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sabato 20 settembre 2014

nomi  

I momenti migliori per le mie riflessioni sono durante il tragitto che in macchina mi porta al lavoro. Mi dico sempre “se potessi scrivere adesso lo farei così bene come non ho mai fatto” I pensieri sono fluidi, omogenei e non scollegati e complicati come quando cerco di trasformarli in parole.

E’ successo anche lunedì quando, dopo aver accompagnato mia figlia alla scuola materna, sono salita in macchina per andare al lavoro. Stavo guidando e intanto cambiavo le stazioni alla radio sperando di trovare una canzone che mi piacesse, quando sono capitata in un canale in cui stavano trasmettendo la canzone di Cocciante, “Margherita”.

In passato, quando pensavo a come avrei potuto chiamare una mia ipotetica figlia (chissà perché non ho mai pensato al maschile), l’unico nome che mi veniva in mente era Nikita. Adoro la canzone di Elton John e il video che aveva fatto mi dava una sensazione che mi piaceva.

Poi sono cresciuta e ho cominciato a fare le prime esperienze, come lo scambio culturale, durante il liceo, con una classe inglese. Io sono capitata in una famiglia bellissima, meravigliosamente gentile e accogliente. La mia “ sorella” inglese era bionda con gli occhi azzurri ed era forte e spigliata come avrei voluto essere io. Si chiamava Rebecca e sia lei che la sua famiglia mi hanno lasciato un ricordo così bello che quando sono tornata a casa mi sono detta “ se mai avrò una figlia  la chiamerò Rebecca”.

C’erano anche altre due canzoni che amavo e amo molto: Juliet e Margherita. Margherita era la mia preferita, c’erano frasi che mi lasciavano un senso di libertà molto forte, ed era come prendere una tavolozza di colori e riempire il mondo di luce. Ma c’ erano anche dolcezza e tenerezza, sensibilità e innocenza. E poi la margherita, nella sua semplicità, e molto bella.
 
Quando io e il papà di Iaia abbiamo iniziato a parlare di nomi di figli, lui mi ha scartato immediatamente Nikita e dopo il suo Erasmus è tornato a casa con un nuovo nome che gli piaceva molto: Ivy, dicendo che al campus c’era una ragazza bellissima che portava questo nome altrettanto bello. Probabilmente già dovevo sentire un leggero peso sulla testa. Comunque l’ho escluso a priori.
 
Dopo qualche anno abbiamo deciso di fare un figlio e abbiamo cominciato a parlare seriamente di nomi. Alla fine tra Rebecca e Margherita è stato scelto Rebecca. E fu così che da quel momento in poi ovunque ci girassimo c’era una mamma che chiamava la figlia col nome che avevamo scelto. Per questo, pensando che ci fossero troppe Rebecche in giro, abbiamo cambiato idea e abbiamo scelto Margherita.

Prima di partorire  mi chiedevo come sarebbe stata, perché associavo il nome Rebecca ad una persona forte e determinata, mentre pensando a Margherita mi veniva in mente una bimba dolce e sensibile. Uno l'opposto dell'altro.
 
Lunedì, risentendo quella canzone, ho capito che abbiamo scelto proprio un nome che la rappresenta e sentendo le parole di Cocciante sembra che descriva proprio lei.

Lei ama la gioia, lei odia il rancore, ama i colori e io per lei con i secchi di vernice colorerei veramente tutti i muri per vederla felice. Lei è buona con tutti, è dolce, è bella, ma è anche il sale, il vento e purtroppo può anche fare inconsapevolmente molto male.

Però lei è tutto per me e anche se un giorno andrà per la sua strada, lei sarà per sempre mia.

What next?

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