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venerdì 5 febbraio 2016

ALEA IACTA EST  

Da ormai diversi anni faccio parte del club delle donne tradite. Aggiungerei tradite e consapevoli perché per diverso tempo lo sono stata senza saperlo e avrei giurato, anzi avrei messo la mano sul fuoco, che mio marito non lo avrebbe mai e poi mai fatto.
Non mi vergogno a confessarlo perché penso che chi dovrebbe vergognarsi sia qualcun altro e d'altronde fior fior di donne bellissime, famose e intelligenti hanno confessato di essere state tradite. Se non ricordo male Rosita Celentano ha anche scritto un libro sul tradimento (dovrei leggerlo) si era definita cornuta, ma io farei un passo avanti e direi che cornuto dovrebbe essere chi tradisce.
Sabrina Ferilli è stata tradita, Vanessa Paradis, che mi piace un sacco, è stata tradita e se fossi più informata sui gossip chissà quante altre ne scoprirei.
Ora, come dicevo, sono stata tradita e ci sarei anche passata sopra, perché ormai eravamo una famiglia e più di ogni altra cosa non avrei mai voluto dare a mia figlia dei genitori separati. Invece ci ha pensato lui ad andarsene con l’altra.
Sono passati sei anni di guerre, di finta indifferenza da parte di entrambi, di colpi bassi, molto bassi, di avvocati, di mediazioni familiari miseramente fallite, di giochi subdoli, di rabbia e rancori.
Io però ho cercato di andare avanti, ho cominciato a considerarmi come una persona e non come una coppia, ho riacquistato la mia indipendenza psicologica e ritrovato le vecchie amicizie.
Una cosa purtroppo mi fa ancora andare in bestia, ma non così tanto da far ottenere a quei due esseri spregevoli quello che vogliono. Ormai ho capito che da qualche tempo lui e la nanetta cercano di irritarmi per indurmi a fare una scenata e insultarli davanti a tutti in modo da poter usare questa cosa contro di me (sì, è un essere spregevole e calcolatore). Ma io non sono scema, cari miei, anzi cara la mia nanetta vecchietta, puoi istigarmi quanto vuoi e io tutte le volte sarò calma e non ti guarderò neanche in faccia perché non sei niente per me e continuerai a essere niente.

Questa è la storia di quello che è successo.
Premetto che non mi piace colorire i racconti con delle parolacce, ma da qui in avanti mi dissocio da me stessa, perché quasi sicuramente succederà.
Giorno di piscina per Margherita e naturalmente, su insistenza di suo padre, anche dei suoi fratelli acquisiti. Sono le 17:30 e negli spogliatoi la finta sorella dice qualcosa a mia figlia, che prontamente e ingenuamente mi riferisce: “Mamma oggi viene la nanetta”. “E che cazzo, questa rompi coglioni deve prendersi mezza giornata di ferie per rompermi le palle” (penso nella mia mente). “Che zoccola bastarda scommetto che farà di tutto per irritarmi e farmi avere una reazione violenta. Ma non mi freghi, io non esco da qui fino a che non te ne sarai andata”.
Povera illusa che sono. La figlia della nanetta si è preparata lentamente insieme a noi e quando orami era pronta (dopo 45 minuti) si è seduta sulla panca e ci ha aspettato (non l’aveva mai fatto, una volta pronta è sempre andata via). Così sono dovuta uscire e Margherita è corsa a salutarla. La nanetta ha iniziato a chiamarla come la chiamavamo io e suo padre quando era piccola e non le toglieva quelle luride manacce da sgualdrina di dosso. Io non l’ho neanche guardata, ho ripreso mia figlia e ho cominciato a metterle le scarpe. Lei non si alzava, fino a quando ha capito che il suo gioco era inutile. Allora è venuta di fianco a noi e le ha dato un bacio, ha guardato mia mamma e l’ha salutata poi ha posato lo sguardo su di me e mi ha salutato, per ben cinque volte senza mai ottenere una risposta né cortese né scortese. Poi è stato il turno della figlia che mi ha guardata e salutata e io le ho risposto perché anche lei è solo una vittima. A quel punto l’idiota di sua madre ha creduto che stessi salutando lei e mi ha ridetto ciao per la sesta volta.
Ma non è finita, la nanetta aveva parcheggiato la sua auto di fianco alla mia (con tutto il parcheggio vuoto) e ha aspettato che arrivassimo.
Sono fortemente convinta che sia proprio un’impareggiabile cretina, perché parcheggiare il suo fuoristrada nuovo di zecca vicino alla mia macchina vecchia e piena di bolli risalenti alla grandinata di dieci anni fa, mi ha provocato una rabbia accompagnata dall’istinto di spillare al mio ex marito fino all’ultimo centesimo possibile.

Complimenti brutta faccia di merda, mi hai messo proprio su questa strada!

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