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giovedì 25 febbraio 2016

speranze e attese  

Finalmente questo periodo incasinato, fatto di continui impegni, è quasi finito.
Ieri ho fatto il secondo colloquio in una ditta nel milanese. Purtroppo mentre nel primo incontro ho avuto una buona sensazione, questa volta mi è sembrato che la persona con cui ho parlato non fosse pienamente convinta. Chissà, io vado molto a sensazioni e per il primo colloquio avevo capito bene, infatti mi hanno richiamata. Speriamo che questa volta le mie sensazioni si sbaglino e decidano di assumermi. Se dovesse accadere da maggio dovrò ricominciare a lavorare.
Comunque sono state settimane stressanti, fatte di malattie, di avvocati, di collaudi e tagliandi della macchina, di conversazioni di inglese, di lezioni di pianoforte, di colloqui, di pulizie e varie ed eventuali. Mi hanno anche chiesto di partecipare a un cortometraggio, ma non mi è sembrato il caso!!!
Adesso sono in modalità di attesa, aspetto che torni mia figlia questa sera, aspetto che sia pronta la macchina, aspetto notizie sul lavoro e aspetto notizie dall'avvocato.

E' un periodo piuttosto tranquillo, emotivamente parlando. Ho conosciuto due persone interessanti, ma non credo che deciderò  di rivederle.  Per adesso mi basta sapere che esistono ancora persone che potrebbero piacermi (tralasciando Simon Le Bon!) e a cui potrei piacere io. Non è ancora il momento di vedermi in coppia e di dividere la mia vita con qualcuno.
Fin dall'inizio della mia disavventura, ho sempre paragonato il mio percorso come a una caduta in un pozzo nero e in questo momento mi risulta difficile capire a che punto sono. Credo, ad un certo punto, di aver trovato un appiglio che mi ha permesso di non frantumarmi al suolo. Ho deciso di non lasciarmi più cadere, ma di provare a uscire da quel buco nero. Adesso mi sembra di vedere una luce e  delle persone che mi incoraggiano a continuare a risalire. Sono molto ottimista e credo di potercela fare, ma so anche che ho forti e continui sbalzi d' umore e che basta un niente per scivolare e ritornare qualche metro più in basso.
Di una cosa però sono convinta, per quante volte potrò ancora cadere, troverò sempre un appiglio e non permetterò più a niente e a nessuno di farmi toccare il fondo.

giovedì 18 febbraio 2016

influenza, lavoro e Disneyland Paris  

Questa mattina ho dovuto accompagnare la mia bambina dalla nonna e non la rivedrò più fino a lunedì. Poi martedì sarà di nuovo da suo padre e tornerà da me giovedì sera. E’ molto difficile starle lontana così tanto, soprattutto adesso che io sono a casa dal lavoro e potrei stare con lei, invece mi tocca portarla da sua nonna perché deve stare con suo padre.
Sono stati giorni difficili, ma allo stesso tempo molto belli. Margherita ha avuto la febbre molto alta e quindi abbiamo dovuto spostare i giorni dell’affido condiviso, così siamo state insieme per una settimana di fila, senza interruzioni.
Quando lei sta male io sono più tranquilla se è con me, perché noi mamme di solito siamo più amorevoli rispetto ai padri, almeno nel mio caso è così. Lui non le avrebbe mai permesso di mangiare a letto, l’avrebbe fatta alzare anche con 40 di febbre. Io me la sono coccolata per bene, le ho preparato le cose che preferisce e soprattutto non l’ho forzata nel mangiare. Poi noi abbiamo un rito: ogni volta che ha la febbre alta le faccio un regalino, il regalo della febbre. Questa volta le ho preso la farfalla Mariposa.
Insomma, è stato bello e faticoso, perché ogni giorno dovevo andare a scuola a recuperare le lezioni che perdeva e poi dovevo spiegargliele io e farle fare gli esercizi. Poi ho dovuto incastrare mille cose: la revisione della macchina, la lezione di pianoforte, le conversazioni d’inglese.

La settimana scorsa ho anche avuto gli esiti dei colloqui di lavoro che avevo fatto, e se nel primo hanno scelto un’altra ragazza, per il secondo mi è stato fissato un altro colloquio. Sono molto contenta perché era quello che speravo, ed è per questo che ho cominciato a fare delle conversazioni in inglese. Se il colloquio dovesse andare bene e decidessero di scegliere me, dovrei parlare in inglese tutti i giorni, quindi è meglio essere ben preparate. Il mio insegnante di inglese dice che vado molto bene, ma a me sembra di essere una rimbambita!!! Dovrei avere più fiducia in me stessa.
Comunque oggi non mi sento troppo bene e spero che mia figlia oltre ad aver attaccato l’influenza a mia mamma, l’abbia attaccata anche a me …

C’è anche un’altra novità: il mese scorso ho riprenotato la gita a Disneyland Paris, quella che avremmo dovuto fare lo scorso giugno, ma che ho dovuto annullare perché mia mamma era stata male.
Non vedo l’ora di vivere quest’avventura e speriamo che se dovessi cominciare a lavorare non mi facciano problemi per un giorno di ferie …

venerdì 5 febbraio 2016

ALEA IACTA EST  

Da ormai diversi anni faccio parte del club delle donne tradite. Aggiungerei tradite e consapevoli perché per diverso tempo lo sono stata senza saperlo e avrei giurato, anzi avrei messo la mano sul fuoco, che mio marito non lo avrebbe mai e poi mai fatto.
Non mi vergogno a confessarlo perché penso che chi dovrebbe vergognarsi sia qualcun altro e d'altronde fior fior di donne bellissime, famose e intelligenti hanno confessato di essere state tradite. Se non ricordo male Rosita Celentano ha anche scritto un libro sul tradimento (dovrei leggerlo) si era definita cornuta, ma io farei un passo avanti e direi che cornuto dovrebbe essere chi tradisce.
Sabrina Ferilli è stata tradita, Vanessa Paradis, che mi piace un sacco, è stata tradita e se fossi più informata sui gossip chissà quante altre ne scoprirei.
Ora, come dicevo, sono stata tradita e ci sarei anche passata sopra, perché ormai eravamo una famiglia e più di ogni altra cosa non avrei mai voluto dare a mia figlia dei genitori separati. Invece ci ha pensato lui ad andarsene con l’altra.
Sono passati sei anni di guerre, di finta indifferenza da parte di entrambi, di colpi bassi, molto bassi, di avvocati, di mediazioni familiari miseramente fallite, di giochi subdoli, di rabbia e rancori.
Io però ho cercato di andare avanti, ho cominciato a considerarmi come una persona e non come una coppia, ho riacquistato la mia indipendenza psicologica e ritrovato le vecchie amicizie.
Una cosa purtroppo mi fa ancora andare in bestia, ma non così tanto da far ottenere a quei due esseri spregevoli quello che vogliono. Ormai ho capito che da qualche tempo lui e la nanetta cercano di irritarmi per indurmi a fare una scenata e insultarli davanti a tutti in modo da poter usare questa cosa contro di me (sì, è un essere spregevole e calcolatore). Ma io non sono scema, cari miei, anzi cara la mia nanetta vecchietta, puoi istigarmi quanto vuoi e io tutte le volte sarò calma e non ti guarderò neanche in faccia perché non sei niente per me e continuerai a essere niente.

Questa è la storia di quello che è successo.
Premetto che non mi piace colorire i racconti con delle parolacce, ma da qui in avanti mi dissocio da me stessa, perché quasi sicuramente succederà.
Giorno di piscina per Margherita e naturalmente, su insistenza di suo padre, anche dei suoi fratelli acquisiti. Sono le 17:30 e negli spogliatoi la finta sorella dice qualcosa a mia figlia, che prontamente e ingenuamente mi riferisce: “Mamma oggi viene la nanetta”. “E che cazzo, questa rompi coglioni deve prendersi mezza giornata di ferie per rompermi le palle” (penso nella mia mente). “Che zoccola bastarda scommetto che farà di tutto per irritarmi e farmi avere una reazione violenta. Ma non mi freghi, io non esco da qui fino a che non te ne sarai andata”.
Povera illusa che sono. La figlia della nanetta si è preparata lentamente insieme a noi e quando orami era pronta (dopo 45 minuti) si è seduta sulla panca e ci ha aspettato (non l’aveva mai fatto, una volta pronta è sempre andata via). Così sono dovuta uscire e Margherita è corsa a salutarla. La nanetta ha iniziato a chiamarla come la chiamavamo io e suo padre quando era piccola e non le toglieva quelle luride manacce da sgualdrina di dosso. Io non l’ho neanche guardata, ho ripreso mia figlia e ho cominciato a metterle le scarpe. Lei non si alzava, fino a quando ha capito che il suo gioco era inutile. Allora è venuta di fianco a noi e le ha dato un bacio, ha guardato mia mamma e l’ha salutata poi ha posato lo sguardo su di me e mi ha salutato, per ben cinque volte senza mai ottenere una risposta né cortese né scortese. Poi è stato il turno della figlia che mi ha guardata e salutata e io le ho risposto perché anche lei è solo una vittima. A quel punto l’idiota di sua madre ha creduto che stessi salutando lei e mi ha ridetto ciao per la sesta volta.
Ma non è finita, la nanetta aveva parcheggiato la sua auto di fianco alla mia (con tutto il parcheggio vuoto) e ha aspettato che arrivassimo.
Sono fortemente convinta che sia proprio un’impareggiabile cretina, perché parcheggiare il suo fuoristrada nuovo di zecca vicino alla mia macchina vecchia e piena di bolli risalenti alla grandinata di dieci anni fa, mi ha provocato una rabbia accompagnata dall’istinto di spillare al mio ex marito fino all’ultimo centesimo possibile.

Complimenti brutta faccia di merda, mi hai messo proprio su questa strada!