qualcosa è cambiato
Ieri, all’ora di pranzo, mentre eravamo in cucina a preparare da mangiare, lui mi guarda e mi dice:
“Riusciamo a parlare senza litigare?”
Resto immobile, con lo schiacciapatate in una mano e una patata nell’altra. Questa cosa proprio non me l’ aspettavo… Ho passato un anno con la speranza che lui mi chiedesse di parlare di quello che stava succedendo, chiedendomi il perché fossi l’unica a sentire il bisogno di spiegarci, il perché fossi sempre io ad iniziare il discorso con lui che dopo dieci minuti sembrava che dovesse fare qualcosa di irrimandabile e chiudeva la conversazione. Ho sofferto tanto, la maggior parte delle volte da sola, chiusa in un bagno, abbracciandomi a me stessa cercando di autoconsolarmi. Ho pianto così tanto e forte da tremare per lo sfinimento. Ho creduto di non farcela e di dover chiedere aiuto.
Così ieri, in realtà, non avevo voglia di parlare, di rovinarmi la precaria tranquillità che ho raggiunto in questi giorni. Ma per la regola del fatti male per far piacere agli altri, abbiamo parlato.
Mi ha detto che non vuole andare in giudiziale, perché sarebbe solo il male della bambina, che non capisce perché non accetto la sua divisione del tempo con Iaia e mi ha fatto uno schema su 15 giorni per farmi vedere che io la terrei 2 notti in più di lui. Mi ha detto che dovremmo riuscire ad accordarci tra noi perché gli avvocati vanno per le lunghe, praticamente ha fatto un passo indietro. Sarebbe disposto ad accettare le mie condizioni se gli permetto di passare una sera in più con la bimba senza però il pernottamento.
E’ stato calmo e remissivo, ad un certo punto quasi si è messo a piangere… Non abbiamo parlato di colpe, del passato, non abbiamo alzato la voce… quasi quasi mi convinceva…
Questo però è quello che penso dopo una nottata di riflessioni:
non mi freghi mio caro, tu non vuoi la giudiziale, non perché altrimenti tra noi si riduce a schifo (tanto lo è già), tu non la vuoi perché finalmente il tuo avvocato ti ha aperto gli occhi, hai capito che non otterrai mai quello che vuoi. Al contrario potresti avere meno di quello che adesso ti concedo. Hai letto la mia controproposta in cui c’era scritto che se si va davanti ad un giudice ti concederei solo i week-end. Ma soprattutto hai capito che sono pronta anch’io a combattere in una giudiziale, che tu e il tuo avvocato non mi avete spaventato, che non mi ha spaventato neanche la cifra che dovrò spendere per tenermi mia figlia e che per questo mi sono trovata un avvocato con i controc., come piace dire a te.
No, non farò un passo indietro, non ti permetterò di approfittare di me per affondare l’ultimo colpo.
Certo, tutto quello che c’è stato tra noi me lo porterò dietro fino a che non morirò, e fino ad allora avrò un macigno che mi peserà sul cuore, ogni mia decisione dovrà fare i conti con questo. Quindi ancora una volta in qualche modo la spunterai, perché capisco che nonostante sia stata una tua scelta, anche tu stai perdendo molto. Ma non la spunterai sulle mie debolezze.
La bambina la potrai vedere quando vorrai, ma io, quella che ero prima, ingenua, debole e insicura, che potevi rigirare come volevi, non ci sono più, ho lasciato il posto alla nuova me, quella che metterà davanti a tutto la sua bambina con la sua mamma.