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martedì 8 febbraio 2011

caro diario  

Questo è un giorno in cui vorresti solo piangere, chiedere aiuto urlando, ma più urli e più ti rendi conto che nessuno ha la possibilità di aiutarti. Un giorno in cui vorresti chiudere gli occhi e non pensare al futuro e soprattutto al presente. Il giorno in cui ti senti impotente e non sai come fare, con il lavoro, con tua figlia, con la separazione da portare avanti, perché prima di questo ti trovi davanti a qualcosa di più grande, qualcosa contro cui non puoi fare niente, solo piangere: un tumore…

Purtroppo in questo momento mio suocero è stato ricoverato nel reparto di oncologia con questo schifosissimo sospetto. E io non posso che ammettere che la sanità nel nostro paese fa schifo, anzi fa vomitare…Se a novembre, quando è stato male per la prima volta non gli avessero detto “ Si ha avuto un’ischemia e continua ad averne, vada a casa e si prenoti gli esami, ma se vuole fare in fretta perché non vuole morire prima, se li faccia a pagamento”, se lo avessero ricoverato e si fossero comportati come fanno quando è un loro parente a stare male, oggi avrebbe guadagnato tre mesi contro questa malattia.

E adesso si mette tutto in secondo piano: l’appuntamento dall’avvocato è stato nuovamente rimandato a data imprecisata, ma chi se ne frega, questo è un peso troppo grosso per lui e non ci penso neanche a caricarlo di altri pensieri…
Poi Iaia sta male, oggi il pediatra ha ordinato di farla stare a casa dal nido per un’altra settimana; mia mamma ha la bronchite e 40 di febbre e io non posso starle vicino perché devo strare con mia figlia.
Non c’è nessuno a cui posso affidare Iaia per andare al lavoro, mi sento sola e incapace di poter fare qualcosa per la persona con cui ho vissuto per quasi vent’anni; non posso, non ne sono più capace, ormai c’è un abisso tra noi…

Vorrei solo piangere, vorrei che qualcuno bussasse alla mia porta e mi dicesse: “Stai tranquilla, fa quello che devi, ci penso io alla tua bimba fino a che le cose non si sistemeranno. Invece mia mamma sta male, mia sorella è troppo lontano, mio fratello è inaffidabile e tutti i miei parenti non abitano abbastanza vicino.

Io non so cosa fare, non so cosa dire quando tornerà lui dall’ospedale, non so come fare ad assentarmi ancora dal lavoro, e poi chissà per quanto, non so come fare per aiutare mia mamma…
Mi sento impotente, piccola e in colpa.

Non so dove andare e l’unico posto che mi viene in mente è qui; come quando avevo 14 anni e nei momenti più tristi aprivo il mio diario e scrivevo:
ti prego fai che non sia un tumore…
Ti prego ascoltami anche questa volta...

What next?

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4 commenti: to “ caro diario