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mercoledì 13 novembre 2013

ingenuità  


Ormai è diventato un appuntamento bisettimanale e devo abituarmi al fatto che tutte le volte che porterò mia figlia in palestra, all’uscita, lei sarà lì con lui pronta a sperimentare nuovi metodi per darmi fastidio, probabilmente cercando di farmi reagire con una scenata davanti a tutti così lui potrà dire che sono  una persona disturbata.
Quindi cercavo un modo per non pensare all’ultima sua ingenua trovata di comprarsi una bambina di quattro anni con due arachidi, anche se non mi ha dato fastidio anzi le abbiamo mangiate insieme e divise con una sua amichetta.
Allora, la mattina seguente andando a lavorare, quando mi è venuto alla mente, ho messo su  un cd dei Duran Duran a volume molto alto e ho ripensata a quando Simon in un solo, minuscolo nanosecondo ha spazzato via tutte le mie certezze e convinzioni di fedeltà.

venerdì 8 novembre 2013

come ti permetti  

Brutta zoccola, rovina famiglie e ruba mariti, ma come cazzo ti permetti di chiamare, davanti a me, Tita MIA figlia e di metterle le tue sporche mani addosso? Devi solo ringraziare la tua buona sorte che non sono psicopatica altrimenti, in quella palestra dove hai avuto il coraggio di presentarti insieme al mio ex marito, ti avrei spaccato l'ombrello in testa!
Curati dei tuoi di figli, perché anche a loro avete impedito di avere una vita serena pur di soddisfare i vostri più infimi bisogni.
VERGOGNATI!

domenica 3 novembre 2013

UNA DOMENICA BESTIALE  

Perché mi sento un po' sfigata: domenica sera in casa a fare l'aperitivo nel bicchiere della Pantera Rosa.
Una volta questa era la giornata dell'aperitivo + pizza.

sabato 2 novembre 2013

cambiamenti obbligati  


Da lunedì comincia il mio part-time lavorativo, obbligato. Passerò da  8  a 6 ore lavorative al giorno. Sarò a casa per le 16.00, comunque sempre troppo tardi per andare a  prendere mia figlia alla scuola materna.
Meno ore di lavoro corrisponderanno a una riduzione economica nelle entrate. Quindi per capire se ce la posso fare ho deciso di fare un mese di prova. Io non sono portata al risparmio, se vedevo qualcosa che mi piaceva la compravo, anche se un po’ di paranoie me le facevo lo stesso.  Questo mese invece ho cercato di comportarmi diversamente, di  darmi una regolata e non solo in ambito di vestiario mio o di Iaia, ma anche nella spesa, che è dove sperperavo di più. Infatti  prima andavo a fare la spesa quasi tutti i giorni, non guardavo mai i prezzi, non approfittavo mai delle offerte se il prodotto non era quello che volevo io.  Compravo e poi buttavo perché alla fine Iaia  su 5 giorni due volte cena con il padre e a pranzo è alla materna. Io essendo pigra, se lei non c’è, mi mangio un’insalata e del formaggio con la conseguenza di dover  riempire sacchi e sacchi di umido con cibi andati a male. Non parliamo poi dei surgelati, la carne che congelavo senza segnare la data e che quando tiravo fuori buttavo perché il colore non mi convinceva.  Insomma ero una vera vergogna.
Quindi, questo mese mi sono data una regolata, ho fatto una spesa grossa in 10 giorni, usando tutto quello che avevo già in casa. Non mi sono comprata niente né per me né per Iaia, a parte un giochino al mercato.
Il risultato è che comunque ho avuto così tante spese da aver speso buona parte dello stipendio. Perché c’è sempre qualcosa: l’affitto,  la rata della ctp, che grazie a Dio mi ha concesso di pagarla un po’ per volta, la bolletta della luce del gas, del telefono, i fumi, l’assicurazione il noleggio del pianoforte, le lezioni di piano, la ginnastica artistica di iaia, la musica l’inglese e il teatro della materna,  la spazzatura, l’acqua, la benzina, la retta della materna e chi più ne ha più ne metta!

La verità è che vivendo al risparmio, forse, riesco a mettere da parte 200 euro, peccato però che a me ne tolgano 400.

Sì, però almeno stai con tua figlia, si potrebbe dire. E invece no, perché suo padre è così morbosamente geloso che non vuole e mi ha già detto che i giorni che è con lui a cena andrà a prenderla  lui. Una nuova guerra perché in realtà lei è affidata a me fino alle 18, ma il credersi onniscienti, senza esserlo,  rende oltre che coglioni anche ciechi di fronte alla realtà.

martedì 8 ottobre 2013

prima o poi  

Prima o poi la vita dovrà rispondere di tutto il dolore e la sofferenza che mi ha e mi sta gettando addosso. Dovrà ripagarmi per avermi fatto assaporare la felicità per poi portarmela via dicendomi che era tutto falso, che non avevo capito niente.
Prima o poi dovrà ripagarmi di tutto e dovrà farlo con gli interessi, senza sconti.
E allora sì che sarà lei a doversi indebitare.

lunedì 7 ottobre 2013

scrivo  

Scrivo qui perché non ho voglia di chiamare mia mamma per dirle che non voglio restare da sola questa sera, di venire subito da me, anche se piove. Perché non mi sento di chiamare la mia amica che potrebbe essere a casa da sola con la bambina e se mi sentisse adesso verrebbe da me di corsa. Perché se chiamassi mio papà telefonerebbe a mia mamma e lei non sta bene.
Scrivo per smettere di piangere e farmi passare i brividi, perché magari concentrarmi su qualcosa di diverso mi fa passare questo momento difficilissimo.
Piango perché il peso che porto addosso da tutti questi anni è troppo pesante e io mi scopro così fragile e questo mi fa stare peggio. Perché non capisco cosa c'è di sbagliato in me, dove sbaglio io, perché giorno dopo giorno mi cade tutto addosso e mi vedo portare via tutto quello che avevo. Sono sola, anche questa sera.
E mi sento sempre più incapace.
E piango, questa volta non perché lui mi ha lasciata, ma perché anche il lavoro e i colleghi che sembravano così simpatici mi stanno lasciando.
Ho passato due brutte settimane in cui sul lavoro mi hanno minacciata di licenziamento se non avessi accettato una diminuzione di livello e di stipendio. Oggi siamo arrivati a una proposta di part time, ma solo perché hanno capito che sarei andata da un avvocato e di cause ne hanno già altre in ballo. Quasi tutti i colleghi sono distaccati per opportunismo e paura di fare la mia fine. Il mio titolare è morto e la moglie è in clinica perché si è rotta il femore e adesso le decisioni le prende la nuora.
Io sono stanca perché non riesco a portare mai niente a termine, perché organizzo e poi non ci sto dietro. Perché non ho nessuno con cui sfogarmi, perché mi sento sola...
E mi sento ancora più sola pensando che sto scrivendo su un pc cose troppo intime che non rileggerò perché non mi sento e perché se lo facessi non schiaccerei mai il pulsante pubblica.
Però ho smesso di piangere...

Una volta bastava mettere una cassetta dei Duran Duran per farmi stare meglio, per farmi vedere un futuro roseo davanti. Adesso non so

sabato 7 settembre 2013

mai più  


Avevo giurato che mai più avrei sofferto così tanto. Che sì, c’erano stati momenti davvero belli e indimenticabili passati insieme, ma il dolore della inevitabile fine era stato troppo forte.
Ero certa di questa decisione, saremmo state per sempre sole io e Iaia e sono stata coerente, fino ad oggi.
Perché quando è tuo figlio che te lo chiede non puoi dirgli di no e poi ne avevo bisogno anch’io: sono passati più di 10 anni da quando è morta.
Da questa mattina in casa nostra saremo in tre, è arrivata lei: Venere per il pedigree, per noi ancora non è  deciso in ballo ci sono diamante, brillantina o perlina.
 
Iaia la vedrà lunedì perché adesso è da suo padre.



venerdì 30 agosto 2013

l'estate sta finendo  

Eccomi di nuovo qui, dopo questo periodo strano. Proprio come l’estate scorsa. Chissà poi perché i momenti di crisi arrivano sempre in estate? Anche se la domanda giusta sarebbe: perché le notizie che mi fanno ancora male come mille lamine affilate, arrivano sempre d’estate?

Comunque l’estate sta orami quasi finendo. In questi giorni il cielo da me è stato splendido: sia quando era limpido e azzurro, come solo gli occhi di una certa persona sanno essere, sia quando era cosparso di nuvole multicolore. Le cime delle montagne sono già ricoperte di neve e tornare a casa dal lavoro quando è tardi mi permette di vedere un tramonto all’orizzonte spettacolare. Questo è uno dei pochi aspetti belli di vivere qui.

L’estate mi ha portato anche un ottimo consiglio, che alla lunga non so se avrà effetti positivi, ma nell’immediato mi permette di riuscire ad addormentarmi di notte e di non mangiarmi il fegato. Fino a pochi giorni fa, infatti, quando mi venivano in mente cose che mi facevano soffrire, mi ci buttavo dentro con tutto il corpo, perché pensavo che soltanto affrontandole avrei potuto metabolizzarle per riuscire a conviverci e accettarle. Il risultato era che non dormivo di notte e che passavo ore e ore a pensare a discorsi ipotetici che non potranno mai essere detti.
Questa estate sono andata a trovare i miei parenti al mare e ho parlato molto con mia cugina. E’ stata lei a dirmi che facendo così mi facevo solo del male. Mi ha detto di spostare il pensiero verso qualcosa di positivo quando mi capita di pensare a certe persone o a certi avvenimenti accaduti.  Così adesso, quando sono in macchina e penso a cose che mi fanno star male, sposto lo sguardo verso il cielo o verso i campi e il male passa. Quando mi sveglio di notte con un’immagine davanti la sostituisco con, chessò, Simon Le Bon e così riesco a riaddormentarmi. Sto diventando bravissima!
La conseguenza di  tutto questo è che ho cominciato anche a sostituire i problemi, tipo: mi ha lasciata per un’altra con voglio cambiare lavoro; dovrà capitare di incontrarla in giro e allora si che dovrà avere paura con  devo trovare il gattino che Babbo Natale dovrà portare a Iaia. A proposito di questo, domani vado a vedere dei cuccioli di gatto sacro di Birmania, però sono già svezzati quindi ora di Natale avranno già sei mesi.
Ma poi perché devo pensarci io? Ma dove caspita si è cacciato Babbo Natale? Natale… Neanche è settembre e già ci penso…
Però si, va decisamente meglio, anche se questo maledetto magone è diventato parte integrante di me.

venerdì 9 agosto 2013

infelicità  

Quello che è passato è stato un periodo piuttosto buio. Ho passato dei momenti in cui ho fatto realmente fatica a trascinare il mio corpo e affrontare i miei doveri. Non ci sono stati più momenti di tragica disperazione, come  è accaduto in passato, ma devo dire che  sono ancora più i momenti di triste affaticamento che quelli di spensierata tranquillità.

Ho fatto diverse cose in questo periodo, ma non riesco a dire che mi hanno fatto stare meglio.
Siamo state al mare, mi sono allenata per mesi per affrontare una gara di sei chilometri con il gruppo dei miei colleghi e sono riuscita ad arrivare fino alla fine superando anche i tempi dell’allenamento. Ho continuato a imparare a suonare il piano, ho creato altri gioielli e riparato alcuni che mi erano stati dati e da oggi sono anche in ferie.

Però, c’è sempre un però. Non sono felice. No, non sono per niente felice. Gli unici momenti in cui non sento questo peso d’infelicità sono quelli che passo con mia figlia.
Vorrei che la mia vita fosse totalmente diversa: il lavoro, gli amici, i miei traguardi, io stessa, ma più ci penso e più mi rendo conto di aver ormai oltrepassato i limiti per ricrearmi la mia vita.

E mi sento sola, molto sola, soprattutto in momenti come questo in cui la mia piccola bambina non è qui con me.

sabato 13 luglio 2013

Ogni volta  


Oggi è uno di quei giorni in cui sembra che il sole possa, un giorno, tornare a schiarire la mia grigia vita.
 Uno di quei giorni in cui avvengono gli incontri giusti con le persone giuste: uno di quei giorni in cui vengono dette le parole giuste,  raccontate quelle esperienze che ti fanno sperare che anche a te un giorno…
Uno di quei giorni in cui pensi che un venerdì sera trascorso con quattro amiche in giro per locali è meglio di una serata passata davanti a uno stupido film.
Uno di quei giorni in cui pensi che l’organizzazione sia stata veloce  ma perfetta.  Giusta per non pensare alle cose brutte.

Uno di quei giorni in cui torni a casa stremata dalla faticosa sessione di shopping ma felice per il vestito da indossare il giorno dopo per assistere all’ Aida all’ Arena di Verona.
Uno di quei giorni in cui ti guardi indietro e riesci a vedere tutto quello che hai fatto di nuovo dopo essere rimasta sola.

Uno di quei giorni che ringrazi la sorte che ti ha portato a vivere in centro, così questa sera puoi sentire comodamente seduta  sul tuo terrazzo il concerto tributo a Vasco Rossi e adesso scrivi con il sottofondo delle prove: c'è "Ogni volta".
E anche se un velo di tristezza continua a farsi posto nel tuo cuore capisci che anche questa volta il brutto è passato. E poi ancora due giorni e Iaia torna dalle vacanze con suo papà.

mercoledì 12 giugno 2013

perchè  

Perché oggi è un altro di quei giorni no, che non sarebbero più dovuti tornare, quelli in cui di nuovo mi sembra di aver toccato il fondo. Quei giorni in cui non mi riconosco neanche più per i pensieri orrendi che mi passano per la testa. Quando vorrei il male, ma quello brutto per tutte le persone malvagie che mi hanno ridotta così. Quei giorni in cui ritornano le lacrime agli occhi ed era tanto tempo che non accadeva, troppo tempo e credevo che non potessero tornare più. Quando mi accorgo di quanto male ancora mi possa fare e di quanta strada e quanta fatica bisogna ancora fare per venirne fuori, anche solo per essere in grado di respirare.

 
Lunedì c’è stata l’ultima seduta della CTU, io e lui, insieme, ad ascoltare le conclusioni della consulente. Non mi sembrava vero di aver finalmente finito, di non dover più chiedere permessi, perdere treni, prendere autobus e fare corse per essere esaminata.
Ieri il mio avvocato ha ricevuto la bozza della relazione della CTU e me l’ ha girata. Ho cominciato a leggere le 54 pagine con la descrizione dettagliata di tutti i singoli incontri avvenuti davanti alla CTU. Tutto quello che è stato detto da me , da Iaia, da mia mamma, da sua mamma, da lui e dalla sua nuova compagna. Leggevo ed ero incredula, le mie uniche certezze che il nostro era stato un vero grande amore sono miseramente crollate. Lui non mi ha mai veramente amata: vent’anni di illusioni, di prese in giro dei mie sentimenti. Ha detto che nostra figlia è venuta quasi per caso, che  non c’era una vera decisione. Io ricordo ancora quella sera e non è per niente come ha raccontato lui. Credevo che volessimo tutti e due avere nostra figlia, ma adesso dubito molto anche di questo. Forse lui sperava che non succedesse, ma ormai era troppo tardi per cambiare idea.
Non ho più certezze mi sento come alla deriva in un immenso  oceano, aggrappata solo ad un pezzo di ramo e non so nuotare.
Così questa sera mentre andavo a prendere il regalo promesso a Iaia sono passata davanti a una chiesa e ho sentito lo strano bisogno di entrare. Come se oltrepassare la porta d’ingresso mi avrebbe trasportato in una dimensione in cui tutto il dolore sarebbe sparito o quanto meno sarei riuscita a dargli un senso. Io non credo nella chiesa, non credo in Dio, anzi ultimamente l’ho maledetto spesso, ma da piccola andavo a messa tutte le domeniche accompagnata da mia nonna materna e forse per questo ho creduto di immaginare che entrando  avrei percepito la sua presenza.
Ho deciso di andare a prendere il regalo e poi di tornare indietro e rifugiarmi in quel posto che mi sembrava l’unico luogo in cui mi sarei sentita meglio. Così ho fatto e quando ho girato l’angolo quasi correndo in cerca di pace, mi sono trovata di fronte ad un portone chiuso.

Sono tornata a casa con di nuovo il desiderio di andare via, di scappare perché ancora una volta non ho la forza di affrontare la realtà

giovedì 6 giugno 2013

quattro  

Quattro anni fa mi trovavo, semimorta, in un letto di una stanza di ospedale;  sdraiato alla mia sinistra avevo un esserino minuscolo di appena due chili e mezzo. Un piccolo E.T. che non smetteva mai di piangere.

Questa mattina, dopo esattamente quattro anni, ho sentito quell’essere minuscolo chiamare mamma. Ero io la sua mamma... Sono io la sua mamma. E siccome le voglio un mondo di bene sono entrata nella stanza buia con una torta alle mandorle con sopra quattro candeline accese (brava le hai spente tutte al primo soffio).
Quattro anni fa ero stanca e distrutta dopo un travaglio iniziato due sere prima, ma avevo ben chiaro nella mente come che sarebbe stata la nostra vita.

Oggi, dopo quattro durissimi anni, ho un mal di testa che mi scompone e non ho assolutissimamente idea di quello che ne sarà del mio, del nostro, futuro. Ho mille porte davanti e posso aprirle e richiuderle tutte quante. Posso aprire o chiudere le mie braccia, posso e devo vivere al meglio la mia vita. Anche da mamma single.

Tantissimi auguri mio piccolo fiorellino. Ti voglio infinitamente bene.
Alla nostra!

sabato 1 giugno 2013

scontri  


Dunque, cosa stavo dicendo? Ah sì, che venerdì ci sarebbe stato uno scontro all’ultimo capello.
In realtà ci siamo salvate le fluenti chiome perché alla fine lei ha avuto la decenza di andarsene subito, quindi ho solo sentito la sua voce che salutava mentre usciva.

Così lo scontro con lei non c’è stato, in compenso c’è stato con lui, il mio ex marito. Ed è stato un peccato perché avevamo cominciato bene l’incontro, poi però non ricordo neanche  più che scintilla ha fatto scatenare l’inferno.  Ma la cosa più allucinante è che nessuna delle consulenti e ctu se lo aspettava.
Ma io mi chiedo:  come si fa a pensare che nella nostra situazione non ci sia un concentrato di rabbia tale da far esplodere un palazzo di 20 piani. E  come si fa a dire che dobbiamo azzerare tutto e che lui da adesso deve cominciare a essere sincero e rispondere onestamente alle mie domande? Ma soprattutto chi se ne frega di fargli delle domande. Quello che dovevo sapere già lo so, non devo avere nessuna conferma.
Sono sempre più sconcertata da queste psicologhe, dall’incapacità o la superficialità con cui affrontano questo lavoro (si salva un po’ solo la mia), dalla loro convinzione di essere infallibili. Però ho capito una cosa: mai contraddirle, mai provare a intervenire con opinioni diverse, altrimenti vai  dritta nella lista nera, quella in realtà dove dovrebbero andare a finire loro.

Detto questo, il compito da fare entro il 10 di giugno è quello di mettermi d’accordo con il mio ex sul cambiamento dei giorni da passare con nostra figlia. Facile, ci abbiamo impiegato solo due anni e mezzo con gli avvocati. Come abbiamo fatto a non pensarci prima!
 
Ho sempre paragonato la mia storia a una caduta in un buco nero. Adesso mi sento come se, risalendo per uscirne, mi fossi ritrovata in mezzo alla melma e più cerco di venirne fuori e più ci sprofondo dentro insieme al mio ex marito.E la cosa più brutta è che ci stiamo trascinando dietro anche nostra figlia.
 
Ma come ho fatto a non accorgermi con che razza di verme sono stata per quasi vent’anni?

giovedì 23 maggio 2013

tutte le forze del mondo  


Domani pomeriggio, esattamente alle quattro, avrò bisogno che tute le forze del mondo siano convogliate su di me.  Domani, alle quattro di pomeriggio, nel mio corpo ci sarà una concentrazione di rabbia tale da mettere in pericolo il mio senso di inibizione. Domani, nel centro di Torino, potrebbe sentirsi un urlo sovrumano, seguito da una miriade di insulti mai sentiti prima. Domani, a Torino qualcuna, se è fortunata, potrebbe ritrovarsi  senza capelli e con qualche graffio sulla faccia….
No. Ricominciamo…
 
Domani  siamo stati convocati dal ctu io e il mio ex marito alle ore 16:00.
Domani alle ore 15:00 è stata convocata dal ctu la ex amante, ora nuova compagna, del mio ex marito.
Domani poco prima o poco dopo le ore 16:00 io e la ex amante ci incroceremo in uno stretto corridoio e insieme a noi ci sarà quello stronzo del mio ex marito( stronzo non è un insulto, è la verità).
Domani, non so quale santo dovrà starmi molto, ma molto vicino perché io davvero non sono per niente tranquilla.

Ma ci voleva tanto per capire che era meglio fissare i due appuntamenti in giorni diversi?

Devo stare calma, devo stare calma, devo stare calma, devo stare calma ….

sabato 18 maggio 2013

io parto  

La prima volta che sono andata a Padova è stata quando il mio ex ha pensato che fosse divertente farmi conoscere la sua amante, conosciuta come "la mia collega". Deve aver creduto che fosse interessante vedere sua moglie e la sua amante parlare della nostra bambina, ero incinta di poco più di un mese, e sentire l'amante raccontarmi di come sarebbe tato bello quando avrei sentito i primi movimenti nella pancia. Anche allora, se ci penso adesso, i segnali per capire che c'era qualcosa di strano erano evidenti. Come quando, in giro per Padova, mentre lei ci mostrava il suo liceo e i posti in cui andava da giovane, lui ha avuto la brillante idea di chiederle se il giorno dopo voleva venire con noi a Venezia. Che stupida che sono stata a non mandarlo a quel paese subito.

Ma adesso è un'altra storia. Domani, alle 10:03, prendo il treno e vado a Padova come se fosse la prima volta. Perché sono più forte, il passato mi tormenta sempre meno e posso affrontare i ricordi senza ricadere nel baratro dal quale sto pian piano uscendo. O almeno spero...

Pensavo a queste cose mentre sceglievo il costume da mettere in valigia, quando mi è venuto in mente che esattamente il maggio scorso decidevo di fuggire da una realtà troppo dolorosa e prendevo un treno diretto a Mantova. Proprio il giorno prima del terribile terremoto che ha devastato quella zona e che mi ha fatto vivere attimi di vera paura.

E mi sono chiesta: andrà tutto bene questa volta?

martedì 30 aprile 2013

ma non sentirli  

Questo è quello che ho imparato nella prima parte della mia vita: ho dedicato più della metà dei mie anni in un progetto sbagliato, ho creduto che usare tutte le mie energie e il mio tempo per la creazione della mia famiglia fosse la cosa più giusta. Ho incontrato quello che pensavo fosse il vero amore quando avevo solo 17 anni e in poco tempo ho abbandonato tutte le mie amicizie senza coltivarne altre. Non ho dato voce alle mie passioni, non ho dato spazio a nessun hobby. Ho scelto di andare a studiare a Pavia perché lui studiava a Pavia. Ho scelto si iscrivermi a scienze biologiche perché lui aveva scelto una facoltà scientifica. Ho lasciato l'appartamento di Pavia perché lui aveva deciso di partire per l' Erasmus. Ho abbandonato un lavoro con ottime possibilità di carriera perché Milano era troppo lontana e ho accettato un lavoro " comodo" e poco ambizioso  perché vicino a  casa. Così avrei potuto dedicarmi alla famiglia che lui voleva tanto costruire. Non ho mai pensato a me, ma sempre a noi.

Poi lui mi ha lasciata e io sono rimasta senza punti di riferimento, senza niente a cui attaccarmi. Con il vuoto più completo davanti a me e una difficile ctu da affrontare.

Ho cercato di riprendere la mia vita tra le mani e, non ricordo neanche più come, ho cominciato a creare gioielli, o meglio bigiotteria. Col tempo sono migliorata, ho fatto i buchi alle orecchie per poter indossare le mie creazioni e non solo regalarle. Ho partecipato al mercatino di Natale organizzato dalla scuola materna di Iaia con la mia prima "collezione". Ho dato spazio al mio desiderio di visitare nuove città e sono andata a Mantova. Ho fatto shopping a Milano per una giornata intera. Sono cambiata e sono diventata più forte.
Ma era solo l'inizio. Qualche giorno fa pulivo il bagno ascoltando Beethoven. Chissà cosa penserebbe Beethoven se sapesse che nel   2013 qualcuno si è innamorato della sua Moonlight Sonata pulendo un water. Pulivo il water e ascoltavo questo suono meraviglioso che usciva da un pianoforte e mi sono detta "devo riuscirci anch'io". Ho sempre desiderato imparare a suonare questo strumento, ma non ho mai realmente pensato di poterlo fare. Però la mia vita sta cambiando, sto rinascendo nei miei 17 anni, e così oggi sono andata alla mia prima lezione in una vera scuola di musica. E' stato bellissimo, ho messo le mie mani sui tasti e ho capito che è lì che dovrebbero stare. Avrei dovuto farlo prima e adesso sarà più difficile perché le mie dita non seguono molto il mio cervello, ma il mio maestro dice che è questione di pratica e io sono molto determinata.

Oggi mi sono fatta il mio personale regalo di compleanno.

sabato 6 aprile 2013

post consiglio  

Vorrei scrivere una cosa a una certa persona e se dovesse leggere il suo degno consorte hacker, potrà riferirle lui.
Dunque cara "amica" che pur essendo madre di due figli, non hai esitato a testimoniare per farmi portare via mia figlia, volevo solo dirti:
la prossima volta che malauguratamente, mentre esco con la mia macchina, tu passi davanti al mio portone, per favore evita di mostrarmi il tuo sorriso a 32 denti e farmi ciao con la manina. Perché io quei denti te li farei cadere tutti.
E sappi che testimoniare che lui lavava il sedere a sua figlia o cucinava nel week end non fa di me una cattiva mamma, ma fa di te una donna sottomessa se con due figli tuo marito non ha mai fatto nessuna di queste cose.
Avendo due figli dovresti immaginare che dolore si prova a non poter stare con loro, quindi leggi queste mie parole: TU NON SEI MIA AMICA. IO NON VOGLIO I TUOI FALSI SORRISI E TANTO MENO IO NON VOGLIO CHE MI SALUTI PERCHE GENTE COME TE E TUO MARITO NON LI VOGLIO NEANCHE COME CONOSCENTI.

Spero vivamente che i miei sospetti siano fondati  e che tu legga questo post perché altrimenti la prossima volta te lo spiegherò di persona e non sarà affatto divertente.

Questo post- consiglio è gentilmente offerto dal mio, finalmente, nuovo pc.
E' il primo utilizzo, e non capisco come mai, ma ho uno zoom del 70% quindi non riesco a rileggere quello che ho scritto, ma credo che lo scopo sia stato raggiunto.

martedì 26 marzo 2013

stanca  


Sono stanca di sentire mia figlia chiedermi di non andare mai più a lavorare perché è troppo poco il tempo che riusciamo a stare insieme.
Sono stanca di ricevere ogni giorno mail in cui lui mi accusa di non pensare al bene di mia figlia, ma solo a me stessa.
Sono stanca di vedere mamme con i figli mentre io sono sola perché è sempre il giorno di suo papà.
Sono stanca di pensare che qualcuno ha giocato con la mia stabilità, il mio equilibrio e adesso è tra le braccia della persona che ama mentre io sono da sola.
Sono stanca di pensare di stare bene, di essere propositiva e un attimo dopo avere le lacrime agli occhi e ripiombare nella disperazione.
Sono stanca di urlare il disagio di mia figlia e non trovare nessuno che riesca a capirmi e ad ascoltarmi.
Sono stanca di passare per la mamma paranoica.
Sono stanca di sentire psicologi e ctu che mi ripetono: ma anche il suo ex marito non può vedere sua figlia tutti i week end. E non riuscire a dire che lui ha scelto di non vivere la quotidianità con sua figlia, io invece l’ho dovuto subire, non ho potuto scegliere.
Sono stanca di sentire che tute le mamme che lavorano a tempo pieno la sera corrono e non riescono a giocare con i figli. Perché la realtà è che le mamme non separate hanno tutti i fine settimane per stare con i figli, io solo 2.
Sono stanca di non poter giocare con mia figlia le uniche due sere della settimana che passo con lei, ma di dover cucinare, farle il bagnetto o lavarle i capelli, che solo per pettinarla ci impiego un’ora e poi è già ora di andare a letto.
Sono stanca di avere a che fare con persone che per riscattare la figura del padre rischiano di affossare quella della madre.
Sono stanca di sentirmi dire da psicologi e psichiatre che il padre e la madre sono uguali, perché non è così. Un padre non potrà mai essere uguale a una madre perché una mamma ha fatto crescere dentro di sé suo figlio e questo ha creato un legame ineguagliabile.
Sono stanca di sentirmi dire che tutto il male che si fa ritorna sempre indietro e di vedere che non è affatto così.
Sono  stanca di non riuscire mai a mettere da parte qualche soldo e di pensare alle decine di migliaia di euro che dovrò trovare per avvocato, psicologo ctu e viaggi per andare a Torino.
Sono stanca di fare un lavoro che non è un lavoro, di avere dei colleghi che un giorno sono simpatici e il giorno dopo diventano nemici.
Sono stanca di non riuscire più a capire le persone, ma di attaccarle.
Sono stanca di dover pensare che il dentista adesso non  può essere una priorità e intanto se mi fa male il dente prendo una tachipirina.
Sono stanca di pesarmi e ogni volta sono mezzo kg in più.
Sono stanca di guardare i volantini con i pc e sapere che tanto non potrò permettermi di comprarne uno.
Sono stanca di combattere contro i pidocchi da mesi, con trattamenti continui e di trovare sempre qualche uovo e di avere sempre la sensazione che qualcosa mi cammini in testa.
Sono stanca di continuare ad annaspare nell'acqua per cercare di non affogare.

Sono stanca  di non poter abbracciare mia figlia quando ne ho voglia.

Sono stanca, molto stanca e adesso esco perché in questa casa non si riesce a respirare.

venerdì 15 marzo 2013

questi giorni più sereni  

Oggi lascio da parte la depressione post abbandono per scrivere quello che ieri mi ha, come dire, un po' sconcertata.
Ero all'interno di un noto supermercato della mia zona, specifico non un discount.
Ho abbandonato il carrello per andare a prendere della zucca, quando tra la verdura fresca a sinistra e la verdura già confezionata a destra, mi ha attraversato la strada... un topolino.
Mi sono bloccata e ho detto: cavolo un topo! Poi ho guardato intorno, ma non c'era nessuno vicino a me che avesse visto. A quel punto mi sono chiesta se era il caso di avvisare qualcuno, ma poi ho immaginato la scena di tutta la gente che rincorreva quel piccolo topolino grigio per cercare di ucciderlo. Quindi sono tornata al carrello in silenzio.
Devo dire però che la tentazione di abbandonare tutta la spesa e tornarmene a casa è stata forte. Sicuramente da oggi cambierò supermecato.

Tornando alla depressione, oggi di nuovo gita a Torino, ma almeno finisco di lavorare alle 15, anche se tornerò a casa che saranno quasi le 8 di sera.
Però questo fine settimana qualcosa è cambiato. Mi è tornata la voglia di uscire e fare cose diverse da stare in casa a giocare con Iaia.
Domani mattina andremo a sperimentare la grotta del sale che spero faccia bene al perenne raffreddore di Iaia e alla mia sinusite. Nel pomeriggio c'è l'inaugurazione di una nuova gelateria: cono gratis per tutti. E domenica si va alla fiera di Rho: ludica bimbi per Iaia e hobby show per me. Forse sto migliorando...

Poi parlando del nuovo Papa non posso non scrivere la reazione di Iaia:
Margot, hanno scelto il nuovo Papa!
Il mio?
No, non il papà, il Papa, una specie di Papà di tutti i preti. Si chiama Francesco.
....
Dopo qualche minuto
Margot, come si chiama il nuovo Papa?
Boh
Dai, Fra...
Fra Martino!!!
...
Adesso possiamo cambiare e vedere la Peppa Pig?

lunedì 4 marzo 2013

prima o poi doveva succedere  

Questo week end avevo in programma di portare Iaia a visitare l’acquario di Genova, ma all’ultimo momento abbiamo rimandato la gita perché alcune vasche sono chiuse al pubblico.
Allora, complice la bella giornata, mi sono detta: perché non andiamo sul lago? Già, perché no?

Potrei scrivere di quanto abbiamo impiegato per arrivarci, o di dove abbiamo dovuto parcheggiare vista la marea di gente che ha avuto la nostra geniale idea. Già, quanta gente…
Potrei scrivere che era la festa di Arona e che quindi c’erano le giostre. O del lecca lecca gigante che ho comprato. O del giro sul bruco che ho dovuto fare con Iaia (ero l’unica ad urlare per la paura).

Però, di tutto il pomeriggio, una sola cosa mi si è appiccicata nella testa. Un’ immagine di cui farei volentieri a meno, ma che prima o poi sapevo avrei dovuto affrontare.

Il caso vuole che davanti ad una giostra, tra mille persone, dovesse fermarsi di fianco a noi proprio lui, il papà di Iaia. Ma non da solo, bensì accompagnato, stretto stretto, mano nella mano, da quella che ha spergiurato, per quattro anni, essere solo una collega.
Io l’ho visto, ho guardato mia mamma e ho pensato: cosa faccio? Poi l’ho riguardato e allora ho visto che era appiccicato a lei. Ho riguardato mia mamma e le ho detto: guarda chi c’è. Solo allora lui mi ha vista, si è staccato immediatamente da lei, le ha detto qualcosa del tipo vieni via perché c’è lei. Lei si è guardata intorno cercandomi, ma non è riuscita a vedermi. Poi ha cercato lui, ma lui era già scappato come un coniglio e si è messa quasi a correre per raggiungerlo. Come un cagnolino (scusate, ma la tentazione delle offese  è troppo forte). Mentre fuggivano ho visto che c’erano anche i suoi figli.

Ora, le mie domande/considerazioni sono:

1 cosa spinge un uomo a comportarsi come un ladro in questa situazione?

2 se si comportano come due che stanno insieme quando ci sono anche i suoi figli, come posso credere che quando è con Iaia non fanno lo stesso?

3 si è proprio trovato una  come me, perché sono sicura che un’altra al suo posto lo avrebbe mandato a cagare subito dietro l’angolo. Un uomo (?) che ti abbandona come un sacco di patate insieme ai figli, per chissà quale motivo non è degno di nessuno.

4 ma sono scema io, o è idiota lui a pensare che non avessi capito come stavano le cose? E poi, una volta andati a vivere insieme, casa mi avrebbe detto? Che lo facevano per dividere le spese?

Prima o poi doveva succede e non è affatto facile.

venerdì 15 febbraio 2013

pronti, attenti, via: si parte  

Ieri, San Valentino, ho iniziato i miei incontri con la consulente di parte nello svolgimento della ctu. Ieri, il giorno degli innamorati, è iniziata la seconda fine del mio matrimonio.

Sono andata a Torino perchè il ctu nominato è di Torino e anche la mia consulente lo è.
Il primo di numerosi viaggi.

Ho parlato con la psicologa (la mia consulente). Ha detto che il problema non è Iaia, ma siamo noi genitori, ed è su di noi che si deve lavorare. Ho pensato: ma come posso lavorare con una persona che ha deciso di fare un figlio quando già si stava innamorando di un' altra. Una persona che mi ha tradito mentre aspettavo nostra figlia. Una persona che mi ha lasciata a due mesi dal parto per rifarsi una vita con la sua amante e adesso cerca di portarmi via anche nostra figlia.

Sul treno del ritorno ho pensato molto. Ho cercato di capire e di capirmi e alla fine ho concluso che così non vado da nessuna parte. Devo accettare, devo lasciare andare il mio passato, devo aprire le mani e farlo andare via...

Ma non so come si fa...