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martedì 20 dicembre 2011

separazione consensuale  


Da oggi so una cosa in più, perché realmente non sapevo e non immaginavo che una separazione consensuale avvenisse in questo modo.
Sono arrivata in tribunale da sola. Avevo appuntamento con il mio avvocato alle 11:15.
Quando è arrivato siamo salite al primo piano e quello che mi aspettavo io era di entrare in una stanza dove ad attenderci c’era già il giudice, a modi visita privata.
Quello che ho trovato è stato l’opposto.
Il mio avvocato ha aperto la porta e a me è mancato il respiro. Dentro la stanza ci saranno state una sessantina di persone. L’aria era straviziata e l’unica finestra era sigillata.
La prima domanda che mi è sorta spontanea è stata: ma sono tutti qua per separarsi? E nella mia ingenuità mi sono risposta che era impossibile, di sicuro tutta quella gente era lì per motivi diversi.
Invece no, volevano tutti separarsi. Per lo più giovani, anche giovanissimi, e una sola coppia datata accompagnata dalle due figlie di non più di quindici anni, che chissà cosa avranno avuto da ridere vista la circostanza.
All’interno della stanza c’era un’enorme porta bianca, alla Fantozzi (ma nera sarebbe stata più appropriata). Ogni cinque/dieci minuti la porta si apriva e una voce femminile chiamava due nomi, e tre o quattro persone venivano risucchiate dalle tenebre.
Osservando questa scena ho notato che tutti quelli che venivano risputati fuori dalla stanza dell’orrore ridevano, quindi la seconda domanda è stata: ma il giudice gli racconterà delle barzellette?
Quando la voce ha chiamato noi, eravamo ancora impegnati a scrivere l’integrazione all’accordo. Nello specifico a scegliere i giorni in cui Iaia starà con il suo papà.
Inutile dire quello che è successo dentro, il giudice non aveva idea di quello che c’era scritto nell’accordo, alla domanda se non ci fossero speranze di restare insieme io sono quasi scoppiata a piangere, il mio avvocato è venuto in mio soccorso mi e ha appoggiato la mano sulla spalla. Ho resistito. Lui ha risposto senza esitazione, senza dubbi. Mi ha fatto di nuovo male.
Quando gli abbiamo detto che non eravamo riusciti a metterci d’accordo per il pernottamento, il giudice ha detto: il pernottamento? Una bambina di due anni. No, deve restare con la sua mamma.
Ho visto lui sudare freddo.
Credo di essere stata l’unica ad uscire da quella stanza con le lacrime agli occhi. E penso che tutta la gente che mi ha vista abbia mandato a cagare lui mentalmente.

La nostra storia ormai è finita, tra pochi giorni lui se ne andrà via e dubito che sia possibile mettere in pratica quello che ci ha detto il giudice e cioè mantenere dei buoni rapporti per il bene di nostra figlia.

Sono arrabbiata, sono incredibilmente incredula nonostante siano passati due anni. Sono consapevole che non ci sia più niente da fare, che la mia vita continuerà senza di lui e che da una settimana sono entrata a far parte del club delle ex mogli (ladre approfittatrici e vendicative).

So anche che non vorrei più tornare con lui, che non vorrei più i suoi abbracci e i suoi baci, non avrebbero più senso.

So che non voglio più piangermi addosso, che sono diventata noiosa che sono stufa di scrivere post sulla mia sofferenza, che piangerò dentro per sempre, ma che da oggi la mia vita cambierà. Che nei prossimi post voglio scrivere di come riorganizzerò la mia casa, di come sono capace di andare all’Ikea anche senza di lui, di come sia brutto tornare a lavorare 8 ore e di come sia difficile organizzarsi. Di come Iaia cresca e io con lei. Di come sia bello andare a vedere un concerto dei Duran Duran senza litigare per i mesi successivi. Di come io stia ritornando ad essere io e basta.

What next?

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6 commenti: to “ separazione consensuale

  • Eu
    20 dicembre 2011 alle ore 16:30  

    I tuoi post non sono noiosi. Per quanto vale, ti sono vicina.

  • Unknown
    22 dicembre 2011 alle ore 15:21  

    Come al solito ero sparita dalla blogosfera per troppo tempo e mi ero persa tutto quello che ti è successo nell'ultimo mese ... mi spiace per l'udienza e per tutti i casini che verranno fuori dalla separazione. Ma tuo papà come sta? Sono triste per come ti stanno girando le cose, ma devi crederci che almeno nel 2012, senza superstizioni strane (ok?), le cose andranno meglio. Il 27 ti sarò vicina mentalmente e se hai bisogno, io sono qui.

  • shestoomuch
    24 dicembre 2011 alle ore 15:12  

    grazie a tutte.
    Mio papà è stato dimesso dopo un piccolo intervento. adesso sta bene, ma lo hanno riempito di medicine.

  • Stella
    24 dicembre 2011 alle ore 15:27  

    Mi dispiace molto, immagino quanto sia difficile, soprattutto in questi periodi di festa.
    Un abbraccio

  • shestoomuch
    1 gennaio 2012 alle ore 15:35  

    @stella grazie, è stato triste soprattutto il Capodanno perchè ero senza di lei e lo sarò per una settimana.

  • Unknown
    9 novembre 2015 alle ore 10:41  

    E' vero. E' inquietante sapere che a separarsi sono così in tanti. Pensa che i tribunali sono aperti solo al mattino per le udienze in genere ma anche al pomeriggio per le sole separazioni e divorzi. E allora pensa in positivo: se tanti si separano e la loro vita, nella maggior parte dei casi, riesce a svoltare e riprendere slancio, c'è più di un motivo per sperare...
    http://www.studiolegalefelisio.it/