la svolta
Anche oggi ho voluto mettermi in gioco in cucina: ho provato a fare i biscotti con le gocce di cioccolato, con le mandorle e normali per Iaia, che poverina ha di nuovo la febbre alta.
Questa volta ho miserabilmente fallito.
Vorrei capire perché, a parte non averli messi a debita distanza per la lievitazione, non sono riuscita a farli.
Ho seguito passo passo la ricetta ma quando è arrivato il momento di stendere l’impasto con il matterello, non era abbastanza compatto, si appiccicava come la colla. Ho aggiunto la farina, l’ho messo nel frigo, ma non è servito a niente, così ho fatto delle palline e poi le ho schiacciate perché lui, che ne sa più di tutti anche in cucina, mi ha detto:
“Non fare le palline perché se poi sono dure butti via tutto”.
Alla fine il risultato è stato che i biscotti si sono fusi formando un unico grande biscotto rettangolare. La parte di biscotti per Iaia chissà perché si è bruciata, non sanno proprio di biscotto e sono troppo friabili.
Ecco la prova del reato
Per “fortuna” la separazione sembra sia arrivata ad una svolta. Siamo stati da una psicologa per capire cosa è meglio per Iaia e lei ha scartato a priori la possibilità di farle trascorrere 3 notti con me e 3 con il suo papà: troppo instabile per la bambina, avevo ragione io! Secondo lei vanno bene i week-end alternati, un pernottamento a settimana col papà e in più mezza giornata di un mio fine settimana perché altrimenti passerebbe una settimana senza che Iaia possa vederlo.
Poi c’è stato l’incontro tra noi e gli avvocati e finalmente il suo avvocato ha cercato di farlo ragionare dicendo che di più non potrebbe ottenere davanti ad un giudice.
Per la parte economica non ci sono stati problemi anche perché non appena il suo avvocato ha provato ad insinuare che fosse troppo, il mio avvocato ha tirato fuori letteralmente gli artigli da leonessa, con smalto rosso Chanel e l’ha zittito. Il mio avvocato è proprio tosto anzi tosta, è capace di dichiararsi una mamma pappamolle con la figlia, ma nel suo lavoro è davvero grintosa.
Durante l’incontro lui sembrava una persona sofferente, aveva la faccia scavata, sembrava più magro e malato. Ho pensato che lo stesse facendo apposta per fare la vittima. Purtroppo però quando siamo usciti mi ha detto che al mattino suo papà aveva avuto un’ischemia. Io non avevo capito che c’era qualcosa che non andava. Stiamo insieme da quando avevamo 17 anni e io non lo conosco. Credevo di aver costruito un’intesa che gli altri dovevano invidiarci e invece è solo finto e superficiale. Forse è per questo che siamo arrivati a questo punto: a doverci incontrare dagli avvocati.
Ora non mi resta che aspettare e pensare solo al bene di mia figlia. Ma è difficile, tremendamente difficile da accettare.