COSA MI HA DATO QUESTO 2016:
UNA VITA PER UN LAVORO
E’ una vita
che non scrivo più, che non scarico le mie ansie e la mia rabbia in questo
spazio troppo bianco.
E’ stato un
periodo duro, faticoso e a tratti pieno di angoscia. Non è che adesso vada
meglio, anzi.
La cosa
positiva è che il problema non è più lo stesso, quello che mi sta rovinando la
tranquillità adesso non è più il mio ex, ma il mio nuovo lavoro.
Questo non
significa che ora con lo stronzo vada meglio, che abbiamo trovato un punto d’incontro
e che andiamo finalmente d’accordo. Assolutamente no, questo sono quasi certa
che non accadrà mai.
Ormai sono
otto mesi che ho ripreso a lavorare e la mia vita privata se ne è andata a
farsi fottere. Sto fuori tutto il giorno, torno a casa alle sette di sera e l’unica
cosa che posso fare è cucinare, riordinare e mettere a letto mia figlia.
Ma questo
sarebbe niente, il peggio è che nei giorni in cui potrei stare con mia figlia,
come oggi che il Santo Padre ci ha concesso il ponte, lei non c’è, è con lo
stronzo da venerdì e non la vedrò fino a giovedì sera.
In più sono
esausta, torno a casa e mi porto dietro tutto lo stress del lavoro che non sono
riuscita a finire.
Io e la mia
collega ci prendiamo spesso cazziatoni, mi sento incompresa. Lavoro tantissimo,
non mi fermo quasi per la pausa pranzo e siccome mi sento io in difetto non mi
segno neanche gli straordinari.
Sono
arrivata al punto di sperare che non mi rinnovino il contratto.
Intanto
continuo a mandare curricula a desta e a manca, anche nei supermercati.
Preferisco andare a fare la cassiera piuttosto che rinunciare ad avere una vita
privata serena.
So che il
lavoro è sacro e che, nel mio caso, è anche una condizione indispensabile, non
avendo nessun altro su cui poter contare, ma non può e non deve compromettere
la mia tranquillità emotiva, che già tranquilla non era neanche prima.
Sono proprio
stanca, non ho più vent’anni e neanche trenta. Il tempo di decidere cosa fare
della mia vita è già passato e io ho deciso che non era la carriera il mio
obbiettivo. Certo, non posso dire che nella vita privata sono stata vincente,
ma ho una figlia ed è lei la mia priorità. Vorrei poterla seguire nei compiti,
vorrei poter giocare con lei e non doverle dire che ho sempre qualcos’altro da
fare.
Per adesso
vado avanti, stringo i denti e mi tappo le orecchie quando è necessario per
poter almeno arrivare alla fine di questo maledetto contratto. Intanto mi
guardo in giro, cerco altro e fantastico sulla possibilità di aprire un’attività
per conto mio.
Almeno non è
più lo stronzo il mio problema.
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BIANCO
Questa
mattina mi sono alzata ancora assonnata con davanti a me qualche giorno
di ferie e vari esami da fare.
Ho bevuto il
mio caffè con i soliti tre biscotti. Mi sono lavata, ho fatto il letto e mi
sono riprovata le cose che ho comprato ieri. Già, ieri ho fatto shopping e sono
riuscita a comprare due pantaloni una maglia e un bellissimo giacchino. Era da
tempo che ci provavo, ma a causa dei cinque chili presi non riuscivo neanche a
provarmi le cose. Ieri non è stato così (certo ho comprato cose da 15 euro, perché
l’intenzione di dimagrire c’è sempre), sto riacquistando fiducia in me stessa.
Ho lavato due golfini bianchi, uno mio e uno della mia bambina (che adesso è al mare con suo padre). Ho lavato le mie Converse che da bianche erano diventate nere. Ho cambiato le fodere del divano; ho tolto quelle bordeaux e ho messo quelle bianche e poi sono saltata sul divano fresco di pulito ho chiuso gli occhi e ho visto tanti fiori bianchi lucenti. La musica nelle mie orecchie, quella che una volta mi avrebbe rattristata, acquistava un senso diverso: di libertà, di pulito, di possibilità, di bianco in cui poter scrivere qualsiasi cosa, ma anche da lasciare bianco, perché quel bianco non mi spaventa più. Posso intraprendere nuove strade con qualcuno al mio fianco con cui camminare e condividere le cose che vedo, ma posso anche stare da sola con mia figlia, la mia famiglia, i miei amici.
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GIUGNO 2016
Domenica, 3
luglio 2016-07-03
Venerdì
Marghe è partita; è andata al mare con suo papà e la sua nuova “famiglia
acquisita”. Starà via per 10 giorni e io mi ritrovo da sola, sola con del tempo
tutto per me e infatti in questo momento sono sul terrazzo: prendo il sole e
scrivo.
DISNEYLAND PARIS
Siamo state
a Disneyland Paris, finalmente ce l’abbiamo fatta. E’ stata un’avventura
bellissima pur non essendo fanatici di Disney. La cosa più bella è stata vedere
la faccia di mia figlia incredula nel vedere lo spettacolo serale e lo
spettacolo di Frozen, vederla saltellare come un grillo sentendosi una
principessa.
Non abbiamo
fatto particolari code, al massimo 20 minuti per vedere le principesse, ma
molte attrazioni, tra cui quella di Peter Pan, erano chiuse. Abbiamo visto lo
show di Frozen arrivando 5 minuti prima e trovando degli ottimi posti perché
abbiamo visto lo spettacolo delle 17:30, quando tutti erano a vedere la parata.
Abbiamo
fatto a ripetizione il labirinto di Alice e a me è piaciuto un sacco it’s a
small world. Abbiamo mangiato con le principesse e qualcuno ha avuto la torta
con tanto di canzoncina e auguri dalla bella addormentata (che era italiana).
Quando ho pubblicato la foto di Marghe abbracciata con lei hanno pensato tutti
che fossi io (eh, magari).
L’hotel che
abbiamo scelto è stato il Sequoia Lodge. Abbiamo fatto un po’ fatica a trovare
la camera, ma una volta imparata la strada era davvero molto comodo. Anche qui
non abbiamo fatto code né per la colazione né per la cena. Sono stati tutti
molto gentili e disponibili e devo dire che c’erano controlli ovunque.
Volevo usare
la piscina dell’hotel, che sembrava magnifica, ma non c’è stato il tempo.
Il giorno
più difficile è stato domenica, quando, mentre guardavo Elsa e Anna che
sfilavano, ho desiderato fortemente di essere a Taormina al concerto dei Duran.
Quando arrivano loro mi sembra di vivere un’altra vita, quella in cui posso fare ciò che voglio, non ho impegni familiari, lavorativi: non ci sono cene da preparare, panni da stirare. Divento una principessa che sorseggia una spremuta da 10 euro in uno degli hotel più esclusivi di Milano.
Poi c’è stato il concerto. Ore sotto il sole ad aspettate l’apertura dei cancelli. La corsa per arrivare per prima davanti al palco e l’attesa della loro uscita. Anche questa volta ci è andata bene, eravamo in seconda fila.
Il concerto è stato magnifico, i Duran sono sempre una garanzia, ma la cosa più bella è stata sentire tutti (non solo i soliti fan) fare apprezzamenti positivi su di loro.
Quello che mi ha sorpresa invece è stata Yasmin, la moglie di Simon, che è stata per tutto il tempo ad applaudire a ballare e a supportare l’esibizione di un gruppo di giovani ragazze che aprivano il concerto dei Duran Duran.
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FINALMENTE GIUGNO
Lavoro: alla fine ho ricominciato a lavorare. Dopo due contratti di un mese ciascuno, e dopo due mesi in cui mi sono sentita un limone spremuto, ho vinto un contratto di un anno.
Auto: la mia vecchia Saxo è legata a tanti ricordi:
-il giorno in cui sono andata a comprarla: sono entrata dal concessionario convinta che sarei uscita con un auto usata e invece sono uscita con lei, nuova di zecca. Non l'ho cercata, mi è capitata e ne sono stata contenta, era la mia prima auto nuova.
- i giorni: che guidavo andando al lavoro e cantavo le canzoni dei Duran aspettando il loro arrivo. Guardavo il cielo e vedovo gli occhi di Simon ed ero davvero felice
-il giorno del rientro dalle vacanze in Islanda. L'avevo lasciata in un parcheggio a Malpensa e l'ho ritrovata tutta bollata da una grandinata mai vista. Non l'ho mai fatta riparare.
-il giorno del mio primo inseguimento ai Duran Duran. Fuori dal forum di Assago, con la mia amica e la macchina abbandonata accesa per fare più in fretta. I 200 km raggiunti in tangenziale per non perderli. Simon che rideva (si divertiva ancora per queste cose). Ritrovarci in Via Monte Napoleone (e non aver preso la multa), lei abbandonata in mezzo alla strada, aperta e con la borsa dentro (ho ritrovato tutto). Il cancello, Simon, il suo sguardo, il ritrovarsi dentro l'hotel e rendersi conto di non poter consumare niente perché non avevamo la borsa. Il saluto di Simon, il suo "good night" e vederlo scomparire in ascensore... Io che rido e la mia amica che piange. Tutto grazie a lei: la mia macchina
- il giorno in cui sono tornata dopo un week end in Veneto a trovare lo stronzo e ho trovato la portiera scassinata e la radio non c'era più
- il giorno in cui ho portato per la prima volta mia figlia in macchina e lei, stranamente, ha pianto tutto il tempo
-il giorno dell'inizio della sua fine. La prima delle varie volte che mi sono ritrovata con la marmitta che strisciava sull'asfalto. Io da sola, che non avevo neanche più un marito da chiamare in aiuto (ma per fortuna c'era il meccanico)
- il giorno che mi sono ritrovata con un pezzo di cambio in mano e l'ho riappoggiato e sono andata avanti lo stesso
- i giorni in cui avrei voluto deviare in una stradina e scoppiare a piangere perché tutto si stava sfasciando e io non ce l'avrei fatta a sopportarlo, e invece...
- il giorno che, inconsapevole, mi ha accompagnata a vedere delle macchine nuove
- il giorno che l'ho lasciata con le lacrime agli occhi e ancora ho pensato "se potessi ti terrei con me per sempre"
- il giorno che mia figlia è scoppiata a piangere fortissimo dicendomi "mi manca la macchina vecchia" e io l'ho accompagnata per fargliela salutare per l'ultima volta.
Rio: è il nome della macchina nuova. Perché dopo tanto pensare ho deciso che volevo una macchina che mi rappresentasse e lei mi dice tutte le mattine: "Her name is Rio and she dances on the sand.."
domani 3 giugno: finalmente, forse, partiamo per Disneyland Paris. Il viaggio per il compleanno di Margherita che abbiamo dovuto annullare l'anno scorso. Dopo gli ultimi problemi nati per colpa di uno stronzo, alla fine è altamente probabile che domani saliremo su quel dannato aereo e andremo a trovare Topolino e... e.... e..... e domani pioverà a Parigi, e anche sabato e anche domenica e forse lunedì no, ma tanto noi torniamo. E......... e 11 delle attrazioni che volevamo fare sono chiuse. E.... e.... e porca miseria io parto e i Duran Duran vengono in Italia!
Duran Duran: sì, proprio voi, che scegliete di venire in Italia quando io parto per la Francia. Ma con tutta l'estata proprio adesso dovevate venire. Adesso che ho un lavoro nuovo, che ho già chiesto due giorni di ferie e che torno martedì e come faccio a dire "ciao, io domani parto per il tour dei Duran e ci vediamo lunedì, ma nel pomeriggio eh, che devo riprendermi". Come faccio, me lo dite voi?
12 giugno: è domenica e i Duran Duran suoneranno a Milano. Grazie al cielo almeno questa mi è andata bene. Per di più Margherita è con suo padre e quindi posso fare quello che voglio per tutto il week-end. Peccato che non facciano un concerto anche sabato...
Ora non mi resta che spegnere il pc, finire le valige, pulire la lettiera del gatto, andare a prelevare e chiudere gli occhi e sognare: chissà mai che proprio a Disneyland non incontri il mio principe azzurro. E se così non sarà so già che lo rivedrò tra pochissimi giorni...
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cosa bolle in pentola
Ho cambiato macchina, perché il lavoro nuovo è un po' distante e la mia cara vecchia e adorata macchina non ce la fa più. Così da settimana prossima scorrazzerò su una fantasmagorica Kia RIO. Perché ho scelto questa macchina? Perché sono malata... Rio è il titolo di una famosa canzone dei miei Duran Duran.
Piangerò quando dovrò abbandonare la mia piccola Saxo, ma la nuova macchina mi farà sentire più vicina ai DD :-)
Il mese di giugno si preannuncia super eccitante. Il 3 si parte per Disneyland, viaggio che avevamo dovuto annullare lo scorso anno. Si ritorna il 6 e si parte con il tour dei Duran Duran. Loro in realtà saranno in Italia già dal 5 giugno, ma volevi che non coincidesse con la mia partenza?
Salgo in macchina e sono felice. Sì, forse sono di nuovo felice. Guardo il cielo e vedo gli occhi di Simon, accendo la radio e sogno il concerto, lavoro e faccio qualcosa di utile e poi torno a casa, vedo mia figlia e la immagino con gli occhi pieni di meraviglia di fronte alla magia di Disneyland.
Ci sono tante cose per cui vale la pena di sopportare anche i fastidi della vita.
La mia paura è: quando tutto sarà passato, quando tutte queste cose belle saranno solo un ricordo, allora, cosa succederà?
Posted in auto nuova, Disneyland, Duran Duran, Kia Rio, nuovo lavoro by shestoomuch | 0 commenti
speranze e attese
Finalmente questo periodo incasinato, fatto di continui impegni, è quasi finito.
Ieri ho fatto il secondo colloquio in una ditta nel milanese. Purtroppo mentre nel primo incontro ho avuto una buona sensazione, questa volta mi è sembrato che la persona con cui ho parlato non fosse pienamente convinta. Chissà, io vado molto a sensazioni e per il primo colloquio avevo capito bene, infatti mi hanno richiamata. Speriamo che questa volta le mie sensazioni si sbaglino e decidano di assumermi. Se dovesse accadere da maggio dovrò ricominciare a lavorare.
Comunque sono state settimane stressanti, fatte di malattie, di avvocati, di collaudi e tagliandi della macchina, di conversazioni di inglese, di lezioni di pianoforte, di colloqui, di pulizie e varie ed eventuali. Mi hanno anche chiesto di partecipare a un cortometraggio, ma non mi è sembrato il caso!!!
Adesso sono in modalità di attesa, aspetto che torni mia figlia questa sera, aspetto che sia pronta la macchina, aspetto notizie sul lavoro e aspetto notizie dall'avvocato.
E' un periodo piuttosto tranquillo, emotivamente parlando. Ho conosciuto due persone interessanti, ma non credo che deciderò di rivederle. Per adesso mi basta sapere che esistono ancora persone che potrebbero piacermi (tralasciando Simon Le Bon!) e a cui potrei piacere io. Non è ancora il momento di vedermi in coppia e di dividere la mia vita con qualcuno.
Fin dall'inizio della mia disavventura, ho sempre paragonato il mio percorso come a una caduta in un pozzo nero e in questo momento mi risulta difficile capire a che punto sono. Credo, ad un certo punto, di aver trovato un appiglio che mi ha permesso di non frantumarmi al suolo. Ho deciso di non lasciarmi più cadere, ma di provare a uscire da quel buco nero. Adesso mi sembra di vedere una luce e delle persone che mi incoraggiano a continuare a risalire. Sono molto ottimista e credo di potercela fare, ma so anche che ho forti e continui sbalzi d' umore e che basta un niente per scivolare e ritornare qualche metro più in basso.
Di una cosa però sono convinta, per quante volte potrò ancora cadere, troverò sempre un appiglio e non permetterò più a niente e a nessuno di farmi toccare il fondo.
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influenza, lavoro e Disneyland Paris
Questa
mattina ho dovuto accompagnare la mia bambina dalla nonna e non la rivedrò più
fino a lunedì. Poi martedì sarà di nuovo da suo padre e tornerà da me giovedì
sera. E’ molto difficile starle lontana così tanto, soprattutto adesso che io
sono a casa dal lavoro e potrei stare con lei, invece mi tocca portarla da sua
nonna perché deve stare con suo padre.
Sono stati
giorni difficili, ma allo stesso tempo molto belli. Margherita ha avuto la
febbre molto alta e quindi abbiamo dovuto spostare i giorni dell’affido
condiviso, così siamo state insieme per una settimana di fila, senza interruzioni.
Quando lei
sta male io sono più tranquilla se è con me, perché noi mamme di solito siamo
più amorevoli rispetto ai padri, almeno nel mio caso è così. Lui non le avrebbe
mai permesso di mangiare a letto, l’avrebbe fatta alzare anche con 40 di
febbre. Io me la sono coccolata per bene, le ho preparato le cose che
preferisce e soprattutto non l’ho forzata nel mangiare. Poi noi abbiamo un
rito: ogni volta che ha la febbre alta le faccio un regalino, il regalo della
febbre. Questa volta le ho preso la farfalla Mariposa.
Insomma, è
stato bello e faticoso, perché ogni giorno dovevo andare a scuola a recuperare
le lezioni che perdeva e poi dovevo spiegargliele io e farle fare gli esercizi.
Poi ho dovuto incastrare mille cose: la revisione della macchina, la lezione di
pianoforte, le conversazioni d’inglese.
La settimana
scorsa ho anche avuto gli esiti dei colloqui di lavoro che avevo fatto, e se
nel primo hanno scelto un’altra ragazza, per il secondo mi è stato fissato un
altro colloquio. Sono molto contenta perché era quello che speravo, ed è per
questo che ho cominciato a fare delle conversazioni in inglese. Se il colloquio
dovesse andare bene e decidessero di scegliere me, dovrei parlare in inglese
tutti i giorni, quindi è meglio essere ben preparate. Il mio insegnante di
inglese dice che vado molto bene, ma a me sembra di essere una rimbambita!!!
Dovrei avere più fiducia in me stessa.
Comunque
oggi non mi sento troppo bene e spero che mia figlia oltre ad aver attaccato l’influenza
a mia mamma, l’abbia attaccata anche a me …
Posted in colloquio di lavoro, Disneyland Paris, influenza by shestoomuch | 0 commenti
ALEA IACTA EST
Da ormai
diversi anni faccio parte del club delle donne tradite. Aggiungerei tradite e
consapevoli perché per diverso tempo lo sono stata senza saperlo e avrei
giurato, anzi avrei messo la mano sul fuoco, che mio marito non lo avrebbe mai
e poi mai fatto.
Non mi
vergogno a confessarlo perché penso che chi dovrebbe vergognarsi sia qualcun
altro e d'altronde fior fior di donne bellissime, famose e intelligenti hanno
confessato di essere state tradite. Se non ricordo male Rosita Celentano ha
anche scritto un libro sul tradimento (dovrei leggerlo) si era definita
cornuta, ma io farei un passo avanti e direi che cornuto dovrebbe essere chi
tradisce.
Sabrina
Ferilli è stata tradita, Vanessa Paradis, che mi piace un sacco, è stata
tradita e se fossi più informata sui gossip chissà quante altre ne scoprirei.
Ora, come
dicevo, sono stata tradita e ci sarei anche passata sopra, perché ormai eravamo
una famiglia e più di ogni altra cosa non avrei mai voluto dare a mia figlia
dei genitori separati. Invece ci ha pensato lui ad andarsene con l’altra.
Sono passati
sei anni di guerre, di finta indifferenza da parte di entrambi, di colpi bassi,
molto bassi, di avvocati, di mediazioni familiari miseramente fallite, di
giochi subdoli, di rabbia e rancori.
Io però ho
cercato di andare avanti, ho cominciato a considerarmi come una persona e non
come una coppia, ho riacquistato la mia indipendenza psicologica e ritrovato le
vecchie amicizie.
Una cosa
purtroppo mi fa ancora andare in bestia, ma non così tanto da far ottenere a
quei due esseri spregevoli quello che vogliono. Ormai ho capito che da qualche
tempo lui e la nanetta cercano di irritarmi per indurmi a fare una scenata e
insultarli davanti a tutti in modo da poter usare questa cosa contro di me (sì,
è un essere spregevole e calcolatore). Ma io non sono scema, cari miei, anzi
cara la mia nanetta vecchietta, puoi istigarmi quanto vuoi e io tutte le volte
sarò calma e non ti guarderò neanche in faccia perché non sei niente per me e
continuerai a essere niente.
Giorno di piscina per Margherita e naturalmente, su insistenza di suo padre, anche dei suoi fratelli acquisiti. Sono le 17:30 e negli spogliatoi la finta sorella dice qualcosa a mia figlia, che prontamente e ingenuamente mi riferisce: “Mamma oggi viene la nanetta”. “E che cazzo, questa rompi coglioni deve prendersi mezza giornata di ferie per rompermi le palle” (penso nella mia mente). “Che zoccola bastarda scommetto che farà di tutto per irritarmi e farmi avere una reazione violenta. Ma non mi freghi, io non esco da qui fino a che non te ne sarai andata”.
Povera illusa che sono. La figlia della nanetta si è preparata lentamente insieme a noi e quando orami era pronta (dopo 45 minuti) si è seduta sulla panca e ci ha aspettato (non l’aveva mai fatto, una volta pronta è sempre andata via). Così sono dovuta uscire e Margherita è corsa a salutarla. La nanetta ha iniziato a chiamarla come la chiamavamo io e suo padre quando era piccola e non le toglieva quelle luride manacce da sgualdrina di dosso. Io non l’ho neanche guardata, ho ripreso mia figlia e ho cominciato a metterle le scarpe. Lei non si alzava, fino a quando ha capito che il suo gioco era inutile. Allora è venuta di fianco a noi e le ha dato un bacio, ha guardato mia mamma e l’ha salutata poi ha posato lo sguardo su di me e mi ha salutato, per ben cinque volte senza mai ottenere una risposta né cortese né scortese. Poi è stato il turno della figlia che mi ha guardata e salutata e io le ho risposto perché anche lei è solo una vittima. A quel punto l’idiota di sua madre ha creduto che stessi salutando lei e mi ha ridetto ciao per la sesta volta.
Ma non è finita, la nanetta aveva parcheggiato la sua auto di fianco alla mia (con tutto il parcheggio vuoto) e ha aspettato che arrivassimo.
Sono fortemente convinta che sia proprio un’impareggiabile cretina, perché parcheggiare il suo fuoristrada nuovo di zecca vicino alla mia macchina vecchia e piena di bolli risalenti alla grandinata di dieci anni fa, mi ha provocato una rabbia accompagnata dall’istinto di spillare al mio ex marito fino all’ultimo centesimo possibile.
Posted in divorzio, persecuzione, rabbia, separazione, tradimenti, vendetta by shestoomuch | 0 commenti
come ho affrontato la disoccupazione
Tra pochi
giorni compirò il mio primo anno da disoccupata, fortunatamente ancora
retribuito dall’assegno di disoccupazione.
Era il 31
gennaio quando la mia ditta ha chiuso i battenti e io mi sono trovata davanti a
due porte: in una c’era scritto “entra e ti reintegreremo sul lavoro, ma dovrai
accettare un demansionamento, una riduzione dello stipendio, mobbing estenuante
e quasi certamente un licenziamento a breve”. Nella seconda c’era scritto
“entra e manda tutti a quel paese, starai meglio, ma diventerai una disoccupata
dal futuro incerto”.
Ho agito
d’istinto e sono entrata nel mondo dei disoccupati, quindi il 31 gennaio del
2015 ho preso tutte le mie cose e sono tornata a casa con una leggerezza che
non provavo da anni.
Mi sono
presa un po’ di tempo, diciamo un bel po’, per gustarmi la vita senza impegni
se non quelli di mia figlia e devo dire che questo stile di vita era davvero piacevole.
Poi però la
pacchia finisce e quando capisci che sei da sola con una figlia, metti un punto
e cominci a darti da fare. Così verso aprile dell’anno scorso ho cominciato la
mia ricerca di lavoro.
Questi sono
i consigli che mi sento di dare se qualcuno passerà di qui nelle mie stesse
condizioni di disoccupato:
aggiornate
il curriculum vitae cercando esempi su internet e se necessario anche copiando
intere frasi adattabili al proprio cv, soprattutto per le competenze
relazionali e organizzative. Un consiglio che mi è stato dato è stato quello di
schematizzare di più le mie esperienze. Invece di scrivere “operaio generico”
scrivete i macchinari che usavate, fosse anche solo il muletto, ma specificate
tutto. Ad esempio io avevo scritto che mi occupavo dell’import export senza
specificare che preparavo io tutta la documentazione.
Cosa molto
importante aggiungere la foto nel cv e firmarlo.
Quando sono tornata a casa la sera ero più fiduciosa nel futuro anche se dopo tante delusioni non avevo creduto molto nella ragazza dell’agenzia. Erano le 17:30 dello stesso giorno e io ero fuori da un negozio di giocattoli quando mi è suonato il cellulare. Prefisso 02, quindi ho pensato al solito call center, invece era quella ragazza che mi diceva di avermi fissato un colloquio per il giorno successivo. Io non ci potevo credere, dopo quasi un anno di ricerche finalmente avevo la possibilità anche solo di un semplice colloquio e tutto nel giro di un solo giorno.
Così è stato e il giorno dopo, esattamente una settimana fa, ho fatto il mio primo colloquio dopo quasi quindici anni dall’ultimo. Ma non è finita qui, quando ho chiamato l’agenzia per dirgli come era andato il colloquio ho avuto un’altra notizia incredibile: si era aperta una nuova posizione esattamente rispondente al mio profilo, proprio il mio lavoro e avevo il colloquio fissato per il martedì successivo, cioè tre giorni fa.
Ho fatto questi due colloqui, l’ultimo è durato quasi un’ora e mezza, e se devo essere onesta il secondo colloquio e quello in cui spero perché in ditta si respirava un’aria frizzantissima e stimolante. E adesso mi trovo nella situazione di dover prendere una decisione difficile perché entro la settimana prossima la prima ditta mi darà una risposta e se sceglierà me dovrò rinunciare al lavoro della seconda ditta, un lavoro migliore in posto migliore…
Comunque anche se nessuna delle due ditte mi sceglierà affrontare questi due colloqui mi è servito, mi ha dato più sicurezza e una speranza che ormai non c’era più. Riparto con una nuova energia e con la consapevolezza che con l’impegno, prima o poi, le cose gireranno per il verso giusto anche per me.
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come trovare l'uomo ideale
Questo post
nasce dopo che anche l’ultima delle mie amiche single si è trovata un compagno.
Questo post
nasce con spirito autoironico, perché in questi giorni mi sento piuttosto in
forma e mi va di essere leggera e pensare a cose stupide, altrimenti dovrei
deprimermi e non mi va. Quindi non sono alla ricerca spasmodica di un uomo,
anche perché la vita mi dimostra quotidianamente che gli uomini sono fonte di
stress. Molto meglio stare da sola o viversi delle storielle fini a se stesse.
Cosa devo
fare se voglio trovare una persona da
tenere al mio fianco lungo la strada della vita?
Prima di
tutto devo capire che cosa cerco, fare un elenco di quello che vorrei; nel mio caso vorrei una persona:
più parrucchiere
più estetista
più trucco
più libri da leggere
più informazione
più conoscenza
piu sport
più interessi
più lavoro
Vorrei terminare questo post raccontando un sogno che ho fatto due notti fa.
Ho sognato di mettermi con Pieraccioni. di andare in giro mano nella mano con lui e pure di baciarlo.
Ora, quando mi sono svegliata la prima cosa che ho pensato è stata:
ma perché Pieraccioni?
Perché non Simon Le Bon che è il mio ideale di uomo.
Perché?
Cosa avrà voluto dirmi il mio inconscio?
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BUON ANNO
E anche quest’anno le feste natalizie si avviano alla
conclusione. Oggi è il secondo giorno dell’anno e, diversamente dagli scorsi
anni, la mia casa è ancora addobbata. Certo ieri sono stata in bagno a vomitare
tutto il giorno, quindi non avrei potuto smontare tutto, ma non lo avrei fanno
neanche se fossi stata bene. Ogni anno che passa mi sento sempre più vicina
alla fine della mia sofferenza e la dimostrazione non è solo l’albero di Natale
ancora in casa, ma anche non aver preso male l’aver passato il primo gennaio
stando male. Ok l’anno non è iniziato bene, ma questo non lo pregiudica
minimamente. Sarà un bell’anno, e come ci siamo augurate io e mia figlia
durante il brindisi del nostro capodannino il 30 dicembre, ci porterà solo cose
belle (lei mi ha augurato l’amore…).
Santo Stefano: cugine
dopo aver pattinato sul ghiaccio. 30/12, il nostro Capodannino
la nostra casetta
il nostro presepe
l'albero di natale
la casa addobbata
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