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lunedì 30 agosto 2010

per alice, la sua mamma e il suo papà...  


Oggi sono rientrata al lavoro e dopo le chiacchiere con le colleghe, il lavoro urgente da svolgere, mi sono presa 10 minuti di pausa e sono tornata nel forum delle mamme che frequento e che avevo momentaneamente abbandonato per le ferie.

Quando sono stata a casa la mamma di Alice si trovava in ospedale perché la sua piccola non stava bene e quindi dovevano farle delle analisi. Come tutte ero un po’ preoccupata, perché pur non conoscendoci, frequentare lo stesso forum crea come un legame virtuale di solidarietà. Però ero fiduciosa, perché le cose veramente brutte sembra non possano mai arrivarti così vicino.

Dopo una settimana però appena ho avuto 5 minuti di tempo, sono tornata sul forum per avere notizie e ho saputo che purtroppo le avevano diagnosticato un tumore.
Ho fatto una ricerca su internet e ho letto che questo tipo di tumore tipico dei bambini, se scoperto prima dell’anno si riesce a sconfiggere e lei non aveva ancora un anno.
Ho chiuso il pc senza riuscire a scrivere niente, ma incredula che potesse succedere il peggio. Ho pensato che tutte noi le eravamo vicine e questo doveva servire per forza.

Oggi mi hanno detto che Alice non ce l’ha fatta. In poche settimane se n’è andata…
C’è voluto un po’ prima di capire che fosse vero. Ancora adesso non me ne capacito, non riesco a credere che il destino possa essere così crudele.
Che ci possano essere delle malattie che portano via il figlio ad una mamma, lasciandola impotente, senza alcun mezzo per combatterlo.
E ho capito una cosa: questo è il vero dolore, quello che ti fa dire che la vita non vale la pena di essere vissuta, quello che non ti farà più vivere…
Vorrei tanto poter riportare indietro Alice, lo vorrei tanto. E penso a quante famiglie adesso stanno passando un momento così tragico, e mi sento inutile, io con i miei problemi che in confronto a questi mi fanno sentire un verme anche solo per aver pianto troppo.
Mi chiedo come farà adesso la sua mamma a sopportare questo dolore, dopo che l’ha sentita chiamare mamma, dopo che l’ha abbracciata e ha visto i suoi sorrisi, che ha capito che era lei a doverla difendere e non ha potuto farlo.

E così ho pianto e sto piangendo, per la prima volta da tempo non per me e per la mia situazione, ma per una cosa che è davvero una tragedia, per Alice, per la sua mamma e per il suo papà.
E sento che ho capito che sono fortunata, che sto meglio e che quasi tutta la rabbia se n’è andata, che è mia figlia la mia forza e io, che posso, devo essere la sua.

Ad Alice e la sua famiglia.

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