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sabato 31 dicembre 2016


COSA MI HA DATO QUESTO 2016:

-          Due mesi, gennaio e febbraio, per pensare solo a me e a mia figlia. Senza lavoro, ma con gli ultimi sgoccioli della disoccupazione.

-          Un lavoro nuovo, proprio a un mese dalla fine della disoccupazione.

-          Una macchina nuova. La prima di cui ho potuto scegliere tutto io. A partire dal nome: Rio (Kia Rio, per la precisione), perché il nome è una garanzia.

-          Una collega simpatica con cui lavorare.

-          Un concerto dei Duran Duran.

-          Un super regalo di compleanno per mia figlia: Disneyland Paris, il nostro primo viaggio all’estero.

-          Una breve vacanza al mare ad agosto
 
-          Un lungo week end trascorso, sole, io e mia figlia, a stretto contatto con i cavalli e la natura.
-          Una scrivania e un comodino per cercare di completare la sua cameretta.

-          Un Natale sereno.

-          Molta ansia e stress.

-          Qualche chilo in più.


COSA MI HA TOLTO QUESTO 2016:

-          La libertà di poter disporre del mio tempo.

-          Il tempo per me, ma soprattutto per mia figlia.

-          La mia vecchia e amatissima auto.

-          La possibilità di poter vedere più di un concerto dei Duran Duran in Italia.

-          Un po’ di salute.

-          Un po’ di soldi.

-          Ore di sonno.

lunedì 31 ottobre 2016

UNA VITA PER UN LAVORO  

E’ una vita che non scrivo più, che non scarico le mie ansie e la mia rabbia in questo spazio troppo bianco.
E’ stato un periodo duro, faticoso e a tratti pieno di angoscia. Non è che adesso vada meglio, anzi.
La cosa positiva è che il problema non è più lo stesso, quello che mi sta rovinando la tranquillità adesso non è più il mio ex, ma il mio nuovo lavoro.
Questo non significa che ora con lo stronzo vada meglio, che abbiamo trovato un punto d’incontro e che andiamo finalmente d’accordo. Assolutamente no, questo sono quasi certa che non accadrà mai.
Ormai sono otto mesi che ho ripreso a lavorare e la mia vita privata se ne è andata a farsi fottere. Sto fuori tutto il giorno, torno a casa alle sette di sera e l’unica cosa che posso fare è cucinare, riordinare e mettere a letto mia figlia.
Ma questo sarebbe niente, il peggio è che nei giorni in cui potrei stare con mia figlia, come oggi che il Santo Padre ci ha concesso il ponte, lei non c’è, è con lo stronzo da venerdì e non la vedrò fino a giovedì sera.
In più sono esausta, torno a casa e mi porto dietro tutto lo stress del lavoro che non sono riuscita a finire.
Io e la mia collega ci prendiamo spesso cazziatoni, mi sento incompresa. Lavoro tantissimo, non mi fermo quasi per la pausa pranzo e siccome mi sento io in difetto non mi segno neanche gli straordinari.
Sono arrivata al punto di sperare che non mi rinnovino il contratto.
Intanto continuo a mandare curricula a desta e a manca, anche nei supermercati. Preferisco andare a fare la cassiera piuttosto che rinunciare ad avere una vita privata serena.
So che il lavoro è sacro e che, nel mio caso, è anche una condizione indispensabile, non avendo nessun altro su cui poter contare, ma non può e non deve compromettere la mia tranquillità emotiva, che già tranquilla non era neanche prima.
Sono proprio stanca, non ho più vent’anni e neanche trenta. Il tempo di decidere cosa fare della mia vita è già passato e io ho deciso che non era la carriera il mio obbiettivo. Certo, non posso dire che nella vita privata sono stata vincente, ma ho una figlia ed è lei la mia priorità. Vorrei poterla seguire nei compiti, vorrei poter giocare con lei e non doverle dire che ho sempre qualcos’altro da fare.
Per adesso vado avanti, stringo i denti e mi tappo le orecchie quando è necessario per poter almeno arrivare alla fine di questo maledetto contratto. Intanto mi guardo in giro, cerco altro e fantastico sulla possibilità di aprire un’attività per conto mio.

Almeno non è più lo stronzo il mio problema.

domenica 21 agosto 2016

BIANCO  

Questa mattina mi sono alzata ancora assonnata con davanti a me qualche giorno di ferie e vari esami da fare.
Ho bevuto il mio caffè con i soliti tre biscotti. Mi sono lavata, ho fatto il letto e mi sono riprovata le cose che ho comprato ieri. Già, ieri ho fatto shopping e sono riuscita a comprare due pantaloni una maglia e un bellissimo giacchino. Era da tempo che ci provavo, ma a causa dei cinque chili presi non riuscivo neanche a provarmi le cose. Ieri non è stato così (certo ho comprato cose da 15 euro, perché l’intenzione di dimagrire c’è sempre), sto riacquistando fiducia in me stessa.

Ho infilato le cuffie e ho fatto partire la musica.
 
Ho lavato due golfini bianchi, uno mio e uno della mia bambina (che adesso è al mare con suo padre). Ho lavato le mie Converse che da bianche erano diventate nere. Ho cambiato le fodere del divano; ho tolto quelle bordeaux e ho messo quelle bianche e poi sono saltata sul divano fresco di pulito ho chiuso gli occhi e ho visto tanti fiori bianchi lucenti. La musica nelle mie orecchie, quella che una volta mi avrebbe rattristata, acquistava un senso diverso: di libertà, di pulito, di possibilità, di bianco in cui poter scrivere qualsiasi cosa, ma anche da lasciare bianco, perché quel bianco non mi spaventa più. Posso intraprendere nuove strade con qualcuno al mio fianco con cui camminare e condividere le cose che vedo, ma posso anche stare da sola con mia figlia, la mia famiglia, i miei amici.

Mi sono sentita leggera ed era da tanto che non lo ero. Mi è capitato altre volte di pensare di avere il mondo in pugno, di poter fare ancora tante cose, ma il peso che mi porto dentro da ormai sette anni era sempre presente: un grosso sasso nero. Oggi quel peso c’è ancora, ma per un attimo, in quell’esatto momento in cui ho preso il volo per atterrare in quel bianco lucente, in quell’esatto momento in cui ho alzato le braccia per portarle dietro la testa, ho alzato le gambe  e ho chiuso gli occhi, ecco in quel preciso momento il macigno che mi portavo dentro è rotolato via e mi sono sentita leggera, libera, serena. Non c’era più rabbia, non c’era più dolore, non c’era più odio. Mi sono sentita bene e sulle note di una bellissima canzone mi sono ritrovata a sorridere per me stessa, solo per me stessa.

domenica 3 luglio 2016

GIUGNO 2016  

Domenica, 3 luglio 2016-07-03
Venerdì Marghe è partita; è andata al mare con suo papà e la sua nuova “famiglia acquisita”. Starà via per 10 giorni e io mi ritrovo da sola, sola con del tempo tutto per me e infatti in questo momento sono sul terrazzo: prendo il sole e scrivo.

DISNEYLAND PARIS

Siamo state a Disneyland Paris, finalmente ce l’abbiamo fatta. E’ stata un’avventura bellissima pur non essendo fanatici di Disney. La cosa più bella è stata vedere la faccia di mia figlia incredula nel vedere lo spettacolo serale e lo spettacolo di Frozen, vederla saltellare come un grillo sentendosi una principessa.
Non abbiamo fatto particolari code, al massimo 20 minuti per vedere le principesse, ma molte attrazioni, tra cui quella di Peter Pan, erano chiuse. Abbiamo visto lo show di Frozen arrivando 5 minuti prima e trovando degli ottimi posti perché abbiamo visto lo spettacolo delle 17:30, quando tutti erano a vedere la parata.
Abbiamo fatto a ripetizione il labirinto di Alice e a me è piaciuto un sacco it’s a small world. Abbiamo mangiato con le principesse e qualcuno ha avuto la torta con tanto di canzoncina e auguri dalla bella addormentata (che era italiana). Quando ho pubblicato la foto di Marghe abbracciata con lei hanno pensato tutti che fossi io (eh, magari).
L’hotel che abbiamo scelto è stato il Sequoia Lodge. Abbiamo fatto un po’ fatica a trovare la camera, ma una volta imparata la strada era davvero molto comodo. Anche qui non abbiamo fatto code né per la colazione né per la cena. Sono stati tutti molto gentili e disponibili e devo dire che c’erano controlli ovunque.
Volevo usare la piscina dell’hotel, che sembrava magnifica, ma non c’è stato il tempo.
Il giorno più difficile è stato domenica, quando, mentre guardavo Elsa e Anna che sfilavano, ho desiderato fortemente di essere a Taormina al concerto dei Duran.

DURAN DURAN

Sono tornata da Disneyland e dopo 3 giorni sono partita alla ricerca dei Duran Duran a Milano. Ho passato praticamente due giorni a Milano: intensi, faticosi, ma bellissimi. Ho conosciuto delle ragazze che, mannaggia a loro, li avevano seguiti anche nelle altre date e sono stata bene.
Non so per quale strana magia, ma quando arrivano loro, la mia vita cambia. Non ci sono più i problemi, non c’è più il lavoro faticoso, la mia vita non sembra più monotona.
Quando arrivano loro mi sembra di vivere un’altra vita, quella in cui posso fare ciò che voglio, non ho impegni familiari, lavorativi: non ci sono cene da preparare, panni da stirare. Divento una principessa che sorseggia una spremuta da 10 euro in uno degli hotel più esclusivi di Milano.
Poi c’è stato il concerto. Ore sotto il sole ad aspettate l’apertura dei cancelli. La  corsa per arrivare per prima davanti al palco e l’attesa della loro uscita. Anche questa volta ci è andata bene, eravamo in seconda fila.
Il concerto è stato magnifico, i Duran sono sempre una garanzia, ma la cosa più bella è stata sentire tutti (non solo i soliti fan) fare apprezzamenti positivi su di loro.
Quello che mi ha sorpresa invece è stata Yasmin, la moglie di Simon, che è stata per tutto il tempo ad applaudire a ballare e a supportare l’esibizione di un gruppo di giovani ragazze che aprivano il concerto dei Duran Duran.

Poi è finito tutto  e sono tornate le responsabilità, perché quelle non spariscono. E’ stata dura e ci sono voluti alcuni giorni per accettare che la mia vita non è una vacanza, che io non ho il lavoro dei miei sogni e la famiglia perfetta. Che non potrò mai scrivere su twitter Ilovemylife, perché non è così. Per carità, ho una figlia magnifica e che per fortuna sta bene. Abbiamo una casa e adesso ho di nuovo un lavoro e una macchina nuova. Ma se potessi cambierei volentieri alcune cose della mia vita.   
Non sempre volere è potere, perché tante volte è proprio il volere la cosa che manca.





giovedì 2 giugno 2016

FINALMENTE GIUGNO  

Lavoro: alla fine ho ricominciato a lavorare. Dopo due contratti di un mese ciascuno, e dopo due mesi in cui mi sono sentita un limone spremuto, ho vinto un contratto di un anno.

Auto: la mia vecchia Saxo è legata a tanti ricordi:
-il giorno in cui sono andata a comprarla: sono entrata dal concessionario convinta che sarei uscita con un auto usata e invece sono uscita con lei, nuova di zecca. Non l'ho cercata, mi è capitata e ne sono stata contenta, era la mia prima auto nuova.
- i giorni: che guidavo andando al lavoro e cantavo le canzoni dei Duran aspettando il loro arrivo. Guardavo il cielo e vedovo gli occhi di Simon ed ero davvero felice
-il giorno del rientro dalle vacanze in Islanda. L'avevo lasciata in un parcheggio a Malpensa e l'ho ritrovata tutta bollata da una grandinata mai vista. Non l'ho mai fatta riparare.
-il giorno del mio primo inseguimento ai Duran Duran. Fuori dal forum di Assago, con la mia amica e la macchina abbandonata accesa per fare più in fretta. I 200 km raggiunti in tangenziale per non perderli. Simon che rideva (si divertiva ancora per queste cose). Ritrovarci in Via Monte Napoleone (e non aver preso la multa), lei abbandonata in mezzo alla strada, aperta e con la borsa dentro (ho ritrovato tutto). Il cancello, Simon, il suo sguardo, il ritrovarsi dentro l'hotel e rendersi conto di non poter consumare niente perché non avevamo la borsa. Il saluto di Simon, il suo "good night" e vederlo scomparire in ascensore... Io che rido e la mia amica che piange. Tutto grazie a lei: la mia macchina
- il giorno in cui sono tornata dopo un week end in Veneto a trovare lo stronzo e ho trovato la portiera scassinata e la radio non c'era più
- il giorno in cui ho portato per la prima volta mia figlia in macchina e lei, stranamente, ha pianto tutto il tempo
-il giorno dell'inizio della sua fine. La prima delle varie volte che mi sono ritrovata con la marmitta che strisciava sull'asfalto. Io da sola, che non avevo neanche più un marito da chiamare in aiuto (ma per fortuna c'era il meccanico)
- il giorno che mi sono ritrovata con un pezzo di cambio in mano e l'ho riappoggiato e sono andata avanti lo stesso
- i giorni in cui avrei voluto deviare in una stradina e scoppiare a piangere perché tutto si stava sfasciando e io non ce l'avrei fatta a sopportarlo, e invece...
- il giorno che, inconsapevole, mi ha accompagnata a vedere delle macchine nuove
- il giorno che l'ho lasciata con le lacrime agli occhi e ancora ho pensato "se potessi ti terrei con me per sempre"
- il giorno che mia figlia è scoppiata a piangere fortissimo dicendomi "mi manca la macchina vecchia" e io l'ho accompagnata per fargliela salutare per l'ultima volta.

Rio: è il nome della macchina nuova. Perché dopo tanto pensare ho deciso che volevo una macchina che mi rappresentasse e lei mi dice tutte le mattine: "Her name is Rio and she dances on the sand.."

domani 3 giugno: finalmente, forse, partiamo per Disneyland Paris. Il viaggio per il compleanno di Margherita che abbiamo dovuto annullare l'anno scorso. Dopo gli ultimi problemi nati per colpa di uno stronzo, alla fine è altamente probabile che domani saliremo su quel dannato aereo e andremo a trovare Topolino e... e.... e..... e domani pioverà a Parigi, e anche sabato e anche domenica e forse lunedì no, ma tanto noi torniamo. E......... e 11 delle attrazioni che volevamo fare sono chiuse. E.... e.... e porca miseria io parto e i Duran Duran vengono in Italia!

Duran Duran: sì, proprio voi, che scegliete di venire in Italia quando io parto per la Francia. Ma con tutta l'estata proprio adesso dovevate venire. Adesso che ho un lavoro nuovo, che ho già chiesto due giorni di ferie e che torno martedì e come faccio a dire "ciao, io domani parto per il tour dei Duran e ci vediamo lunedì, ma nel pomeriggio eh, che devo riprendermi". Come faccio, me lo dite voi?

12 giugno: è domenica e i Duran Duran suoneranno a Milano. Grazie al cielo almeno questa mi è andata bene. Per di più Margherita è con suo padre e quindi posso fare quello che voglio per tutto il week-end. Peccato che non facciano un concerto anche sabato...

Ora non mi resta che spegnere il pc, finire le valige, pulire la lettiera  del gatto, andare a prelevare e chiudere gli occhi e sognare: chissà mai che proprio a Disneyland non incontri il mio principe azzurro. E se così non sarà so già che lo rivedrò tra pochissimi giorni...

giovedì 5 maggio 2016

cosa bolle in pentola  

Dal 29 febbraio ho ricominciato a lavorare, un bel posto in cui posso esercitarmi con l'inglese, ma tanto, tanto faticoso... Se potessi sceglierei di stare a casa, ma per adesso c'è ancora l'eccitazione del nuovo.

Ho cambiato macchina, perché il lavoro nuovo è un po' distante e la mia cara vecchia e adorata macchina non ce la fa più. Così da settimana prossima scorrazzerò su una fantasmagorica Kia RIO. Perché ho scelto questa macchina? Perché sono malata... Rio è il titolo di una famosa canzone dei miei Duran Duran.
Piangerò quando dovrò abbandonare la mia piccola Saxo, ma la nuova macchina mi farà sentire più vicina ai DD :-)

Il mese di giugno si preannuncia super eccitante. Il 3 si parte per Disneyland, viaggio che avevamo dovuto annullare lo scorso anno. Si ritorna il 6 e si parte con il tour dei Duran Duran. Loro in realtà saranno in Italia già dal 5 giugno, ma volevi che non coincidesse con la mia partenza?

Salgo in macchina e sono felice. Sì, forse sono di nuovo felice. Guardo il cielo e vedo gli occhi di Simon, accendo la radio e sogno il concerto, lavoro e faccio qualcosa di utile e poi torno a casa, vedo mia figlia e la immagino con gli occhi pieni di meraviglia di fronte alla magia di Disneyland.

Ci sono tante cose per cui vale la pena di sopportare anche i fastidi della vita.

La mia paura è: quando tutto sarà passato, quando tutte queste cose belle saranno solo un ricordo, allora, cosa succederà?

giovedì 25 febbraio 2016

speranze e attese  

Finalmente questo periodo incasinato, fatto di continui impegni, è quasi finito.
Ieri ho fatto il secondo colloquio in una ditta nel milanese. Purtroppo mentre nel primo incontro ho avuto una buona sensazione, questa volta mi è sembrato che la persona con cui ho parlato non fosse pienamente convinta. Chissà, io vado molto a sensazioni e per il primo colloquio avevo capito bene, infatti mi hanno richiamata. Speriamo che questa volta le mie sensazioni si sbaglino e decidano di assumermi. Se dovesse accadere da maggio dovrò ricominciare a lavorare.
Comunque sono state settimane stressanti, fatte di malattie, di avvocati, di collaudi e tagliandi della macchina, di conversazioni di inglese, di lezioni di pianoforte, di colloqui, di pulizie e varie ed eventuali. Mi hanno anche chiesto di partecipare a un cortometraggio, ma non mi è sembrato il caso!!!
Adesso sono in modalità di attesa, aspetto che torni mia figlia questa sera, aspetto che sia pronta la macchina, aspetto notizie sul lavoro e aspetto notizie dall'avvocato.

E' un periodo piuttosto tranquillo, emotivamente parlando. Ho conosciuto due persone interessanti, ma non credo che deciderò  di rivederle.  Per adesso mi basta sapere che esistono ancora persone che potrebbero piacermi (tralasciando Simon Le Bon!) e a cui potrei piacere io. Non è ancora il momento di vedermi in coppia e di dividere la mia vita con qualcuno.
Fin dall'inizio della mia disavventura, ho sempre paragonato il mio percorso come a una caduta in un pozzo nero e in questo momento mi risulta difficile capire a che punto sono. Credo, ad un certo punto, di aver trovato un appiglio che mi ha permesso di non frantumarmi al suolo. Ho deciso di non lasciarmi più cadere, ma di provare a uscire da quel buco nero. Adesso mi sembra di vedere una luce e  delle persone che mi incoraggiano a continuare a risalire. Sono molto ottimista e credo di potercela fare, ma so anche che ho forti e continui sbalzi d' umore e che basta un niente per scivolare e ritornare qualche metro più in basso.
Di una cosa però sono convinta, per quante volte potrò ancora cadere, troverò sempre un appiglio e non permetterò più a niente e a nessuno di farmi toccare il fondo.

giovedì 18 febbraio 2016

influenza, lavoro e Disneyland Paris  

Questa mattina ho dovuto accompagnare la mia bambina dalla nonna e non la rivedrò più fino a lunedì. Poi martedì sarà di nuovo da suo padre e tornerà da me giovedì sera. E’ molto difficile starle lontana così tanto, soprattutto adesso che io sono a casa dal lavoro e potrei stare con lei, invece mi tocca portarla da sua nonna perché deve stare con suo padre.
Sono stati giorni difficili, ma allo stesso tempo molto belli. Margherita ha avuto la febbre molto alta e quindi abbiamo dovuto spostare i giorni dell’affido condiviso, così siamo state insieme per una settimana di fila, senza interruzioni.
Quando lei sta male io sono più tranquilla se è con me, perché noi mamme di solito siamo più amorevoli rispetto ai padri, almeno nel mio caso è così. Lui non le avrebbe mai permesso di mangiare a letto, l’avrebbe fatta alzare anche con 40 di febbre. Io me la sono coccolata per bene, le ho preparato le cose che preferisce e soprattutto non l’ho forzata nel mangiare. Poi noi abbiamo un rito: ogni volta che ha la febbre alta le faccio un regalino, il regalo della febbre. Questa volta le ho preso la farfalla Mariposa.
Insomma, è stato bello e faticoso, perché ogni giorno dovevo andare a scuola a recuperare le lezioni che perdeva e poi dovevo spiegargliele io e farle fare gli esercizi. Poi ho dovuto incastrare mille cose: la revisione della macchina, la lezione di pianoforte, le conversazioni d’inglese.

La settimana scorsa ho anche avuto gli esiti dei colloqui di lavoro che avevo fatto, e se nel primo hanno scelto un’altra ragazza, per il secondo mi è stato fissato un altro colloquio. Sono molto contenta perché era quello che speravo, ed è per questo che ho cominciato a fare delle conversazioni in inglese. Se il colloquio dovesse andare bene e decidessero di scegliere me, dovrei parlare in inglese tutti i giorni, quindi è meglio essere ben preparate. Il mio insegnante di inglese dice che vado molto bene, ma a me sembra di essere una rimbambita!!! Dovrei avere più fiducia in me stessa.
Comunque oggi non mi sento troppo bene e spero che mia figlia oltre ad aver attaccato l’influenza a mia mamma, l’abbia attaccata anche a me …

C’è anche un’altra novità: il mese scorso ho riprenotato la gita a Disneyland Paris, quella che avremmo dovuto fare lo scorso giugno, ma che ho dovuto annullare perché mia mamma era stata male.
Non vedo l’ora di vivere quest’avventura e speriamo che se dovessi cominciare a lavorare non mi facciano problemi per un giorno di ferie …

venerdì 5 febbraio 2016

ALEA IACTA EST  

Da ormai diversi anni faccio parte del club delle donne tradite. Aggiungerei tradite e consapevoli perché per diverso tempo lo sono stata senza saperlo e avrei giurato, anzi avrei messo la mano sul fuoco, che mio marito non lo avrebbe mai e poi mai fatto.
Non mi vergogno a confessarlo perché penso che chi dovrebbe vergognarsi sia qualcun altro e d'altronde fior fior di donne bellissime, famose e intelligenti hanno confessato di essere state tradite. Se non ricordo male Rosita Celentano ha anche scritto un libro sul tradimento (dovrei leggerlo) si era definita cornuta, ma io farei un passo avanti e direi che cornuto dovrebbe essere chi tradisce.
Sabrina Ferilli è stata tradita, Vanessa Paradis, che mi piace un sacco, è stata tradita e se fossi più informata sui gossip chissà quante altre ne scoprirei.
Ora, come dicevo, sono stata tradita e ci sarei anche passata sopra, perché ormai eravamo una famiglia e più di ogni altra cosa non avrei mai voluto dare a mia figlia dei genitori separati. Invece ci ha pensato lui ad andarsene con l’altra.
Sono passati sei anni di guerre, di finta indifferenza da parte di entrambi, di colpi bassi, molto bassi, di avvocati, di mediazioni familiari miseramente fallite, di giochi subdoli, di rabbia e rancori.
Io però ho cercato di andare avanti, ho cominciato a considerarmi come una persona e non come una coppia, ho riacquistato la mia indipendenza psicologica e ritrovato le vecchie amicizie.
Una cosa purtroppo mi fa ancora andare in bestia, ma non così tanto da far ottenere a quei due esseri spregevoli quello che vogliono. Ormai ho capito che da qualche tempo lui e la nanetta cercano di irritarmi per indurmi a fare una scenata e insultarli davanti a tutti in modo da poter usare questa cosa contro di me (sì, è un essere spregevole e calcolatore). Ma io non sono scema, cari miei, anzi cara la mia nanetta vecchietta, puoi istigarmi quanto vuoi e io tutte le volte sarò calma e non ti guarderò neanche in faccia perché non sei niente per me e continuerai a essere niente.

Questa è la storia di quello che è successo.
Premetto che non mi piace colorire i racconti con delle parolacce, ma da qui in avanti mi dissocio da me stessa, perché quasi sicuramente succederà.
Giorno di piscina per Margherita e naturalmente, su insistenza di suo padre, anche dei suoi fratelli acquisiti. Sono le 17:30 e negli spogliatoi la finta sorella dice qualcosa a mia figlia, che prontamente e ingenuamente mi riferisce: “Mamma oggi viene la nanetta”. “E che cazzo, questa rompi coglioni deve prendersi mezza giornata di ferie per rompermi le palle” (penso nella mia mente). “Che zoccola bastarda scommetto che farà di tutto per irritarmi e farmi avere una reazione violenta. Ma non mi freghi, io non esco da qui fino a che non te ne sarai andata”.
Povera illusa che sono. La figlia della nanetta si è preparata lentamente insieme a noi e quando orami era pronta (dopo 45 minuti) si è seduta sulla panca e ci ha aspettato (non l’aveva mai fatto, una volta pronta è sempre andata via). Così sono dovuta uscire e Margherita è corsa a salutarla. La nanetta ha iniziato a chiamarla come la chiamavamo io e suo padre quando era piccola e non le toglieva quelle luride manacce da sgualdrina di dosso. Io non l’ho neanche guardata, ho ripreso mia figlia e ho cominciato a metterle le scarpe. Lei non si alzava, fino a quando ha capito che il suo gioco era inutile. Allora è venuta di fianco a noi e le ha dato un bacio, ha guardato mia mamma e l’ha salutata poi ha posato lo sguardo su di me e mi ha salutato, per ben cinque volte senza mai ottenere una risposta né cortese né scortese. Poi è stato il turno della figlia che mi ha guardata e salutata e io le ho risposto perché anche lei è solo una vittima. A quel punto l’idiota di sua madre ha creduto che stessi salutando lei e mi ha ridetto ciao per la sesta volta.
Ma non è finita, la nanetta aveva parcheggiato la sua auto di fianco alla mia (con tutto il parcheggio vuoto) e ha aspettato che arrivassimo.
Sono fortemente convinta che sia proprio un’impareggiabile cretina, perché parcheggiare il suo fuoristrada nuovo di zecca vicino alla mia macchina vecchia e piena di bolli risalenti alla grandinata di dieci anni fa, mi ha provocato una rabbia accompagnata dall’istinto di spillare al mio ex marito fino all’ultimo centesimo possibile.

Complimenti brutta faccia di merda, mi hai messo proprio su questa strada!

venerdì 22 gennaio 2016

come ho affrontato la disoccupazione  

Tra pochi giorni compirò il mio primo anno da disoccupata, fortunatamente ancora retribuito dall’assegno di disoccupazione.
Era il 31 gennaio quando la mia ditta ha chiuso i battenti e io mi sono trovata davanti a due porte: in una c’era scritto “entra e ti reintegreremo sul lavoro, ma dovrai accettare un demansionamento, una riduzione dello stipendio, mobbing estenuante e quasi certamente un licenziamento a breve”. Nella seconda c’era scritto “entra e manda tutti a quel paese, starai meglio, ma diventerai una disoccupata dal futuro incerto”.
Ho agito d’istinto e sono entrata nel mondo dei disoccupati, quindi il 31 gennaio del 2015 ho preso tutte le mie cose e sono tornata a casa con una leggerezza che non provavo da anni.
Mi sono presa un po’ di tempo, diciamo un bel po’, per gustarmi la vita senza impegni se non quelli di mia figlia e devo dire che questo stile di vita era davvero piacevole.
Poi però la pacchia finisce e quando capisci che sei da sola con una figlia, metti un punto e cominci a darti da fare. Così verso aprile dell’anno scorso ho cominciato la mia ricerca di lavoro.
Questi sono i consigli che mi sento di dare se qualcuno passerà di qui nelle mie stesse condizioni di disoccupato:
 
aggiornate il curriculum vitae cercando esempi su internet e se necessario anche copiando intere frasi adattabili al proprio cv, soprattutto per le competenze relazionali e organizzative. Un consiglio che mi è stato dato è stato quello di schematizzare di più le mie esperienze. Invece di scrivere “operaio generico” scrivete i macchinari che usavate, fosse anche solo il muletto, ma specificate tutto. Ad esempio io avevo scritto che mi occupavo dell’import export senza specificare che preparavo io tutta la documentazione.
Cosa molto importante aggiungere la foto nel cv e firmarlo.
 

Iscrivetevi e candidatevi giornalmente sui siti di ricerca lavoro, tipo infojob, monster, job360 e mille altri. Sono parcamente inutili (io non ho mai avuto risposte), ma almeno si ha l’impressione di fare qualcosa per cercare lavoro.

Andate nelle agenzie interinali (quelle che vi fanno entrare) ricordandovi che si hanno maggiori possibilità in quelle meno famose perché hanno meno candidati, almeno per me è stato così.

Fate ricerche su google, anche solo per vedere che non siete soli, ma c’è un mondo di gente disoccupata di tutte le età. Io ho trovato molti consigli e fatto molte scoperte, come ad esempio che la maggior parte delle persone trova lavoro tramite conoscenze.

In ogni sito che ho letto c’era scritto: non chiudetevi in casa, uscite, parlate con chi conoscete e non vergognatevi di dire che siete disoccupati. Non sapete quanto è vero. Quando la maestra di mia figlia mi chiedeva come mai non era più mia mamma che l’accompagnava, io mi inventavo un mare di scuse. Poi ho cominciato a dire la verità e tutti quelli a cui dicevo di aver perso il lavoro sono stati carini e tutti (compreso il mio verduriere) mi hanno chiesto il curriculum da portare nella loro ditta.

Fate corsi di qualsiasi tipo perché se dopo un anno farete un colloquio vi chiederanno cosa avete fatto durante questo periodo e sarà molto meglio poter rispondere con un elenco di corsi piuttosto che rispondere “niente”. Io ho fatto un corso di disostruzione delle vie aeree e un corso di buste paga. Ci sono molti corsi  finanziati dalla regione e che potrebbero essere utili per il cv, io avrei voluto fare anche un corso della Croce Rossa, ma era la sera e io non potevo.
E’ ben visto anche il volontariato e fa colpo anche se sei uno sportivo.

Non fermatevi solo nella vostra città, andate in qualsiasi città vicina in cui ci siano agenzie interinali e non abbiate paura di passare per stalker, a me un ragazzo di un’agenzia mi ha consigliato altri tre posti in cui andare e dove sapeva che avevano delle posizioni aperte.

La faccia tosta aiuta, quindi se l’avete portate il cv direttamente nelle ditte.

Mai, mai arrendersi, prima o poi qualcuno crederà in voi. L’importante è impegnarsi con tutte le energie.

Questo è quello che ho fatto io negli ultimi mesi e quello che ha sbloccato la mia situazione è stato il corso di buste paga, e non per il corso in sé. Durante questo corso ho conosciuto una signora di cinquant’anni che mi ha raccontato la sua esperienza molto simile alla mia. La sua ditta ha chiuso e lei ha passato il primo anno prendendo la disoccupazione e cercando un posto di lavoro da impiegata, ma non ha trovato niente così ha cominciato a fare le pulizie in una ditta. Poi è andata in un grosso paese vicino alla nostra città e ha portato il suo cv alla Manpower, convinta che alla sua età non avrebbe più trovato niente. Invece mi ha detto che sono stati molto gentili e le hanno trovato lavoro in una ditta grazie anche a delle agevolazioni fiscali che avrebbe avuto la ditta nell’assumere lei (disoccupata anziana). Per questo mi ha detto di andare da loro e che sicuramente mi avrebbero aiutato.
Con poche speranze sono andata e la prima agenzia è stata la Gi Group. Qui ho trovato una ragazza fantastica che mi ha fatto un colloquio conoscitivo e mi ha detto i punti deboli del mio cv e soprattutto ha creduto in me. Mi ha detto che poteva esserci una posizione molto adatta a me e questo mi ha ridato speranza.
Quando sono tornata a casa la sera ero più fiduciosa nel futuro anche se dopo tante delusioni non avevo creduto molto nella ragazza dell’agenzia. Erano le 17:30 dello stesso giorno e io ero fuori da un negozio di giocattoli quando mi è suonato il cellulare. Prefisso 02, quindi ho pensato al solito call center, invece era quella ragazza che mi diceva di avermi fissato un colloquio per il giorno successivo. Io non ci potevo credere, dopo quasi un anno di ricerche finalmente avevo la possibilità anche solo di un semplice colloquio e tutto nel giro di un solo giorno.
Così è stato e il giorno dopo, esattamente una settimana fa, ho fatto il mio primo colloquio dopo quasi quindici anni dall’ultimo. Ma non è finita qui, quando ho chiamato l’agenzia per dirgli come era andato il colloquio ho avuto un’altra notizia incredibile: si era aperta una nuova posizione esattamente rispondente al mio profilo, proprio il mio lavoro e avevo il colloquio fissato per il martedì successivo, cioè tre giorni fa.
Ho fatto questi due colloqui, l’ultimo è durato quasi un’ora e mezza, e se devo essere onesta il secondo colloquio e quello in cui spero perché in ditta si respirava un’aria frizzantissima e stimolante. E adesso mi trovo nella situazione di dover prendere una decisione difficile perché entro la settimana prossima la prima ditta mi darà una risposta e se sceglierà me dovrò rinunciare al lavoro della seconda ditta, un lavoro migliore in posto migliore…
Comunque anche se nessuna delle due ditte mi sceglierà affrontare questi due colloqui mi è servito, mi ha dato più sicurezza e una speranza che ormai non c’era più. Riparto con una nuova energia e con la consapevolezza che con l’impegno, prima o poi, le cose gireranno per il verso giusto anche per me.

mercoledì 13 gennaio 2016

come trovare l'uomo ideale  

Questo post nasce dopo che anche l’ultima delle mie amiche single si è trovata un compagno.
Questo post nasce con spirito autoironico, perché in questi giorni mi sento piuttosto in forma e mi va di essere leggera e pensare a cose stupide, altrimenti dovrei deprimermi e non mi va. Quindi non sono alla ricerca spasmodica di un uomo, anche perché la vita mi dimostra quotidianamente che gli uomini sono fonte di stress. Molto meglio stare da sola o viversi delle storielle fini a se stesse.

Cosa devo fare  se voglio trovare una persona da tenere al mio fianco lungo la strada della vita?
Prima di tutto devo capire che cosa cerco, fare un elenco di quello che vorrei; nel mio caso vorrei una persona:

·         colta

·         simpatica

·         carina, ma assolutamente non vanitosa

·         sportiva, ma non esagerata

·         pulita e ben tenuta

·         poliedrica

·         gentile

·         romantica

·         e  sì, benestante

Una volta creato un identikit del mio uomo ideale dovrei capire dove e come potrei incontrare una persona, non dico con tutti questi pregi (anche perché non esiste la perfezione), ma qualcuno che ne possegga almeno la metà.

Se lo voglio colto e poliedrico potrei andare a vedere delle mostre, dei musei o delle città d’arte. Queste cose le faccio già, perché mi piacciono, ma finora non ho incontrato nessuno. Continuerò a perseverare, tanto è un piacevolissimo passatempo.

Se lo voglio carino e sportivo, ma non vanitoso, non mi serve a niente andare in palestra (meno male perché non è una cosa che mi attira), ma potrebbe essere una buona idea riprendere a correre o portare mia figlia a fare le prove di tutti gli sport possibili. L’altro giorno l’ho portata a pattinaggio artistico e il maestro non era niente male, peccato fosse troppo giovane per me!

Se lo voglio benestante dovrei cominciare a frequentare locali trend o club, ma qui incontro un grande problema. Nella mia città non ce ne sono molti e a Milano non saprei con chi andarci, soprattutto nei club… Quindi il benestante devo metterlo in stand by.

Potrebbe essere anche una buona possibilità fare colloqui di lavoro e magari trovarlo questo benedetto lavoro. La mia amica ex single mi ha detto: che ne sai che cerchi un lavoro e trovi l’amore. Seeeee

Potrei girare tutti i corsi possibili e immaginabili e sperare in un professore interessante, ma sia nel corso di primo soccorso che in quello di buste paga la missione è miseramente fallita. Oppure potrei fare mille visite mediche, che ne avrei bisogno, o scegliere gli avvocati in base al sesso. Per adesso ne ho avuti tre e tutte donne.

Ora fatto un elenco di tutti i posti dove potrei incontrare l’uomo ideale è importante chiedersi: ma perché un uomo così meraviglioso dovrebbe essere interessato a una persona ordinaria e disoccupata come mi sento io?
E quindi via alla trasformazione che sicuramente aumenta l’autostima:
più parrucchiere
più estetista
più trucco
più libri da leggere
più informazione
più conoscenza
piu sport
più interessi
più lavoro

Vorrei terminare questo post raccontando un sogno che ho fatto due notti fa.
Ho sognato di mettermi con Pieraccioni. di andare in giro mano nella mano con lui e pure di baciarlo.
Ora, quando mi sono svegliata la prima cosa che ho pensato è stata:
ma perché Pieraccioni?
Perché non Simon Le Bon che è il mio ideale di uomo.
Perché?
Cosa avrà voluto dirmi il mio inconscio?

sabato 2 gennaio 2016

BUON ANNO  

E anche quest’anno le feste natalizie si avviano alla conclusione. Oggi è il secondo giorno dell’anno e, diversamente dagli scorsi anni, la mia casa è ancora addobbata. Certo ieri sono stata in bagno a vomitare tutto il giorno, quindi non avrei potuto smontare tutto, ma non lo avrei fanno neanche se fossi stata bene. Ogni anno che passa mi sento sempre più vicina alla fine della mia sofferenza e la dimostrazione non è solo l’albero di Natale ancora in casa, ma anche non aver preso male l’aver passato il primo gennaio stando male. Ok l’anno non è iniziato bene, ma questo non lo pregiudica minimamente. Sarà un bell’anno, e come ci siamo augurate io e mia figlia durante il brindisi del nostro capodannino il 30 dicembre, ci porterà solo cose belle (lei mi ha augurato l’amore…).

Sono state delle belle giornate, abbiamo pattinato sul ghiaccio, siamo state insieme alla nostra famiglia e abbiamo mangiato come dei porcelli (e, infatti, il mio stomaco alla fine si è ribellato). Ho ricevuto dei regali bellissimi, più del solito a dimostrazione che sono riuscita a ricostruirmi delle amicizie. Ho fatto anche io molti regali, tutti pensati per far piacere a chi li riceveva e questa è stata la parte più bella.
Ci sarebbero tante cose che dovrebbero rendermi questo inizio d’anno poco sereno, ma sono sicura che qualcosa cambierà. E non voglio mettermi qui a scrivere un elenco di buoni propositi che poi tra una settimana mi sarò scordata, voglio invece elencare tutte le cose belle che io e Margherita ci siamo augurate e che non dipenderà solo da noi  far si che si avverino:

salute per tutte le persone (Margherita)
che finiscano tutte le guerre (Margherita)

che scompaiano tutte le malattie in Africa (Margherita)
un nuovo amore per me (Margherita)

non fare più nuoto (Margherita, poveretta non le piace proprio)
un lavoro appagante e ben remunerato per me (io)

una casetta nuova per noi (io)
una macchina nuova, magari una Touran (io)

una nuova e vera amicizia per Margherita (io)
che mia cugina guarisca (io)

il viaggio a Disneyland Paris che c’ è saltato lo scorso anno (tutte e due)
BUON ANNO A NOI

il giorno di Natale
Santo Stefano: cugine


 dopo aver pattinato sul ghiaccio. 30/12, il nostro Capodannino
 la nostra casetta
il nostro presepe
 l'albero di natale
la casa addobbata