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martedì 13 ottobre 2015

nostalgia: io e i duran duran  

Da qualche settimana mi sono messa a riutilizzare l'inglese, perché da quando non lavoro più non ho più la possibilità di comunicare in inglese con nessuno.
Quindi cosa ho fatto? Ho unito l'utile al dilettevole e mi sono messa a guardare tutte le interviste, vecchie e nuove, dei Duran Duran.. Inutile dire che parlare con un cinese o un tedesco piuttosto che con un francese non è la stessa cosa che capire un inglese purosangue. All'inizio è stato piuttosto difficile e contrariamente a quanto pensassi, non è stato Simon a darmi i maggiori problemi. Poi, poco alla volta, ho cominciato a comprendere il senso di quello che dicevano ed è sparita la fatica della concentrazione ed è cominciato il divertimento. Ci sono dei video fortissimi, che mi hanno fatto sbellicare dalle risate e video che mi hanno riportato indietro di mille anni. Quegli anni in cui i Duran Duran erano i DURAN DURAN, cercati da tutti e con folle di ragazzi urlanti che riempivano gli studi televisivi e bloccavano le strade pur di vederli.
Io in quegli anni avrei voluto tanto essere tra quelle ragazze con gli occhi sognanti, ma ero troppo piccola e il massimo che mi è stato concesso è stato andare a un concerto accompagnata dai genitori! Poi sono un po' cresciuta, ma studiavo e nessuno mi prestava la macchina per fare gli inseguimenti, o i soldi per una stanza nel loro hotel. E ancora mi sono dovuta accontentare solo di un concerto (tranne quella volta che sono scappata di casa per vedere il secondo concerto di Milano, ma questa è un'altra storia). A tutto questo si è aggiunto, troppo presto nella mia vita, lo Stronzo e allora anche i concerti sono diventati una dura conquista oltre che una continua bugia ( come quella volta che ho detto di dover andare ad una cena coi colleghi e invece sono partita per Genova). Avevo la macchina, avevo i soldi, ma non avevo l'indipendenza emotiva, tranne quando l'arrivo dei Duran coincideva con i suoi viaggi di lavoro: allora era festa.
Ad un certo punto è cambiato di nuovo qualcosa e lo Stronzo si è auto fanculato con la Nanetta e mi sono trovata con la macchina, i soldi e la libertà di poter fare quello che volevo. Ma non stavo bene, perché quella libertà rappresentava un fallimento troppo pesante che non mi permetteva di essere felice.

Adesso guardo i video degli anni ottanta e mi rivedo bambina mentre gioco in giardino con i vicini e dico "io da grande diventerò un'attrice famosa e mi sposerò con Simon Le Bon" e vedo loro giovani e belli e provo molta nostalgia per quegli anni, dove niente ci era precluso e tutto era possibile, perfino sposarsi con Simon Le Bon.

Oggi mi ritrovo qui, a pochi giorni dal loro ritorno in Italia e certo, non sono la signora Le Bon e loro non riempiono più gli stadi, ma tutto è più semplice, tutto è finalmente possibile.
So già che a Milano non sarò l'unica insieme alle mie amiche e troveremo sicuramente un bel gruppetto di fan che si guarderanno un po' in cagnesco, (non so perché, ma mi ricordo di un ragazzo alto e magro quasi sempre presente, chissà se ci sarà) perché "tu sai in che hotel sono e non lo dici", ma questa volta io sarò presente al 100%  pronta a vivermi queste due intense giornate, pronta ad aspettarmi il meglio, ma anche pronta a non restarci male se loro non saranno nello spirito giusto per accontentare noi fan.

Non vedo l'ora.

What next?

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