto accordo. Oggi ad esempio siamo andati insieme ad un pranzo organizzato con i mie colleghi e le loro famiglie. Il motivo era che lui voleva stare con Iaia, intanto però potevamo sembrare una coppia normale.
Per questo mi chiedo spesso: ma quante sono le coppie che dopo due anni dalla decisione di separasi stanno ancora insieme aspettando di separarsi?
L’unico aspetto positivo, mi dicono, è che sicuramente lui non ha un’altra, altrimenti se ne sarebbe già andato via. Magra consolazione… all’ora andrà a p…rostitute?