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mercoledì 17 giugno 2015

ctu: consulenza tecnica d'ufficio  

Non ho mai scritto della mia ctu, ovvero la consulenza tecnica d’ufficio, che il giudice ci ha inflitto perché non aveva le conoscenze tecniche del caso. In pratica ci ha detto “ vi mando dallo psicologo e se non avete i soldi cavoli vostri, perché dovrete andare a Torino (ad un’ora e mezza da casa nostra)e oltre alla consulente d’ufficio  vi dovrete pagare pure la vostra consulente di parte.
Io ho venduto un rene, ma il mio avvocato aspetta  ancora 1300 euro (se a qualcuno interessa quanto costa questo percorso dico che a me è costato 7000 euro più le spese).
Dicevo, non ne ho mai parlato e non so se lo farò mai. E’ stata dura, molto dolorosa e controproducente. L’unica cosa che vorrei dire adesso è che nessuno dovrebbe pensare che non gli capiterà mai, che è da persone poco acculturate e provenienti da situazioni disagiate. Niente di più falso. . E io ero una di quelle che davvero diceva: a noi mai, noi ci vorremo comunque bene e non ci faremo mai del male, non siamo brutte persone. Ci avrei messo tutte e due le mani sul fuoco. Il destino me le avrebbe bruciate.
Abbiamo fatto mesi di incontri, da soli e insieme. In uno di quelli insieme ho visto negli occhi delle psicologhe l’incredulità di tutto l’odio e la rabbia di cui eravamo capaci.
Presi singolarmente siamo pacati e tranquilli, messi  insieme diventiamo una bomba atomica.
Comunque alla fine di tutto questo percorso, le tre professioniste, amiche, hanno deciso il seguente calendario:

prima settimana:
lunedì    mamma
martedì  papà (che ha deciso in maniera arbitraria di farlo iniziare dalle 10:00, se non c’è l’asilo)
mercoledì  papà
giovedì   papà ( mamma alle 20:30)
venerdì   mamma (che per la teoria di papà comincia dalle 10:00)
sabato   mamma
domenica   mamma

seconda settimana
lunedì  mamma
martedì  papà
mercoledì  mamma
giovedì  mamma
venerdì papà
sabato  papà
domenica  papà  (con notte)

terza settimana
lunedì   mamma
martedì papà
mercoledì  papà
giovedì  papà
venerdì mamma
sabato  mamma
domenica   mamma

quarta settimana
lunedì mamma
martedì  papà
mercoledì  mamma
giovedì  mamma
venerdì papà
sabato  papà
domenica  papà (mamma alle 19:00)

E poi la settimana ricomincia

Quando siamo andati dal giudice (che poi qualcuno mi spiegherà perché una causa così difficile è stata affidata a un giudice fallimentare che forse non aveva neanche trent’anni) ho provato a spiegare che la mia situazione era cambiata, che il mio orario di lavoro era stato ridotto, che non finivo più alle 18 ma alle 15:30. Gli ho detto che potevo andare io a prendere mia figlia all’asilo, che era assurdo che mia figlia non potesse stare con me ma dovesse stare, non con suo padre ma con sua nonna. Ma il giudice non ha ritenuto opportuno neanche risentire la ctu.
Non riesco ancora a credere che degli estranei hanno preferito che una bambina stesse con la nonna mentre la madre è a casa a fare niente. E mi mangio il fegato per questo e vorrei gridare che non è giusto, perché vorrei vedere se le psicologhe e il giudice, messi nei miei panni, avrebbero preso le stesse decisioni.
Hanno tolto la possibilità ad una bambina di stare con sua madre, e non per stare con suo padre, ma con la nonna. E a me questo pare tanto un voler sminuire la figura materna come una volta si faceva con quella paterna.  
Potrei scrivere all’infinito di questa storia che mi fa contorcere le budella, ma mi farei solo più male. 
E mi dispiace, ma non credo alla storia della qualità del tempo. E’ solo una bella scusa per giustificare scelte sbagliate. Come quando uno dice: ci separiamo, perché ti ho tradito, ma la colpa non è da una parte sola.
Passo del tempo di qualità con mia figlia nello stesso modo e tempo in cui lo passa una donna assolutamente estranea.
Come fa una bambina piccola a capire la differenza? E infatti la chiamava mamma.

Questa falsa, ipocrita e nanetta sfascia famiglie.

What next?

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2 commenti: to “ ctu: consulenza tecnica d'ufficio

  • Anonimo
    22 giugno 2015 alle ore 01:00  

    Che nervoso! Non è giusto che si sia così impotenti davanti alla legge. Non so che dirti, un abbraccio forte. Michela

  • shestoomuch
    26 giugno 2015 alle ore 15:42  

    E' quello che mi ripeto da un anno. E' come se si volesse far pagare alle mamme tutte le privazioni che hanno subito i papà, senza considerare che chi pagherà saranno i figli. La conseguenza dell'affido al 50 e 50 è la mancanza di stabilità, alla fine il bambino non si sentirà a casa né da una parte né dall'altra. Ed è quello che vedo in mia figlia.
    Purtroppo in una separazione non c'è mai una soluzione esatta, ma solo "il meno peggio".