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giovedì 26 novembre 2015

tiremm innanz  

Sono qui, a casa, aspettando di mettere il pollo nel forno e preparare il pranzo per Margherita. Oggi è con me e posso decidere IO di non farla mangiare in mensa. Da domani sarà con suo padre fino a lunedì e poi di nuovo con lui fino a giovedì sera. Questa non può essere vita, per nessuno …

Sono in sala, con gli operai che ridipingono le persiane e gli infissi, uno per finestra, senza tende e io in bella mostra. Uno di loro mi ha detto, vedendomi al computer: “Bello lavorare da casa”, gli ho risposto “Eh sì”, ma ho pensato, ad avercelo un lavoro..
Mangio patatine e scrivo, e penso, e vivo la mia vita cercando soluzioni per non ritrovarmi sotto un ponte tra pochi mesi.
Ho cominciato un corso di paghe e contributi senza crederci molto. Due giorni a settimana, dalle 18:30 alle 21:30 che andrà avanti fino a quasi Natale e che mi tiene lontana da mia figlia quei pochi giorni che è con me.
Ieri sera ho fatto un test per un altro corso, doveva essere di contabilità, ma quest’anno non è stato approvato dalla mia regione e quindi ho dovuto optare per uno di sartoria; sia mai che scopro che è il taglia e cuci il mio destino. Non ho molte speranze, eravamo in 90 persone per soli 20 posti …
Intanto rispondo ad annunci, tampino le agenzie, almeno quelle che fanno ancora entrare e ringrazio il cielo per quei momenti in cui non mi cadono altre tegole in testa.

Vedo case, sempre in affitto, che senza un lavoro” ma ‘ndo vai”? Ne ho vista una bellissima, con un ingresso grosso come camera mia, una camera grossa più del mio soggiorno e compresa di bagno, un camino e due camerette. Era all’interno di una villa  e l’affitto era poco più di quello che pago adesso. Peccato che il giardino non si poteva usare perché era di proprietà del primo piano e l’appartamento si trovava al terzo piano senza ascensore. Mi sono vista con 6 buste della spesa e una confezione da 9 litri di acqua maledire l’assenza dell’ascensore e quindi ho deciso che no,  non era il caso. Aspettiamo.
Aspettiamo, che nella vita non si sa mai, magari aveva ragione la mia psicologa quando mi ha detto: “ Adesso la vita le va così, ma non può sapere se il futuro le riserverà un uomo che la renderà felice e che magari sarà anche ricco, così potrà permettersi la casa col giardino che tanto invidia al suo ex marito”.

Ah ah ah.

martedì 17 novembre 2015

avvenimenti  

Sabato scorso sono stata a Torino. Dopo averlo detto per settimane sono finalmente riuscita ad andare a vedere la mostra di Monet alla Galleria d’Arte Moderna. Ero già stata a Parigi a vedere la Gare d’Orsay e ne ero rimasta estasiata. Adoro l’impressionismo e non me n’ero resa conto fino a quando ho potuto ammirare dal vivo i quadri di Monet, Renoir, Manet e tanti altri straordinari pittori. E’ inutile, quando si è costretti a studiare qualcosa non si riesce a comprendere davvero la grandezza di quello che si ha davanti.
Infatti è stato a Parigi che ho potuto comprendere la bellezza di certi paesaggi, l’incredibile capacità di catturare la luce, di reinterpretarla. Ed è per questo che quando ho saputo della mostra di Torino ho deciso che dovevo andarci. Mi è piaciuta molto, e mi è piaciuto anche soffermarmi davanti ai quadri, nonostante la molta gente, e guardare, studiare e cercare di capire come si possa dipingere in modo così perfetto. I quadri che preferisco sono quelli dei paesaggi invernali, dove Monet è riuscito a esprimere la luce in modo eccezionale.  Mi piacerebbe poterci tornare, magari non di sabato e magari da sola, per poter passare ore e ore a osservare questi capolavori.
Dopo la mostra siamo andate a fare un giro a Torino, già addobbata per Natale e siamo entrate in un negozio pieno zeppo di oggetti natalizi. Conto di tornarci sabato prossimo con Margherita per farle vedere il Museo Egizio.

Ieri ho deciso che è arrivato il momento di cambiare casa, non è più possibile vivere in un posto in cui tutti i fine settimana vengono i proprietari della corte per controllare quello che facciamo noi poveri inquilini. Sembrano degli avvoltoi. Non possiamo neanche più aprire il garage tranquillamente perché se vedono uno scatolone di troppo o se non pulisci il pavimento almeno una volta a settimana ti cazziano. L’ultima è stata che non posso tenere il tavolino e lo sdraio sul terrazzo perché sono di due azzurri diversi.
Siccome le vicende di questi ultimi anni sono state un po’ pesanti e io sono un po’ nervosa mi sono discretamente arrabbiata e così ho deciso che è arrivata l’ora di cambiare casa.
Giovedì andrò a vedere un appartamento.

La scuola si è evoluta e adesso se si vuole sapere come vanno i nostri figli bisogna guardare on line sul registro elettronico.  Qualche giorno fa hanno pubblicato i primi voti di Margherita. Il commento di mia mamma è stato: “Come mai voti così bassi?”  L’ho guardata stranita pensando che io voti così non li ho mai presi. Ha tre nove un otto e mezzo e tutti otto. Non si può essere tutti secchioni, ma direi che sta andando molto bene visto che altri bambini hanno anche dei sette.
 
Ci sono stati dei nuovi attentati a Parigi. Sono morte delle persone, persone inconsapevoli e persone consapevoli. Mi sono chiesta come si fa a rieducare al valore della vita? Come si fa a far capire che non ci sono soldi e non ci sono promesse che valgano la propria vita e quelle degli altri, quando siamo i primi a non crederci? Ci vendiamo e vendiamo per soldi ogni giorno …
Ascoltando la televisione e vedendo quello che era successo mi è venuto in mente un episodio accaduto lo scorso settembre mentre ero a Roma con mia figlia. Eravamo appena uscite dal Colosseo e passeggiavamo per una via che costeggiava i Fori. Sulla nostra sinistra c’era un muretto con sedute diverse persone tra cui parecchi extracomunitari. Era pieno di polizia, come del resto tutto il centro di Roma.
A un certo punto il mio sguardo è andato casualmente su un extracomunitario fermo davanti a me. Lui si è guardato a destra e a sinistra, si è tolto lo zaino che aveva sulle spalle e lo ha nascosto dietro al muretto, proprio mentre stavamo passando davanti a lui e poi è scappato.
La mia testa si è annebbiata per un attimo e ho avuto paura. Ho preso mia figlia per mano e le ho detto di correre. Mi sono allontanata fino a quando, vedendo che non succedeva niente, ho capito che non era una bomba. Non sapevo cosa fare, se avvisare la polizia che era presente o andare via; alla fine sono andata via.
Quando l’ho raccontato, tutti mi hanno detto che sicuramente era droga: sfacciato spaccio di droga davanti alla polizia e a mille persone.
Adesso, alla luce di quello che è successo a Parigi penso: e se fosse stata una prova, una specie di addestramento per vedere se era possibile abbandonare uno zaino/bomba in una zona super turistica senza che qualcuno se ne accorgesse?
Forse dovevo fermare un poliziotto, forse è così che anche noi possiamo combattere il terrorismo, forse non dovevo far finta di niente, o forse sono solo mie fantasie e guardo troppa televisione …

martedì 10 novembre 2015

quando perdi il lavoro  


Conclusa  la vicenda Duran Duran adesso posso concentrarmi sui problemi che costellano ultimamente la mia vita reale.
Comincerei con quello che in questo momento mi preoccupa di più: la disoccupazione.
Ebbene sì, da ormai dieci mesi faccio parte di quell’11,8% di persone che in Italia non hanno un lavoro in regola (io per la verità non ce l’ho neanche in nero).
A vederlo, questo numero, non mette neanche molta paura, viene da dire “11,8%, che sarà mai? Non sembra così difficile ricollocare questo piccolo numero di persone, se poi penso che io ho una bella e lunga esperienza, non sono più a rischio figli e mia figlia è già piuttosto grande, non dovrei avere grosse difficoltà a ritrovare un lavoro, magari accontentandomi anche di una retribuzione più bassa”.
Questo era quello che pensavo quando il gruppo aziendale in cui lavoravo ha chiuso i battenti.
Ma sì, era da un po’ che il lavoro mi andava stretto; volevo crescere, cambiare, fare nuove esperienze.
I primi mesi ho un po’ cazzeggiato, forte di quattro mensilità di preavviso e di un buon TFR (ormai volatilizzato). Dopo 12 anni di lavoro ininterrotto un piccolo periodo di relax ci vuole proprio, ti rigenera, ti fa capire che la vita è un’altra cosa e non te ne accorgi fino a quando non provi a fermarti e guardarti intorno.
Poi ho cominciato, come fanno tutti, a cercare nei siti di lavoro: infojob, job360, helplavoro e così via.
Quando ti registri su questi siti cominci a farti delle domande a cui riesci a darti una sola risposta. Ogni giorno mi arrivavano delle mail da questi siti con tre o quattro offerte di lavoro inaspettatamente proprio nella mia zona e altrettanto inaspettatamente perfettamente rispondenti al mio profilo. Una volta addirittura mi è arrivata un’offerta in cui cercavano una persona che sapesse usare proprio un programma che credo usasse solo la mia ditta.
Rispondevo a tutto, ma mai nessuno mi chiamava neanche per un misero colloquio. Allora ho cominciato a rispondere anche ad annunci per lavori di livello più basso rispetto alle mie competenze, tipo commessa, receptionist, ma anche in questo caso non ho avuto riscontri.
Il secondo passo è stato quello di andare direttamente nelle agenzie interinali, ma la maggior parte ti rimandano al sito per l’iscrizione e quelle poche che ti fanno entrare ti parlano di crisi. Comunque mi sono iscritta a tutte le agenzie e rispondo a tutti gli annunci che pubblicano senza avere risposta e parlo anche di agenzie di Milano e non di una piccola cittadina sperduta tra i monti.
Mentre rispondevo agli annunci, cercavo anche di informarmi sui metodi più efficaci per trovare lavoro e scoprivo che secondo varie ricerche  spedire il proprio cv alle ditte è un’assoluta perdita di tempo. Poco meglio va a chi cerca lavoro via internet, mentre sembra funzioni di più presentarsi direttamente nelle ditte.
La strategia migliore, però è quella delle conoscenze (ma guarda un po’); in sostanza dai il tuo curriculum a qualcuno che conosci e lo fai consegnare direttamente alla ditta in cui lavora sperando che stiano cercando proprio te.
Ora per quanto riguarda le mie poche conoscenze, io il cv l’ho dato pure al mio fruttivendolo che tanto mi ha aiutato durante la separazione, mentre per quanto riguarda la faccia tosta di andare direttamente nelle aziende, non avendola, ci sto lavorando.

In conclusione sono ancora senza lavoro, però tutta questa esperienza mi ha aiutato ed entrare in una profonda crisi esistenziale: voglio tornare a fare quello che ho fatto fino adesso, cosa ho costruito nella mia vita, sono soddisfatta di quello che sono?
In quanti hanno la fortuna di poter dire di essere pienamente felici della propria vita?
Io se potessi tornare indietro cambierei molte cose …

mercoledì 4 novembre 2015

duran duran milano2015  

 
 

Perché un' immagine vale più di mille parole
 
il firmacopie
 
 


     Per l' attesa più dolce da sopportare
      Per la tua simpatia nei nostri confronti
      Per la tua forza nel sopportare tutte quelle ore nonostante non stessi bene
 
             Per la tua gentilezza ed eleganza anche se un po' distaccate
          Per il tuo hello, how are you? come se ci conoscessimo da una vita
                          Per la bellissima giornata
 
 


Il concerto



 Per una straordinaria Milano
Per la bellezza
 Per la vostra energia e sinergia
 Per essere capaci di far sparire per un attimo tutti i problemi
Per il tuo dolce saluto, come sempre
Per la vostra musica e i vostri show












Per tutto questo e per tanto ancora.