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mercoledì 13 agosto 2014

estate 2014  

Non so da quanti anni era che non passavo tutto il pomeriggio davanti al computer, a casa, per farmi gli affaracci mie; che poi sarebbero imparare a scannerizzare dei documenti e mandarli via on line. Cose che un comune mortale ci impiegherebbe 10 minuti a fare, ma a me la tecnologia mi odia. Tipo che faccio una cosa a pc, una due tre volte, ma non mi riesce. Poi chiamo qualcuno e faccio lo stesso procedimento con lui davanti dicendo "vedi che non viene?"e... miracolo la cosa mi riesce. Oggi non c'era nessuno da chiamare e quindi ci ho impiegato tipo 4 ore.

Comunque ho passato dei giorni sereni.

Siamo state a Riccione e per la prima volta dopo 5 anni ero contenta di andare in vacanza, non avevo più quel senso di vuoto che mi sono portata dietro nelle scorse estati. Sono stati cinque giorni di pioggia e anche grandine, abbiamo fatto il bagno due volte e preso una lavata una volta. Poi non ci siamo più arrischiate a uscire dall'hotel.

Sono uscita con la mia nuova amica psicologa per un aperitivo con cena e ci siamo ritrovate ad uno spettacolo con dei comici di Zelig. Divertentissimo.

Siamo uscite, io e Iaia, sempre con questa amica, la figlia e il marito più volte. E' inutile, è stata l'unica che è riuscita a stanarmi e non finirò mai di ringraziarla.

Siamo state in piscina da un'altra amica, questa volta d'infanzia, ed è stata una giornata piacevole, come quella trascorsa insieme al parchetto e poi al McDonald's, che per una vegetariana è tutto dire.

Iaia  è stata via parecchio, per colpa di questo nuovo calendario che mi è stato imposto e ho avuto un po' di tempo per me. Poi quando è tornata volevo portarla in piscina, ma guarda un po' che strano era nuvoloso, così siamo andate al Ticino. Ci stavamo divertendo un sacco, siamo entrate in acqua rischiando di uscire con i piedi fosforescenti. Poi a lei è venuta un'idea brillante: scaviamo una buca in mezzo ai sassi usando un sasso. Poi le è venuta un'idea ancora più brillante: rompiamo questo sasso gigante e vediamo cosa c'è dentro. Sono bastate due sassate poi mi sono guardata il dito della mano ed era completamente blu. Quando ha iniziato a gonfiarsi mi sono spaventata. Ho preso Iaia, l'ho portata dalla nonna e ho passato quattro ore al pronto soccorso. e qui potrei scrivere cose impietose sulla sanità, ma tralascio perché non ci sarebbe niente di nuovo.

E così mi sono giocata l'unico giorno con Iaia perché poi è ripartita e ora è a Genova. Magari si è risparmiata questa ennesima giornata di diluvio.  Venerdì però stiamo insieme, riorganizzo un Brunch con le cuginette, perché l'ultima volta era venuto benissimo. Poi sabato riparte per le Eolie (mamma papà mi porta in un'isola che non è un'isola è un vulcano, ma stai tranquilla perché non "rutta") e quando torna andiamo al mare io e lei per una settimana.

Ieri sera mi sono fermata e ho pensato che non riesco a ricordare quando è stata l'ultima volta che ho pianto. Saranno passati mesi. Forse è vero quello che aveva detto a mia mamma, chi ci era passato: ci impiegherà 5 anni, ma poi le passerà. Anche la mia amica psicologa me lo ha confermato. Queste grandi sofferenze hanno bisogno di parecchi anni per essere superate.

Però, purtroppo, la cicatrice resta e anche se non è più dolorosa, quando la guardi ti ritrascina in angoli bui della vita. Ma io ho imparato a distogliere lo sguardo.

Ah, ieri finalmente ho detto addio al vecchio catorcio di cellulare che mi aveva prestato mio fratello per sostituire il mio Samsung rotto. Ne ho comprato uno nuovo, bello, blu, moderno, che però non è provvisto di manuale delle istruzioni...

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