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domenica 5 luglio 2015

DI PREPOTENTI E DI LAVORO CHE MANCA  

Oggi sarebbe dovuta tornare mia figlia dopo una settimana passata in Liguria con la sua nuova "famiglia". Scrivo sarebbe, perché ieri sera quell'essere squallido e prepotente di suo padre, ha deciso di prendersi un giorno in più e quini di riportarla da me domani.
Inutile dire che c'è stata l'ennesima lite furiosa in cui ovviamente ha vinto il più prepotente.
Quindi mi è piombato addosso un ulteriore giorno di ferie dal lavoro di mamma. E dire che ieri avevo fatto la spesa, programmato la giornata di oggi, pulito a fondo la casa. Se l' avessi saputo avrei fatto tutto con più calma.
Comunque in questi ultimi due giorni sono stata meno apatica, ho anche fatto, finalmente direi, il cambio di stagione e in un attimo di irresponsabilità, ho ceduto all'irrefrenabile istinto di fare shopping.
A dire la verità lo shopping potevo anche evitarlo, visto che la ricerca di lavoro non procede per niente bene. Continuo a candidarmi su tutti i siti di lavoro e anche direttamente nelle agenzie interinali, ma sembra che sia tutto fermo, o che io non vada più bene! Sto cominciando a pensare seriamente di andare a chiedere nei ristoranti, perché ho già speso metà del tfr e la disoccupazione, che ancora non è arrivata, sarà molto bassa e durerà pochi mesi. Direi che dopo il primo periodo in cui non ero preoccupata, perché pensavo che dall'alto dei miei tredici anni di esperienza, non sarebbe  stato così difficile trovare un altro impiego, adesso comincio a vedere il futuro mio e di mia figlia in serio pericolo.
E allora penso alle possibili soluzioni, che purtroppo non sono molte e neppure piacevoli.
Ai tempi dell'università ho lavorato come cameriera in un ristorante. Il lavoro mi piaceva abbastanza, anche perché l'ambiente era davvero bello, ma adesso pensare di tornare a fare quel lavoro dopo aver intrapreso una carriera più consona ai miei studi, mi dispiace un po', sarebbe come tornare indietro. Senza pensare a tutti i week end con mia figlia che dovrei sacrificare.
Insomma, non vedo un futuro molto roseo davanti a noi, e forse è per questo che ho dato un'altra volta un calcio in faccia al destino e ho deciso che, nonostante tutto, io e mia figlia ce la meritiamo una vacanza e tra pochi giorni ce ne andremo a Rimini con la nonna, se non decide di stare male un'altra volta!

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4 commenti: to “ DI PREPOTENTI E DI LAVORO CHE MANCA

  • Pellegrina
    5 luglio 2015 alle ore 20:39  

    Senti cara, mi sto leggendo tutto il tuo blog poco a poco e commento qui. Innanzitutto in bocca al lupo per la tua ricerca di lavoro, che è la cosa peggiore che possa accaderti adesso. Poi: più volte esprimi il tuo scoramento e la tua angoscia all'idea del dolore che proverà tua figlia per non avere una famiglia unita, sentirsi diversa e invidiare gli altri bambini per questo. Ora, vorrei dirti che forse non sarà proprio così tragico. Oggi sono moltissimi i figli di coppie divorziate e c'è una maggiore sensibilità e conoscenza verso queste situazioni a livello sociale, della scuola, dei vari ambienti di quanta ce ne potesse essere trenta anni fa quando le hai vissute tu. E poi lei ha conosciuto questa situazione fin da piccolissima, e forse questo può cambiare la sua percezione, un po'. Quindi lei non si troverà per forza in una situazione così dura come tu temi: meglio non caricarle addosso ora questo tuo comprensibile timore che viene dal tuo passato.

    Quello che invece preoccupa sono il dolore evidentissimo e la rabbia più sotterranea che manifesti tu per avere vissuto la stessa condizione di tua figlia quando eri piccola. Ora, il tuo separato marito si merita tutto quel che gli dici, perché non si fa un figlio quando non si è certi dei propri sentimenti e perché non lo si sfrutta per cercare di pagare meno di mantenimento, per non parlare delle bugie e delle litigate ipocrite. Però quel tuo dolore di bambina, quei tuoi pianti disperati in bagno che stringono il cuore di chi ti legge, ecco, forse quelli andrebbero accolti e ascoltati di più. Sia perché è un dolore, tuo, personale, precedente alla rottura, sia perché proiettano su tua figlia qualcosa che è mancato e manca ancor oggi innanzitutto a te, rischiando di fargliene portare il peso, pur nelle tue migliori intenzioni. Al di là dell'abbandono che ovviamente fa male, sembra questo il macigno più duro che ti è piombato sulla vita. Auguri di nuovo, soprattutto per il lavoro (mi sono scompisciata per la storia dei DD: mi sa che era geloso perso del SlB, dopo che gli avevi detto che un figlio solo con lui!!!).

  • Pellegrina
    5 luglio 2015 alle ore 20:39  

    Questo commento è stato eliminato dall'autore.

  • shestoomuch
    7 luglio 2015 alle ore 14:32  

    In molti mi hanno detto le tue stesse parole, che la situazione oggi è diversa da quando è successo a me. Allora Margherita era al nido e nella sua classe ero l'unica separata. Poi è andata alla materna e di mamme separate eravamo solo due su ventotto famiglie. Mi hanno detto: vedrai alle elementari sarà diverso. Vedremo a settembre.
    So anche che tutto il rancore che ho dentro, per quanto io cerchi di nasconderlo, mia figlia lo sente lo stesso e questo non fa altro che farmelo aumentare, perché questo sentimento non si può far sparire a comando. Mi piacerebbe dire: avete ragione, questo odio fa male prima di tutto a me, da domani basta. Ma non funziona così, forse è vero chi dice che è questione di tempo, perché è col tempo che ha iniziato a diminuire. La ferita si chiuderà, e forse per me ci vorrà più tempo, ma la cicatrice resterà sempre a ricordarmi quanto le persone possano essere crudeli ed egoiste.
    Grazie per le tue parole, perché sono una di quelle persone a cui aiuta molto l'essere consolata :)

  • Pellegrina
    9 luglio 2015 alle ore 23:30  

    Be' non sono così pochi due su ventotto: ai miei tempi la prima figlia di separati che ho trovato era alle medie ed era una su tutta la scuola di otto sezioni con 3 classi l'una. Poi dipende da dove sei, piccola città paese, grande città. Ma è una situazione oramai considerata nella norma, separarsi. Poi il cretino che non capisce nulla passa sempre, si sa. Certamente sono poche le coppie che si separano con figli di meno di un anno, questo sì e non aiuta.
    Il rancore verso tuo marito è una cosa, comprensibilissima, e certo non sparisce a comando. Ma la disperazione che si sente all'idea di non aver dato una famiglia composta a tua figlia è ancora un'altra cosa, prescinde da lui, come se prima di tutto fossi tu bambina con i ricordi e i sentimenti che hai vissuto allora ad essere disperata ancora oggi; e a avere bisogno di essere consolata indipendentemente da come tua figlia vive qui e ora questa situazione. Auguri, ancora :-).