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domenica 26 febbraio 2012

come passare il tempo  


Questo fine settimana si preannunciava come un lungo e triste week-end senza Iaia, che rivedrò solo lunedì sera. Pensavo che mi sarei disperata tutti i giorni, stravaccata sul divano a trangugiare patatine e dolci vari guardando la tv, e invece ho fatto tutt’ altro.
Ieri sono uscita alle dieci del mattino e sono tornata alle otto di sera passando a casa solo per il pranzo.
Oggi ho fatto compere, mi sono presa cura di me, ho cambiato la lampadina di un faretto, ho cambiato l’asse del water (e ce l’ho fatta, anche se la misura non era giusta quindi dovrò cambiarla), ho appena finito la terza lavatrice, ho lavato a mano diversi maglioni di lana e ho fatto un po’ di shopping. Adesso scrivo sul blog poi stenderò e stirerò. Certo sarebbe stato più carino fare un giro con qualcuno oggi, c’è ancora un sole bellissimo e caldo, ma sulla vita sociale devo ancora cominciare a lavorarci.
Intanto ieri ho fatto psicoterapia sul terrazzo. La mia vicina, psicologa, ha chiesto ospitalità per i suoi panni sul mio balcone assolato, così abbiamo cominciato a parlare. Contrariamente a quanto pensassi il suo matrimonio è ancora in crisi, o meglio, lei è ancora in crisi con il suo matrimonio.
Quello che è venuto fuori dalla chiacchierata è che dovrei dare un tempo al mio “lutto”, il che è facile a dirsi, ma non a farsi. Mi piacerebbe dire “ok da domani basta, non mi interesserà più niente, starò bene, non piangerò più e comincerò felice la mia nuova vita”. Peccato che non sia così razionalmente semplice.
Poi visto che mi sto facendo trasportare dagli eventi senza fare niente, lei mi ha detto che forse dovrei fermarmi. Ma come? Cioè, se corro o cammino sono capace di fermarmi, ma metaforicamente parlando come si fa a fermarsi? E poi per fare cosa?
La cosa più interessante è stata “il perché”. La vicina mi ha detto che il motivo per cui non riesco a superare il dolore è che non ho ancora trovato”il perché” e quando le ho detto che non riesco proprio a pensare che ce ne possa essere uno, mi ha risposto che forse il mio perché è da qualche parte che mi aspetta. Si, ma come lo trovo se passo il tempo al lavoro e a casa?
La conclusione della seduta è stata che per “guarire” dovrei “ucciderlo”, metaforicamente si intende anche perché io non uccido neanche le zanzare, ma cerco di farle uscire dalla finestra.

Intanto continuano le “disgrazie”. Questa volta sul lavoro, come dire… sono stata silurata per far posto alla futura nuora del titolare che tra tutti i lavori che poteva scegliere, ha scelto il mio. Così a breve sarò trasferita e farò un lavoro per cui non credo di avere le competenze, e se combinerò qualche casino mi licenzieranno pure!
Per questo ho pensato che quello che faccio non è assolutamente quello che vorrei, peccato che quello che vorrei non è per niente chiaro nella mia mente.
La verità è che sono molto confusa.
Dovrei trovare la mia strada, solo così potrò essere davvero felice.
Ma dov’è la mia strada?

What next?

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2 commenti: to “ come passare il tempo

  • Eu
    27 febbraio 2012 alle ore 08:35  

    Eh no! Le zanzare si uccidono! Quelle pungono! A parte gli scherzi. Qual'è la strada giusta? Secondo me ci stai già dentro, anche se l'hai appena imbucata. Ora il difficile è andare avanti, ma ce la puoi fare perchè magari ora sei in salita, poi arriverà la pianura e infine la discesa...
    Ma come funziona? La nuora decide a chi fare le scarpe? Ma è assurdo!

  • shestoomuch
    9 marzo 2012 alle ore 21:09  

    Non so se ho già imboccato la strada giusta, ma ho la sensazione di esserci vicina.
    E si, mi ha fatto le scarpe, ma anche questo ha contribuito a svegliarmi e a farmi fare delle scelte importanti.
    Volo verso il cambiamento.