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venerdì 28 novembre 2014

caro babbo natale  

Caro Babbo Natale,
come regalo vorrei:
una bambola gigante, un tablet, lo zainetto di Violetta, il portafoglio di Violetta, l’astuccio di Violetta, tutte le cose delle Winx e tutte le cose dei Barbapapà.
Grazie
Margherita

Caro Babbo Natale,
per Natale vorrei:
un Moncler (che desidero da quando avevo 12 anni), una macchina nuova (visto che la mia è di nuovo dal meccanico per saldare la marmitta), un abbonamento a Sky (così forse riesco a rivedere la Rai), un televisore nuovo (Smart e 3D), una casa tutta nostra, una lampada da terra e una da tavolo (ma che siano di design), un’asse del water della misura giusta perché ne ho già prese due che sono sbagliate (e anche qualcuno che sappia metterla), un tavolino per la sala, delle casse per il giradischi, un cd delle canzoni più belle di Bruce Springsteen, scarpe e vestiti a scelta, un copripiumino per me e uno per Margherita, delle sedie con rivestimento muccato (di stoffa ovviamente) da mettere in sala, una fine settimana in una SPA (parrucchiere ed estetista inclusi), il dentista gratis, i soldi per pagare l'avvocato. A scelta: un robot aspirapolvere per quando proprio non ce la faccio a pulire o una donna delle pulizie una volta a settimana. Dei trucchi, un latte detergente perché il mio sta finendo, delle pietre e perline per il mio hobby, un pianoforte non in affitto sarebbe super e se mi regalassi le prossime 10 lezioni lo sarebbe ancora di più.

Ma non sono così venale quindi sarei ugualmente felice se potessi avere:
un po’ più
di fiducia in me stessa
di volontà
di autostima
di intelligenza
di forza fisica
di bellezza
di tonicità
di capacità organizzativa
vorrei poter riuscire a dormire ininterrottamente come una volta, vorrei poter vedere di più mia figlia, vorrei che non succedesse niente di brutto per i prossimi 10 anni, vorrei un lavoro nuovo e soddisfacente, vorrei avere la capacità di risparmiare, vorrei ritrovare la serenità, vorrei passare un Natale felice in cui l'allegria la faccia da padrona.
Grazie
Shestoomuch
ps: per la casa mi va bene anche se solo potessi trovare un trilocale in buone condizioni con un piccolo giardino a 1200000 euro. Poi ci pensa la banca a pagarmelo per i prossimi quarant'anni...

giovedì 20 novembre 2014

PARTENZE DI NATALE  

Ci siamo quasi. Domani a quest'ora dovremmo essere già arrivate a Trento e, speriamo, dovremmo essere già a dormire.
La valigia è pronta, ma credo che all'ultimo la cambierò con una più grande. Lo zainetto di Margherita è pieno di bamboline e colori e il mio ha dentro un nuovo dvd.
Adesso devo solo andare a lavorare domani mattina e poi via per il nostro week end lungo.
E' da martedì che non sento mia figlia e non vedo l'ora di riabbracciarla e cominciare quest'avventura insieme lei. Poi sono sicura che tutto il mio entusiasmo svanirà al suo terzo capriccio e che non vorrà camminare, avrà fame, sete, dovrà andare in bagno, frignerà senza tregua, ma saremo insieme per quattro lunghi giorni.
Ho ceduto anche io:
https://twitter.com/shestoomuch09

martedì 18 novembre 2014

sunny day  

Ieri andando al lavoro ho sentito una canzone bellissima che non conoscevo. Mi è piaciuta subito e mi è sembrato di riconoscere la voce. Credo che il titolo fosse Down to the river, Bruce Springsteen.
Appena ho potuto, cioè questa sera, l'ho cercata per riascoltarla. Riascoltandola mi è venuto in mente che Bruce Springsteen ha scritto una delle canzoni più estasianti che io conosca: Waitin' on a sunny day.
Quando ho scoperto questa canzone stavo organizzando il mio matrimonio. Mi ricordo che la ascoltavo e pensavo che sicuramente l'avrei fatta suonare durante il pranzo. Sognavo ad occhi aperti quel giorno e mi vedevo al centro della scena mentre ballavo su queste note con mio marito, facendo roteare l'abito da sposa, buttando indietro la testa e ridendo come una matta, circondata da amici e parenti che condividevano con noi la nostra gioia. Vedevo il sole entrare dalle grandi finestre e fuori la neve che faceva brillare ancora di più quella splendida giornata.
Quando abbiamo trovato i musicisti è stata la prima cosa che ho chiesto (insieme ad una canzone dei Duran Duran), ma non era nel loro repertorio e, odiandoli, ci ho dovuto rinunciare.
Oggi, dopo sette anni, seduta sul pavimento e ascoltando Sunny Day, non posso che ringraziare quei musicisti per non aver trasformato questa canzone straordinariamente allegra, in un ricordo triste e doloroso.

Sono seduta in bagno, dove per più di due anni ho pianto tutto il mio dolore e ascolto Sunny Day.
Mi alzo e rido e ballo e salto facendo spaventare il gatto e penso che tutto sommato la vita può essere di nuovo bella. Che non potrà mai piovere così a lungo da farmi smettere di sperare che esca di nuovo il sole.  Che l'allegria avrà nuovi nomi e nuove facce e nuovi luoghi. E pensandoci ballo come non facevo da anni, al ritmo di questa canzone piena di energia. Un'energia che non avevo più dentro da troppi anni.

Non so, sarà che tra tre giorni partiamo per i mercatini, sarà che in queste settimane ho lavorato davvero o sarà che oggi finalmente, dopo tanta pioggia, è uscito il sole e sembra che resterà per tanti giorni.
Non so, ma oggi ho detto più volte di essere contenta.

domenica 16 novembre 2014

sabato/domenica di metà novembre  

Questa mattina ore 7:44: bzzz bzzz. Ma che è?
WhatsApp
Ma chi cacchio mi manda un messaggio la domenica mattina quando ancora dormo?
7:46 prendo il telefono.
Vedo una rosa rossa con la scritta Auguri Margherita.
Ma non è il suo compleanno…
Forse è perché si è ammalata a causa del vaccino…
Carina, ma non sono neanche le 8. Però è strano…
Sarà mica Santa Margherita?
7:48 inizia la ricerca del santo del giorno.
Trovato! Santa Margherita di Scozia. Santa Margherita di Scozia?
Ma non sono neanche le 8.
Vabbè alziamoci che devo fare tremilaseicentiventinovemila cose:
vestirmi, fare colazione, dare da mangiare al gatto, fare la pizza, imparare il nuovo brano al pianoforte, cominciare a fare collane e orecchini perché il mercatino di Natale dell’asilo di Margherita è presto qui.
Però l’albero l’ho finito!
12:50 mangio in sala davanti alla tele, perché quando sono sola, da me vige l’anarchia.
Pubblicità: Girls on film, girls on film… No!!!! I Duran Duran per una pubblicità di un profumo. Devo assolutamente comprarlo….Mmmmmm, ma quanti anni ho? Queste cose le facevo a 14 anni…
Però io il profumo lo provo, se è buono lo compro. Bravi voi che avete scelto questa canzone, qualche duraniana comprerà sicuramente il vostro profumo…
Spegni la tele, suona il piano, sistema gli addobbi natalizi, gioca col gatto, ora pc.

Ieri dopo mille anni sono riuscita finalmente a fare shopping per me. Non riuscivo a crederci, l’unica cosa che ho comprato in questi ultimi anni è stato un paio di scarpe, per niente carine, tra l’altro. C’è stato un periodo, circa tre anni fa, in cui il fine settimana stavo fuori tutto il giorno a fare shopping. Non prendevo mai niente per me, solo per mia figlia. Tornavo ogni volta con non meno di cinque buste e pensavo di essere soddisfatta, invece era solo un tentativo si sfuggire alla sofferenza.
Ho cercato di comprare qualcosa anche per me, ma  i quattro chili post gravidanza mi fermavano sempre. “Dimagrirò, è inutile comprare abiti che poi saranno troppo grossi”. E invece non sono dimagrita…
Ieri qualcosa è cambiato. E’ stato un altro passo avanti, comincio a volermi bene, comincio a pensare a me.
Ho un outfit nuovo di zecca…

Di una taglia in meno però, perché tanto, io, prima o poi dimagrirò…

venerdì 14 novembre 2014

pensieri sparsi  

La mia testa è un insieme confuso di pensieri sparsi, cose belle e cose meno belle che si rincorrono e si sorpassano senza tregua.
Così cominciamo a preparare l’albero di Natale e poi lo abbandoniamo, usciamo per comprare le scarpe e ci troviamo al cinema, decido di cucinare il risotto coi piselli e ci ritroviamo a cena con un’insalata e un tenerone.

Intanto Margherita mi lascia dei ricordi per non farmi sentire la sua mancanza quando va da suo papà e quando torno a casa dal lavoro mi ritrovo nel letto una fila di barbie pronte per venire a dormire insieme a me.

Questa settimana ha fatto la vaccinazione per una sfilza di malattie. Le hanno fatto due punture sulle braccia e non è stato piacevole vederla piangere. C’è mancato poco che piangessi anche io. Quando mi hanno detto che entro tre giorni oppure una settimana poteva venirle la febbre mi è venuto un colpo “tra una settimana andiamo ai mercatini…" Invece la febbre le è venuta il giorno dopo e quando mi ha chiamato la sua maestra sul lavoro un altro po’ morivo pensando al peggio.

Quindi venerdì prossimo io e lei partiamo per la nostra prima mini-vacanza da sole, senza nonna. Andiamo a Trento perché è una delle poche città in cui i mercatini di Natale iniziano il 22. Siamo tutte e due eccitatissime, non vediamo l’ora. Andiamo in treno e dormiremo in un bed and breakfast che sembra molto carino anche se per mangiare dovremo per forza uscire. Vorrei già preparare la valigia…

La settimana scorsa sono andata dal mio fruttivendolo/psicologo di fiducia e siccome non c’era nessuno ci siamo intrattenuti in una semiseria conversazione. Lui mi ha vista in tutte le fasi della mia crisi "fine matrimonio", mi ha vista cedere, riprendermi per poi cadere di nuovo, mi ha sempre spronato e nel momento più brutto di questi anni ha raccolto i cocci che ho lasciato nel suo negozio per ridarmeli quando sono stata meglio. Quindi parlavamo, io gli raccontavo dei lati negativi della libertà ritrovata e lui di contro, da uomo, vedeva gli aspetti positivi (metti che vado in un locale e mi piace una, ci posso andare senza tradire nessuno, lui è sposato). A un certo punto mi ha fatto una domanda: “ Ma se tu trovassi una persona che ti piace, le daresti tutto quello che hai dato a tuo marito? Sono sicuro di no”

Non ho dovuto pensarci, perché aveva ragione. Non mi aprirò mai con nessun altro come ho fatto con lui, non sarò mai del tutto sincera e fedele come ho fatto in passato. Non farò mai più entrare  nessuno completamente nella mia vita.

Ed è davvero un peccato perché tutto questo l’ho dato a una persona che non lo ha merito affatto.


martedì 4 novembre 2014


Questa sera sono uscita per andare alla mia lezione di pianoforte proprio nel momento in cui la pioggia ha acquistato intensità. Ho corso per non bagnarmi chiudendo il garage e ho iniziato a guidare nel buio che sembrava inverno, con le strade lucide e i lampioni accesi. Guidavo e a un certo punto mi è venuta voglia di fermarmi, uscire dalla macchina e restare ferma sotto la pioggia. Avrei voluto che l’acqua lavasse via tutto il marcio e le cattiverie che mi sono state fatte in questi ultimi anni. Avrei voluto che mi togliesse di dosso la tristezza e il cupo che ho appicciati addosso e che riesco solo a dimenticare ma non a eliminare.
Sarei voluta rinascere sotto quella cascata d’acqua, tornare come ero un tempo, serena e fiduciosa, ma non potevo presentarmi dal mio maestro bagnata fradicia.
 

Ho camminato sotto la pioggia, ho pensato, ho suonato un brano facile, ma che mi sta dando un sacco di problemi e ho scherzato con il maestro di piano. Sono uscita e ho ricominciato a pensare.

In queste settimane ho fatto tante cose, non sono stata mai ferma, sono uscita con amici nuovi e ho rivisto gli amici vecchi, quelli comuni che non vedevo da anni. Sono andata a feste di compleanno, a pranzo a Torino per conoscere un cuginetto nuovo di zecca, a fare shopping con un’amica. Insomma ho ricominciato a vivere per me stessa e non solo per mia figlia. Mi sono rialzata e ho reagito, sto reagendo.
Però, quando ho girato la chiave e sono entrata in casa mia, qualcosa stonava. Alla mia età non si dovrebbe rientrare alle 7 di sera in una casa buia e silenziosa. Aprendo la porta avrei dovuto sentire le voci squillanti di qualche figlio che mi correva incontro, avrei dovuto sentire l’odore del sugo e salutare un uomo intento a cucinare. Invece non c’era neanche mia figlia, perché l’affidamento condiviso mi ha reso un madre part-time.

Ho intrapreso la strada per uscire dal buco nero in cui mi avevano buttato, ho nuove amiche, esco e mi diverto, ma mi manca comunque qualcosa. Mi mancano l’odore del cibo, le corse per occupare il bagno, le serate tutti insieme sul divano per vedere la tv.

Mi manca la famiglia.